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Ricostruire l’Ucraina, l’Italia si prepara e chiama il mondo delle imprese

Conferenza promossa da Camera di commercio italiana per l'Ucraina in collaborazione con Federcamere. Obiettivo far fronte ai bisogni umanitari e sociali cogliendo le opportunità economiche

Pubblicato:15-11-2022 13:24
Ultimo aggiornamento:15-11-2022 15:15
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ROMA – È impossibile cancellare il dramma della guerra, ma è doveroso prepararsi anche alla pace che verrà, per far fronte ai bisogni umanitari e sociali e cogliere le opportunità economiche: questo il messaggio della conferenza Rebuild Ukraine, promossa dalla Camera di commercio italiana per l’Ucraina in collaborazione con Federcamere.

L’incontro, online, si apre con la denuncia delle conseguenze del conflitto dilagato con l’offensiva militare russa di febbraio. In primo piano ci sono però le opportunità economiche, non scollegate alle priorità sociali della ricostruzione. “Concentrarci sul futuro è un nostro dovere” ammonisce Maurizio Carnevale, presidente di Federcamere, a lungo in Ucraina. “Presto o tardi il conflitto dovrà finire e allora dovremo aiutare le persone a riprendersi e cogliere, come imprese, le opportunità che si presenteranno”.

Sulla stessa linea Walter Togni, presidente della Camera di commercio italiana per l’Ucraina. Il suo appello, dopo aver ricordato lo sgomento e la commozione per la distruzione della sede dell’organizzazione a Kiev a seguito dei bombardamenti, è a “non arrendersi”. “C’è”, sottolinea, “una pervicace volontà per un progetto di ricostruzione del Paese che ha un carattere economico ma allo stesso tempo umanitario”.


Ne parla, in collegamento da Kiev, la viceministra per le Infrastrutture Anna Yurchenko. “I danni causati dalla guerra hanno già raggiunto un valore di 130 miliardi di dollari americani” la sua premessa. Secondo Yurchenko, però, nonostante la ricostruzione sia lenta o tuttora impossibile nelle zone piu’ prossime alla linea del fronte, da Kharkiv a Zaporizhzhia, altrove ci si sta cominciando a muovere. “E crediamo”, aggiunge la viceministra, “che in un futuro prossimo con gli aiuti degli Stati Uniti, della Turchia, dell’Unione Europea e della Banca mondiale i tempi della ricostruzione alla fine saranno brevi”.

Collega presente e futuro anche Pierfrancesco Zazo, ambasciatore d’Italia a Kiev. Le persone costrette a lasciare le proprie case o addirittura il proprio Paese, ricorda, sono state finora circa 14 milioni, poco meno di un terzo dell’intera popolazione. E le criticità sono anche economiche, con un fabbisogno di aiuti, anche per pagare gli stipendi e far funzionare l’amministrazione statale, stimato in cinque miliardi di dollari al mese. Secondo Zazo, però, “l’Ucraina nonostante il conflitto tuttora in corso presenta straordinarie potenzialità”. È bene allora, l’appello dell’ambasciatore, “che le aziende italiane comincino a posizionarsi per partecipare alle opportunità che si presenteranno quando il conflitto sarà terminato”.

La conferenza, patrocinata dal ministero dello Sviluppo economico e da quello degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, con Unioncamere, Assocamerestero e diverse realtà dell’Ucraina, è la prima tappa di un percorso di medio e lungo periodo. Ci sarà poi un passaggio in Polonia, a Varsavia, in presenza, in programma il 16 e il 17 febbraio. Al centro le opportunità di networking “b2b” tra imprese italiane e ucraine.

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