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Roma, con il commissario della metro C cantiere a Piazza Venezia nel 2021 e T2 nel 2022

Il commissariamento porterà una semplificazione delle procedure amministrative che metterà letteralmente le ali ai futuri cantieri della terza metropolitana capitolina

Pubblicato:15-10-2020 15:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:04

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ROMA – Il cantiere di piazza Venezia a metà del 2021. Quello per la tratta T2 fino a Clodio, con le stazioni centrali, entro il 2022. La nomina del commissario per la linea C, annunciata questa mattina dal ministero dei Trasporti, dopo un incontro tra la sindaca Virginia Raggi e la ministra Paola De Micheli, sarà una rivoluzione per la linea C. Perché il commissariamento porterà una semplificazione delle procedure amministrative che metterà letteralmente le ali ai futuri cantieri della terza metropolitana capitolina, permettendo non solo lo sblocco dei lavori ma anche la loro velocizzazione, riducendo tutti i tempi morti che allungano, di solito, la realizzazione di simili opere. Da quanto ha appreso la Dire da fonti capitoline lo scenario è il seguente: l’arrivo del commissario, un tecnico di alto profilo, già individuato, il cui nome non è stato ancora reso noto, si occuperà di gestire sia i cantieri in corso che quelli futuri. Oltre alla nomina del commissario, il Mit si attiverà per inserire il finanziamento nella prossima legge di Bilancio. La linea C, infatti, è coperta economicamente fino alla tratta T3 attualmente in costruzione, ovvero fino al Colosseo, se si escludono poche risorse residue per parte della stazione Venezia. Il Comune di Roma è prossimo ad inviare il progetto al Mit, che è attualmente in fase di istruttoria, e che avrà un costo che si aggirerà attorno ai 2,5 miliardi, da ottenere in un’unica istanza, sia per la stazione Venezia che per la restante tratta, comprensiva delle stazioni centrali. Dopo la decisione del Mit di sposare la volontà del Comune di Roma di commissariare l’opera, segno della volontà comune di procedere con una rapida realizzazione, c’è da aspettarsi, questa volta e dopo anni di immobilismo, che lo Stato risponderà positivamente e in tempi brevi. Occorre infatti ricordare che già nel 2014 l’Amministrazione capitolina aveva chiesto un finanziamento, che tuttavia non fu accordato. Ma in questa partita non c’è solo il Mit. Un altro indizio che va nella direzione della comune volontà di andare avanti è il fortissimo interessamento del Mibact per la realizzazione della fermata Venezia, che, come noto, diventerà un’archeostazione collegata al Vittoriano e a Palazzo Venezia. 

La richiesta di finanziamento partirà a brevissimo e dovrà essere recepita nella legge di bilancio. In pratica si tratta di una proposta contenuta nel Def che, come da prassi, dovrà essere approvata dal Parlamento. Non è detto che si useranno le risorse del Recovery fund: potrebbero, al contrario, essere utilizzate risorse ordinarie o derivanti da altre partire del pacchetto ‘Next Generation Eu’. E questo, si ragiona tra i tecnici, potrebbe lasciare uno spazio da riempire nella lista delle opere chieste dal Campidoglio al Governo nell’ambito dello stesso Recovery. In altre parole uscendo la linea C dalle opere la cui copertura economica è stata chiesta attraverso i fondi europei c’è la speranza che un’altra metropolitana strategica per la città, ovvero la linea D, possa essere inclusa e confermata tra le opere il cui finanziamento sarà accordato al Comune di Roma. 

Ma torniamo alla linea C. Una volta incassate le risorse i lavori potrebbero partire prestissimo: già entro la metà del 2021 quelli per la stazione Venezia e nel 2022 quelli per la tratta fino a Clodio. La cosa interessante è che il commissario, almeno secondo le stime dei tecnici, potrebbero abbreviare di circa un paio di anni la durata dell’iter burocratico. Il progetto per Venezia è quasi pronto. Si tratta del definitivo che però doveva ancora essere approvato in ambito di conferenza dei servizi. I tempi di questo passaggio, che spesso richiede alcuni mesi, potrebbero addirittura essere azzerati grazie al commissario. Sarà lui, infatti, ad approvare il definitivo sostituendo tutti i pareri, esclusi quelli ambientali e quelli archeologici. Ma anche questi passaggi, ai sensi del decreto ‘Sblocca cantieri’, avranno comunque i giorni contati. 


Su Venezia gli scenari sono molto affascinanti: la futura stazione avrà vari ingressi, alcuni in superficie e altri direttamente collegati con il Vittoriano, Palazzo Venezia e forse i Fori imperiali. Saranno valorizzati i resti dell’auditorium di Adriano e non sono esclusi spazi museali, a maggior ragione in caso di nuovi ritrovamenti. L’opera, che sarà realizzata con la tecnica del ‘top down’ permetterà di chiudere i lavori in superficie prima del Giubileo del 2025. La forma finale della stazione, ad ogni modo, sarà definita nei dettagli all’esito dei confronti tra il commissario e i vari enti, in primis il Mibact. Resta infine la partita della T2, che attualmente dispone di un livello di progettazione meno avanzato di Venezia. Non è escluso che alcune delle stazioni originariamente previste possano essere recuperata ed integrate rispetto alle attuali e confermate Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio. E l’apertura dei cantieri nel 2022, con il commissario, non è più una scommessa.

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