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“Rocca Cencia chiuso entro il 2020” e porta a porta, ecco l’altolà di Ziantoni ad Ama

L'assessora bacchetta ripetutamente l'azienda e ammonisce: "Non strumentalizzi la Asl"

Pubblicato:15-10-2020 12:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:03

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ROMA – Questo piano industriale di Ama non s’ha da fare. O meglio, va cambiato ancora. Anche la seconda bozza del documento quinquennale (2020/2024) presentato dall’azienda non va bene al Campidoglio. Stavolta il no su alcuni punti e’ stato messo nero su bianco dalla neo assessora capitolina ai rifiuti, Katia Ziantoni, che in una lettera del 9 ottobre (indirizzata anche all’amministratore unico della municipalizzata, Stefano Zaghis, e all’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti) ha elencato le osservazioni che Ama dovrà recepire.

Ziantoni era ancora assessore ai Rifiuti del VI Municipio quando a luglio il Campidoglio per la prima volta respinse la proposta di piano di Zaghis, richiamando in particolare l’azienda ad attenersi alla delibera del 2017 dell’allora assessora Giuseppina Montanari e quindi a non retrocedere sulla raccolta porta a porta in favore di quella stradale.

Tre mesi dopo nella missiva visionata dall’agenzia Dire i correttivi apportati dalla Ziantoni nel ‘documento di sintesi per gli indirizzi e le integrazioni alla bozza di piano industriale da approvare unitamente alla delibera sul piano di risanamento della società’ sono ancora più netti ed evidenziano una differenza di vedute piuttosto netta tra Comune e Ama. In particolare su due temi: la tempistica della chiusura del Tmb di Rocca Cencia e la raccolta porta a porta (PAP, ndr).


Sulla prima questione, l’azienda nella bozza, anche questa visionata dall’agenzia Dire, parla di ‘un’ipotesi di conversione del Tmb di Rocca Cencia già nel 2021, subordinata all’individuazione di spazi alternativi già esistenti, di capacità equivalente e la trasformazione di un sito di proprietà Ama in un impianto VRD (valorizzazione della raccolta differenziata, ndr) e carta entro il 2024. In questo scenario pertanto si prevede l’acquisizione, l’affitto o la contrattualizzazione in esclusiva di un impianto Tmb entro dicembre 2020 e il revamping del VRD (impianto di valorizzazione della raccolta differenziata, ndr) di Rocca Cencia nel medio periodo (2022)’.

Ziantoni invece vuole tempi più stretti e tra le scadenze a breve-medio termine da inserire nel piano scrive: ‘chiusura del Tmb di Rocca Cencia entro il 2020 e revamping del multimateriale entro il 2021′. La distanza tra le parti addirittura si amplifica sul porta a porta. La municipalizzata e’ alle prese con diverse sanzioni della ASL sulla modalità di raccolta domiciliare (vedi la vicenda di Colli Aniene) e in questi casi (ma anche lì’ dove il porta a porta non si può fare per motivi ‘strututrurali’) intende sostituirla con le cosiddette Isole Ecologiche di Base (postazioni stradali chiuse alle quali si accede tramite card e complete di tutti i tipi di cassonetti, compresi quelli del vetro, potature e vestiti).

‘Dal confronto con le performance raggiunte (in termini di percentuale di RD) dalle diverse modalità di raccolta, si evince che si possono ottenere risultati paragonabili o addirittura superiori a quelli ottenuti con il PAP- scrive Ama nel piano- attraverso la realizzazione di postazioni complete con sistemi di chiusura (Isole Ecologiche di Base). Ama intende perseguire entra,ve le modalità di raccolta (PAP e Isole Ecologiche di Base) in funzione delle specifiche caratteristiche abitative, territoriali ed urbanistiche, ottimizzando il rapporto qualità/costo e soddisfazione del cliente finale’.

E ancora: ‘Il PAP verrà mantenuto nei territori attualmente serviti dalla raccolta domiciliare (al netto delle prescrizioni delle ASL) e che si prestano a tale modalità di raccolta’. La dicitura ‘al netto delle prescrizioni delle ASL’ non è piaciuta per niente alla Ziantoni che nella lettera non usa mezzi termini per richiamare Ama: ‘L’analisi sul sistema di raccolta porta a porta e stradale viene fatta esclusivamente sulla base di logiche economiche, senza considerare la sostenibilità ambientale del modello domiciliare in termini di migliore qualità merceologica dei materiali conferiti, di responsabilizzazione dell’utente, di miglioramento del decoro e dell’immagine della città, legati anche al fenomeno della migrazione dei rifiuti, tipico del modello di raccolta stradale. Un elemento che non scompare nemmeno con i cosiddetti ‘cassonetti intelligenti’, soprattutto a Roma, dove la mappatura delle utenze risulta spesso disallineata e il numero di persone provenienti dalla Provincia e dalla Regione contribuisce ad un aumento di produzione del rifiuto, pur non essendo residente nella Capitale’.

