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“Arrestata e torturata”, la denuncia della blogger Esraa in Egitto

In Egitto continua l'ondata di repressione iniziata dopo le proteste di settembre. La denuncia della blogger Esraa arriva a pochi giorni da quella del giornalista Alaa Abdel Fattah

Pubblicato:15-10-2019 16:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50

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ROMA – In Egitto prosegue la repressione degli attivisti e dei militanti di opposizione da parte delle autorità: lo denunciano resoconti di stampa e denunce di ong, come Amnesty International. E’ di ieri la notizia dell’arresto della giornalista e blogger Esraa Abdel Fattah, fondatrice del movimento Sitta Abril, Sei aprile, prelevata sabato sera da “agenti in borghese”.

La donna ha raccontato tramite i suoi avvocati di essere stata bloccata mentre camminava per la strada, e costretta a salire su un’automobile. Quindi, ha denunciato torture: gli agenti dell’Agenzia per la sicurezza nazionale l’avrebbero portata in un luogo sconosciuto, dove le è stata negata la possibilità di contattare i suoi legali. Quindi l’hanno schiaffeggiata e presa a calci ripetutamente, il naso e la bocca strette con una felpa finché non ha acconsentito a sbloccare lo smartphone e mostrare i propri account mail e social. Inoltre la blogger è stata obbligata a restare in piedi per otto ore di seguito.

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A riferire l’accaduto, oltre a diverse testate regionali, è anche l’ong Amnesty International, ricordando che quanto raccontato dall’attivista segue di qualche giorno la denuncia di un altro volto noto dell’opposizione, il giornalista Alaa Abdel Fattah. Quest’ultimo è stato arrestato il 29 settembre, ma solo il 10 ottobre la famiglia ha diffuso un comunicato in cui riferiva le violenze subite da Alaa nel carcere di massima sicurezza di Tora, nel sud della capitale. Qui, stando al resoconto rilanciato anche dall’emittente ‘Al Jazeera’, Alaa è stato bendato dai secondini, quindi denudato, picchiato e costretto a camminare lungo un corridoio tra altri agenti di polizia, che avrebbero continuato a picchiarlo. “Questa pratica – si legge nel testo della famiglia – è nota a Tora come ‘parata di benvenuto‘ e dura un quarto d’ora”. La famiglia conclude esprimendo preoccupazione per le condizioni dell’attivista 37enne, e sul rischio che possa subire ulteriori vessazioni.

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I familiari di Alaa Abdel Fattah riferiscono dettagli anche sull’arresto di uno dei suoi avvocati, Mohamed Al-Baqer, che il 29 settembre è stato arrestato assieme al suo assistito mentre quest’ultimo veniva ascoltato dal giudice. Anche Al-Baqer, come Abdel Fattah, è stato accusato di appartenenza a una organizzazione terroristica e di attentare alla stabilità del Paese, ed è stato portato nel carcere di Tora. Qui, ha reso un racconto simile a quello del giornalista: bendato e picchiato, è stato rinchiuso in una cella di isolamento senza la possibilità di contattare nessuno, privato degli indumenti e della possibilità di lavarsi.

L’uomo ha inoltre denunciato di dormire a terra, sul pavimento, e per questo di soffrire di forti dolori alla schiena, oltre ad avere altri problemi di salute. Tuttavia gli sarebbe stata negata l’assistenza medica. La famiglia conclude dichiarando che negli ultimi tempi in Egitto è in atto “un’ondata di arresti, ne sono stati compiuti almeno 3.120, tra cui anche 111 minori”. La repressione sarebbe la risposta del governo del presidente Al-Sisi a nuove proteste popolari scoppiate a fine settembre.

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