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Arrivano i 12 indicatori di benessere, Padoan: “Unici nel G7”

La missione è andare oltre il pil

Pubblicato:15-11-2017 18:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:53

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ROMA  – Dodici indicatori di benessere equo e sostenibile per misurare l’economia italiana e l’impatto delle riforme sull’ambiente e sul sociale. La missione è andare oltre il pil.

L’Italia è il primo paese dell’Unione europea e del G7 ad inserire obiettivi di benessere nella programmazione economica. Quattro di questi sono già comparsi nel Def 2017 e saranno poi oggetto di valutazione nel febbraio 2018 alla luce della legge di bilancio in corso. Si tratta del ‘reddito medio disponibile aggiustato pro capite’; ‘indice di diseguaglianza del reddito disponibile’; ‘tasso di mancata partecipazione al lavoro’, ‘emissioni di Co2 e altri gas clima alteranti’.

Gli altri 8 indicatori su cui il governo intende misurare il progresso sociale della società sono:


– Indice di povertà assoluta

– Speranza di vita in buona salute alla nascita

– Eccesso di peso

– Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione

– Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli

– Indice di criminalità predatoria

– Efficienza della giustizia civile

– Abusivismo edilizio.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nel corso della conferenza stampa di presentazione al Tesoro, ricorda come l’Italia sia “il primo paese a livello G7 ad aver tradotto nel concreto un’idea di politica economica che negli altri paesi è rimasta tale. E’ un modo di mettere in discussione la scelta delle priorità che può portare giovamento a tutto il paese”.

L’idea di introdurre “nella scatola degli attrezzi della politica economica indicatori che hanno a che fare con il benessere è una risposta alla crisi che ha evidenziato la fragilità del sistema”, sottolinea. E’ un modo, dunque, di registrare “l’impatto delle riforme sulla vita di tutti i giorni”. Il presidente dell’Istat Giorgio Alleva definisce il progetto “una innovazione sul piano culturale” e “una spinta a migliorare la metodologia del sistema statistico nazionale”. Peraltro il 15 dicembre sarà pubblicato il rapporto dell’Istituto proprio sul benessere sostenibile.

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