Per l’assessora la municipalizzata sta guardando a un modello antitetico a quello dell’economia circolare: ‘In tale senso, tutte le premesse orienterebbero le scelte dell’azienda verso un sistema prettamente stradale guardando a realtà, come quella di Ferrara, basata su un sistema impiantistico fatto di inceneritori e discariche. L’obiettivo dell’economia circolare e della valorizzazione della raccolta differenziata viene sostituito, nei fatti, da un modello di economia cd ‘lineare’. La dicitura ‘al netto delle prescrizioni della ASL’, alla luce delle recenti vicende, appare del tutto strumentale se, anziché programmare l’adeguamento dei sistemi PAP a fronte di un’analisi puntuale e di una concertazione con i tritoni, questa diviene lo strumento per tornare arbitrariamente e indistintamente alla raccolta stradale’.

Pertanto ‘Sarebbe opportuno- si legge ancora- che Ama si impegnasse, sul piano industriale, al mantenimento dell’attuale numero di utenze servite con PAP, adeguando i modelli di raccolta attraverso la consegna e/o dotazione di mastelli con RFID, in linea con quanto già fatto nei municipi VI e X, visti anche gli ingenti investimenti di cui Ama non può non tenere conto. Ama dovrà anche chiarire se la gara aggiudicata per l’acquisto di mastelli RFID copre l’attuale numero di utenze servite con PAP o se consente l’estensione della raccolta domiciliare, come indicato nella delibera 47/2017. L’inserimento di tale clausola e i chiarimenti sulle forniture rappresentano la necessaria sintesi tra la delibera 47/2017 e gli obiettivi del nuovo piano industriale, nel rispetto degli indirizzi dati da Roma Capitale’.
Tra le scadenze a breve-medio termine, Ama nel piano dovrà anche inserire il ‘finanziamento entro il 2020 delle risorse necessarie alla realizzazione di centri di raccolta già contenuti nella delibera Tronca e conclusi, in conferenza dei servizi, con tutti i pareri positivi degli enti (sono sei, uno in V Municipio, due in VI, uno in IX e due in X, ndr); finanziamento entro il 2020 delle risorse per la riapertura del centro di raccolta nel XV Municipio; finanziamento entro il 2020, delle risorse necessarie all’acquisto di nuove stazioni mobili per sopperire, nel brevissimo termine all’assenza di CDR (centri di raccolta, ndr) in alcuni Municipi; finanziamento entro il 2020 delle risorse necessarie alla riqualificazione della struttura sita in via Don Primo Mazzolari, individuata da Ama a servizio della 8D (zona posta nel VI Municipio, ndr); finanziamento entro il 2021 dei centri di raccolta contenuti nella nuova delibera da approvare in Assemblea Capitolina (ci sono altri venti centri di raccolta in fase di approvazione che riguardano i Municipi III, IV, V, VI, VII, VIII, XI, XII, XIII, XIV E XV, ndr)’.

La lista delle correzioni non si ferma qui. Ama nella bozza piano prevede una serie di operazioni per incrementare la produttività. Tra queste ci sono i ‘piani di premialita’ attraverso la rimodulazione delle indennità economiche per incentivare senza aggravio di costo la presenza in servizio delle risorse operative’. Questa impostazione non piace alla Ziantoni: ‘Dal punto di vista dei sistemi di premialita’ per gli addetti alla raccolta, la produttività va intesa non solo in termini di ore lavorate, ma di obiettivi raggiunti sia dal punto di vista della percentuale di raccolta differenziata, sia dal punto di vista del decoro e della pulizia della città’.
Per quanto riguarda invece il controllo del servizio offerto, l’azienda intende istituire un ”Comitato di Partecipazione’ composto dai clienti di riferimento’ che ‘permetterà il diretto coinvolgimento degli stakeholders che avranno titolo ad esprimersi in ordine alla verifica sul livello di applicazione del contratto di servizio, alle politiche di remunerazione dei dipendenti per la parte variabile, al Bilancio e al piano degli investimenti’. Anche qui la neo assessora si aspetta un cambiamento: ‘Con riferimento al cosiddetto ‘comitato di partecipazione’ sullo stato di soddisfazione degli utenti va ripensato un modello di controllo su base municipale che coinvolga gli organi di prossimità e i cittadini fruitori del pubblico servizio’. Insomma, Ama dovrà apprestarsi a scrivere un’altra bozza di piano. Sarà la terza. Tre, come i bilanci che la municipalizzata deve ancora approvare.

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