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Di Giacinto: “Presto nuove linee guida per la gestione delle vie aeree”

A Roma la seconda giornata di lavori del 75esimo Congresso Nazionale Siaarti

Pubblicato:15-10-2021 18:27
Ultimo aggiornamento:19-10-2021 10:41

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ROMA – ”Per quanto riguarda le linee guida italiane è in corso l’elaborazione metodologica, come richiesto dall’Istituto superiore di sanità, e la metodologia specifica per l’elaborazione delle linee guida. Negli anni la gestione della via aerea è cambiato nella sua concezione fondamentale, rappresentata dall’intubazione endotracheale verso il mantenimento dell’ossigenazione dell’intera procedura di gestione della via aerea stessa. È su questo che si focalizzeranno le nuove linee guida che si stanno producendo sulla gestione dell’ossigenazione del paziente, perché non dimentichiamo che il paziente corre anche un rischio di morte, non perché non è stato intubato ma bensì perché non è stato ossigenato in maniera corretta”. Così alla Dire la professoressa Ida Di Giacinto, coordinatore nazionale del gruppo di studio e di gestione delle vie aeree, in occasione della seconda giornata di lavori del 75esimo Congresso Nazionale Siaarti, che si chiude domani alla ‘Nuvola’ a Roma.

Di Giacinto ha moderato la sessione dal titolo ‘Le nuove raccomandazioni Siaarti sulla gestione delle vie aeree’. Soffermandosi sulle principali difficoltà riscontrate dagli anestesisti rianimatori nella gestione delle vie aeree, Di Giacinto ha sottolineato che ”ci sono differenze in questa gestione, perché è vero che possiamo avere difficoltà anatomiche, specifiche del paziente e di gestione della via aerea ma, d’altro canto, una via aerea può essere anche fisiologicamente difficile. Sto pensando al paziente in terapia intensiva, piuttosto che al paziente in pronto soccorso, piuttosto che in ambienti differenti dalla sala operatoria. In quel caso l’approccio è più complesso, è multifattoriale, in cui alla condizione di gestione della via aerea di per sé bisogna tenere in considerazione anche l’apparato cardiorespiratorio”.

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Di Giacinto ha inoltre tenuto a sottolineare che ”come gruppo di studio della gestione delle via aeree, durante la pandemia e dopo il Covid, si è evidenziato un incremento netto delle richieste di partecipazione al gruppo stesso, perché durante il Covid la via aerea l’ha fatta da padrone”. Ha poi aggiunto che ”non bisognava solamente proteggere il paziente dall’eventuale difficoltà di gestione della via aerea, ma si doveva pensare anche alla sicurezza dell’operatore, che si trovava a rischio di contrarre il Covid”.

”Per tale motivo- ha proseguito- la gestione specifica da parte dell’operatore, associata all’avvento tecnologico che ha permesso di strutturare i device già in uso e migliorati affinché ci fosse una distanza specifica tra l’operatore ed il paziente, proprio per la riduzione della aerosolizzazione del virus, ha posto l’attenzione su determinate procedure e su quanto queste potessero essere importanti”. Prendendo ad esempio la videolaringoscopia, Di Giacinto ha spiegato che ”prima veniva considerata una procedura per la via aerea difficile, è diventata la procedura per consentire l’intubazione endotracheale al primo tentativo”, ha concluso. 

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