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VIDEO | Letizia, la madre dell’imperatore: a lei Napoleone “doveva tutto”

SPECIALE DONNE DA RICORDARE | Letizia Ramolino, "madre dell'Imperatore" è la donna di cui ci parla la storica e scrittrice Alessandra Necci

Pubblicato:15-11-2020 12:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:14
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ROMA – Pragmatica, dotata di grande senso di realtà, capace di sopportare con “dignità” i colpi avversi della sorte e soprattutto madre amatissima dal geniale Napoleone, di cui, l’anno prossimo, ricorrerà il bicentenario della morte.

Letizia Ramolino, “madre dell’Imperatore” è la donna ricordata dalla storica e scrittrice Alessandra Necci che, intervistata da DireDonne, ripercorre la vita di questa donna, sottolineando che “la sua pagina di vita più bella, intensa, non sarà quella dell’ascesa all’Impero, ma quella della caduta” quando da madre farà l’impossibile per essere vicina a quel figlio amato.


“Nasce in Corsica a metà Settecento da una famiglia molto modesta. È bellissima, di carattere e appena quindicenne sposa Carlo Buonaparte. Avrà 13 gravidanze, 8 figli e il secondogenito sarà appunto Napoleone che a lei sarà sempre legatissimo. Rimane vedova presto e ha su di sè il grande carico della famiglia. La Corsica è un’ isola difficile e riesce a vivere con pochi soldi, ma enorme coraggio e dignità”.

La vita cambierà seguendo le fortune di Napoleone. “I Buonaparte saranno costretti a scappare in Francia e vivranno all’inizio di sussidi dati ai patrioti. Poi sarà la volta dell’ascesa folgorante: Napoleone, dopo Tolone, sale tutti i gradini dell’Armata”. Ma ancora una volta Letizia, “federatrice di questo clan, mentre tutti perdono la testa, negli anni del Consolato e dell’Impero, rimane attaccatissima alla realtà. Pare che dicesse ‘Purché duri'” quasi preparandosi profeticamente alla fine“.

“Durante la prima abdicazione di Napoleone lo raggiunge all’Elba e nella prigionia a S. Elena fino all’ultimo giorno di vita del figlio chiederà di poterlo vedere” e non le sarà concesso.

“Dal 1815 la Madre dell’Imperatore si era trasferita a Roma- ricorda Necci- e di sè amerà dire, fino alla fine, ‘Non sono la più fortunata, ma la madre di tutti i dolori’“.

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