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Missili su Kiev, la capitale ucraina resta al buio. A Leopoli colpito centro commerciale

Le autorità denunciano nuovi attacchi dall'esercito russo: colpite anche Kharkiv e Leopoli. Stoltenberg (Nato): "Non sottovalutare Mosca"

Pubblicato:15-11-2022 17:49
Ultimo aggiornamento:15-11-2022 23:24
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Di Alessandra Fabbretti e Alessio Pisanò

ROMA – Mentre i leader del mondo sono riuniti al G20 di Bali, le autorità ucraine riferiscono di nuovi attacchi dell’esercito russo in diverse città del Paese, tra cui la capitale Kiev, per un totale di undici oblast coinvolti sui 24 totali. Colpiti edifici residenziali e infrastrutture, in particolare quelle energetiche, che hanno spinto l’azienda Ukrenergo a sospendere la distribuzione della corrente elettrica. Le squadre di emergenza sono già al lavoro e ancora non c’è un bilancio di eventuali vittime.

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I blackout d’emergenza sono scattati nelle regioni settentrionali e centrali del Paese, nonché a Kiev. Stando al Kyiv Independent, anche la città orientale di Kharkiv è stata colpita così come ha riferito il sindaco Ihor Terekhov. Quest’ultimo ha fatto sapere che sono state bombardate diverse infrastrutture che stanno lasciando al buio la popolazione. Il servizio del trasporto pubblico – ossia metropolitane e tram – è pertanto stato interrotto.

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Tra le altre città dove i missili sono caduti figura anche Leopoli, nell’est, verso la frontiera europea, dove è stato colpito anche un centro commerciale.

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LA VOLONTARIA ITALIANA DA LEOPOLI: “SCAMPATI ALL’ATTACCO, ORA SIAMO AL BUIO”

“Stiamo tutti bene, i missili sono caduti a pochi chilometri da noi, sul centro commerciale Auchan di Leopoli, nel quartiere di Solonka. Ma solo due ore prima avevamo pranzato circondati da persone che facevano compere nei tanti negozi aperti. Sicuramente non si trattava di un obiettivo militare”. Parla con l’agenzia Dire da Leopoli Serena Sardi, l’attivista di Mediterranea Saving Humans (Msh), dopo l’attacco che l’esercito russo ha sferrato anche su questa città dell’Ucraina.

Foto: Mediterranea Saving Humans

Mentre l’attivista racconta la vicenda telefonicamente, si sente il suono delle sirene: “Sono i mezzi di soccorso- spiega- che continuano ad andare verso il centro commerciale: i camion dei pompieri e le ambulanze. Ma anche a Leopoli c’è il blackout, non sappiamo se totale o parziale, quindi non sappiamo ancora dire se ci siano state vittime”.

Sardi si trova a Leopoli dal 4 novembre scorso nell’ambito del progetto Med Care for Ukraine, che da mesi l’ong nata per soccorrere i migranti nel Mediterraneo svolge nell’est dell’Ucraina, sia per i profughi che i residenti che non hanno più accesso ai servizi medici. Con il suo team, composto da due medici e un infermiere, parla dalla casa famiglia allestita nella chiesa S. Giovanni Paolo II, dove si era recata per fornire visite mediche di base agli ospiti: un centinaio di persone, tra cui per lo più famiglie con bambini anche molto piccoli, fuggite da varie regioni del Paese. “Credo che i minori siano circa il 40% del totale” dice la volontaria, che ricorda: “quando hanno suonato le sirene siamo rimasti tutti qui, dato che questa struttura non ha il rifugio antiaereo, continuando le visite. Dopo qualche minuto abbiamo sentito le esplosioni dei missili, così siamo corsi fuori e abbiamo visto le colonne di fumo nero alzarsi dall’area del centro commerciale“.

Una volta constatato che l’attacco era terminato, “abbiamo ripreso il nostro lavoro” riferisce l’attivista di Msh. “Ci sono pazienti che seguiamo da tempo e hanno bisogno dei farmaci che abbiamo raccolto e portato dall’Italia. Abbiamo anche fatto ulteriori visite per accertarci che tutti stessero bene: non ci sono state crisi di panico ma la gente è molto provata psicologicamente“.

STOLTENBERG (NATO): “ATTENTI A MOSCA, NON TEME PERDITE SU CAMPO”

“Bisogna fare attenzione a non sottovalutare la Russia perché come sappiamo possiede grandi capacità militari e un elevato numero di truppe, ed è disposta a subire perdite elevate esercitando violenza contro i civili anche nelle aree liberate”. Lo ha dichiarato il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg prima di unirsi ai 27 ministri degli Esteri europei riuniti per il Consiglio Ue Affari esteri che si svolge a Bruxelles.

Il capo dell’Alleanza atlantica ha accolto “con favore il fatto che gli alleati della Nato abbiano attinto alle loro scorte di munizioni e armi per fornire sostegno all’Ucraina“, ma ha sottolineato anche la necessità che i membri dell’organizzazione le riempiano. “Ci assicureremo che gli alleati provvedano al rifornimento sia per fornire la difesa necessaria e sia per poter continuare a fornire supporto all’Ucraina“, ha detto Stoltenberg ai giornalisti, accogliendo “gli sforzi dell’Unione europea per cercare di coordinare gli acquisti che contribuiranno a ridurre i costi, a incrementare gli ordini e ad affrontare la frammentazione dell’industria europea della difesa”.

BORRELL: “MECCANISMO EUROPEO UTILE MA VA RAFFORZATO”

“La Russia continua ad attaccare la popolazione e le infrastrutture civili ed è chiaro che la guerra va avanti, pertanto intendiamo aumentare lo Strumento di Pace Europeo e speriamo di poter raggiungere un accordo in merito a ciò entro la fine dell’anno”. Così l’alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la Politica di sicurezza Josep Borrell durante la conferenza stampa a margine della riunione del Consiglio dell’Ue della Difesa che si è svolto a Bruxelles.

“La stima degli aiuti forniti a Kiev ammonta ad almeno 8 miliardi di euro, 3,1 dei quali provengono direttamente dal Meccanismo Europeo per la Pace, che ha permesso di fornire armi e capacità logistiche dimostratesi essenziali per l’esercito ucraino“, ha aggiunto l’alto rappresentante, che ha auspicato un avvio “entro la fine dell’anno” della missione di assistenza militare che coinvolgerà 20 Stati europei nell’addestramento di 15mila truppe ucraine.

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