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ROMA – “Bisogna allenarsi a convivere con il virus e questo significa anche saper leggere i numeri che ogni giorno ci arrivano. Io il primo dato che vedo è quello dei ricoveri in terapia intensiva, ancora prima di quello delle ospedalizzazioni. E’ quello il dato più importante. I numeri delle terapie intensive stanno salendo lentamente, al momento siamo lontanissimi da un sovraccarico, ma quello è un numero totale nazionale, se la crescita è evidente in determinate aree del Paese, in quelle aree possono venire a crearsi situazioni critiche. Io non vado a vedere il numero dei tamponi, è normale che più tamponi si fanno più si trovano positivi, il positivo non è malato”, afferma il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri (M5S), ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
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Un lockdown a Natale “nell’ordine delle cose” come ha detto il virologo Crisanti? “Come numeri attuali non vedo rischio di un lockdown nazionale- dice Sileri.- È chiaro che serve lo sforzo di tutti. Io vedo più probabili dei lockdown circoscritti laddove ci fossero focolai che non possono essere controllati. Certo, bisogna vedere quanto e come saliranno questi numeri e vedere quale sarà la pressione a carico del servizio sanitario nazionale. Rispettando le regole il virus circola di meno, si può controllare meglio facendo più test diagnostici, anche rapidi a larga scala, con una potenza di fuoco di almeno 300mila test giornalieri per individuare subito i positivi”.
Quanto al vaccino che potrebbe arrivare solo nel 2022, dice Sileri: “Qualunque previsione in questo momento rischia solo di creare polemiche, di far parlare di cose ancora non note. Aspettiamo di avere il vaccino. È verosimile che possa essere disponibile un vaccino già dall’inizio del prossimo anno, ma non significa che in quel momento sarà disponibile in grandi quantità. Iniziare a fare adesso questi discorsi è prematuro e serve solo ad alimentare polemiche. Se non c’è ancora il quando, è difficile parlare del come”.
Il viceministro alla Salute frena anche sull’ipotesi della didattica a distanza. “E’ molto prematuro parlare di questo perché la scuola è un luogo molto sicuro. Laddove c’è il protocollo e la rigidità c’è un basso rischio, laddove invece non c’è il protocollo, come la sera ad una cena con gli amici, il rischio si alza. Nella scuola c’è questa rigidità, i protocolli consentono a scuola e università di andare avanti con un bassissimo rischio che ovviamente deve essere anche monitorato”.
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Sull’app Immuni, spiega Sileri, “l’applicazione è efficace, abbiamo superato la soglia del 15% della popolazione che l’ha scaricata e questo aiuterà a bloccare i focolai. E’ chiaro però che vi è una riluttanza che piano piano si sta superando, serve un’azione informativa maggiore sull’importanza dell’applicazione Immuni”, conclude Sileri, anticipando che dopo l’incarico da viceministro della Salute vede un ritorno alla professione medica: “Tra 886 giorni tornerò in sala operatoria, è quella la mia dimensione. Io amo più il lavoro della politica, anche ora che sono in politica cerco di parlare poco e lavorare molto”.
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