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BOLOGNA – Lockdown “parziali” per contenere la seconda ondata del virus. E’ la ricetta del presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che torna ad avvertire: “Bisogna essere pronti a misure restrittive molto mirate come si è fatto in questi giorni, magari farne qualcuna in più nel caso la curva dovesse aumentare”. Bonaccini ne ha parlato oggi a L’Aria che tira, su La7. In questo momento, dice a proposito della recrudescenza della pandemia, “bisogna tenere monitorata la situazione e tracciare il più possibile i cittadini”.
In Emilia-Romagna “abbiamo una quarantina di ricoverati in terapia intensiva, con un numero di contagiati simili nei mesi scorsi avevamo più di 500 ricoverati. L’intensità della gravità è ovviamente molto minore, però bisogna essere pronti a lockdown parziali, molto parziali. Un lockdown generalizzato credo sia molto difficile poterlo decidere in questo paese perché rischieremmo di passare ad una pandemia economica e sociale”.
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In Emilia-Romagna dalla prossima settimana, ricorda ancora il governatore durante la trasmissione, “avremo a disposizione 450.000 test sierologici rapidi e abbiamo fatto un accordo con le farmacie per cui tutti gli studenti della regione e i loro famigliari potranno andare a fare gratuitamente il test”. Bonaccini si ‘scalda’ però quando nel salotto tv il giornalista Antonello Caporale del “Fatto” lo stuzzica su una ipotetica gestione statale della pandemia. “Lei sta dicendo che la gestione della sanità in Emilia-Romagna la devono fare da Roma? Lei non sa di cosa sta parlando. Sarebbe surreale se non fosse così”, ribatte Bonaccini. “Il tema di sistemi sanitari più fragili o più robusti- spiega poi il presidente dell’Emilia-Romagna- non è dovuto al fatto che ci sono venti sistemi regionali diversi, ma al fatto che questo paese nel corso degli ultimi decenni ha funzionato a velocità differenti”.
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