NEWS:

VIDEO | Tumori, il 90% dei pazienti in Lombardia pensa di avere cure al top

Un'indagine di Ipsos e Salute Donna onlus promuove a pieni voti le cure per il cancro in Lombardia., dove i 15.000 pazienti seguiti danno voti ottimi

Pubblicato:15-10-2019 12:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:49

ospedale_sanità_corridoio
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Il Servizio sanitario della Regione Lombardia è ritenuto migliore di quello di altre Regioni da ben tre quarti dell’opinione pubblica così come dalla maggioranza dei pazienti affetti da un tumore che frequentano i centri di eccellenza oncologica. L’offerta dei servizi è giudicata di grado molto elevato sia per presenza sia per ampiezza di scelta e disponibilità, da pazienti e cittadini intervistati. Promossa dunque a pieni voti l’assistenza oncologica lombarda tanto nella fase diagnostica quanto nella fase di terapia.

LEGGI ANCHE Liste d’attesa in Lombardia, la proposta: “Esami prima a chi ha cancro”

Premiata la chirurgia, percepita ai massimi livelli, tanto che otto pazienti su 10 si sono operati nella stessa struttura di cura. Sono solo alcune delle motivazioni con le quali i pazienti oncologici e onco-ematologici approvano l’assistenza sanitaria della Regione Lombardia, secondo i risultati dell’indagine che coinvolge sei regioni, realizzata da Ipsos insieme a Salute Donna onlus e alle associazioni pazienti sostenitrici del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”.


Tra queste ABRCAdaBRA, Acto onlus-Alleanza contro il tumore ovarico, Apaim-Associazione pazienti Italia melanoma, AipSim Onlus-Associazione italiana pazienti con sindrome mielodisplastica, Esa- Educazione alla salute attiva, l’Arcobaleno della speranza onlus. La Lombardia, dove sono oltre 300.000 le persone che convivono con un tumore, con 60.000 nuovi casi registrati ogni anno, è il secondo capitolo dell’indagine che il progetto sta promuovendo in diverse Regioni italiane (la prima è stata il Lazio), per misurare la percezione dei malati di tumore e dell’opinione pubblica rispetto all’offerta erogata dai Servizi sanitari regionali. I voti dei pazienti e dei cittadini sono dunque ottimi (da otto a 10) sia in fase diagnostica sia in fase di terapia: i lombardi danno giudizi eccellenti o positivi per quanto riguarda l’offerta oncologica in generale e nello specifico per la qualità degli ambienti, le strutture accoglienti, le attrezzature di ultima generazione, la pulizia e la cura della struttura, ma anche per la competenza, le informazioni ricevute, il dialogo con gli specialisti, la cortesia e l’empatia di tutti gli operatori sanitari. Le valutazioni di eccellenza non scendono mai sotto il 50% di incidenza e più spesso superano il 60%.

“Siamo molto orgogliosi e soddisfatti dei risultati emersi dall’indagine condotta da Ipsos con la collaborazione delle Associazioni pazienti, in parte ci attendevamo un simile plauso- dichiara Annamaria Mancuso, presidente Salute Donna onlus- nell’ambito del progetto ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere’, che portiamo avanti con altre 24 associazioni pazienti dal 2014 per contribuire amigliorare l’assistenza e la cura dei pazienti oncologici e onco-ematologici, e sulla base dei 15 punti dell’accordo di legislatura 2018-2023, recepito all’unanimità dal parlamento di recente”. L’apprezzamento verso la sanità regionale lombarda è confermato dalla quasi assenza di mobilità sanitaria in ambito oncologico, dalmomento che quasi nove pazienti su 10 si curano dentro i confini della propria Regione; non solo, la maggior parte dei pazienti e dell’opinione pubblica sceglie il servizio pubblico (81%) per curarsi a dimostrazione di quanto ne percepisca l’eccellenza. Nella scelta della struttura in cui eseguire le terapie, conta la reputazione di competenza del personale medico (35%), seguita da quella della struttura (19%), dall’indicazione del medico specialista (15%)e del medico di medicina generale (9%).

 

Per la presidente di Salute Donna onlus una criticità che emerge è tuttavia la scarsa conoscenza delle ‘Breast Unit’, i centri dedicati alla cura del cancro alla mammella, “primo tipo di tumore che colpisce il mondo femminile”. Da qui la necessità, continua Annamaria Mancuso, di usare la lingua italiana per far meglio comprendere il servizio disponibile in queste strutture, poco conosciute anche in Lazio. “Chiamialoli centri di senologia dedicati”, propone la presidente di Salute Donna onlus. Ad essere poco utilizzati in Lombardia sono inoltre i test genetici, che oggi possono rivelare in anticipo informazioni genetiche importanti per la salute dei pazienti, che sulla base della consapevolezza, possono iniziare percorsi di prevenzione.

“I test genetici sono diventati famosi quando ne ha parlato l’attrice Angelina Jolie, rispetto alla sua positività al test, ma poi se ne è parlato un po’ meno”, rileva Mancuso, anche se Salute Donna onlus fa informazione anche su questi strumenti, che “servono ed è quindi importante farne comunicazione, anche attraverso i medici di base”. Mancuso sottolinea il valore concreto dell’indagine, sia per l’utilità alla professione medica e ai pazienti, sia perché rientra in un lavoro sinergico tra la sua associazione e l’intergruppo consiliare regionale per la lotta contro il cancro. Quest’ultimo vaglierà infatti tutti i principali aspetti emersi dallo studio sulll’assistenza ai pazienti oncologici e onco-ematologici, coinvolgendo tutti i principali attori in un tavolo di confronto con l’obiettivo di indirizzare la Giunta regionale.

Ne parla il consigliere Alessandro Corbetta, coordinatore dell’intergruppo, che spiega come “i risultati dell’indagine Ipsos saranno la base per un confronto tra l’Intergruppo consiliare regionale, le associazioni degli pazienti e gli esperti al fine di creare una piattaforma volta a migliorare la presa in carico dei malati”. Il lavoro, precisa Corbetta, si svolgerà nel solco dell’accordo di legislatura 2018-2023 del progetto ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere’ che abbiamo incardinato in una risoluzione in commissione sanità: la risoluzione verrà votata dopodomani, il 16 ottobre, e costituirà un impegno politico per la Giunta regionale”.

L’indagine “mette in risalto il gradimento dei lombardi per i propri centri ospedalieri- commenta Marco Luigi Votta, presidente Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano- trovo inoltre che siano importanti anche i giudizi di positività nella fase di terapia. Per citare un dato, ben 76 persone su 100 danno un voto elevato, tra 8 e 10, per quanto riguarda la competenza di medici e infermieri, con solo tre persone su 100 che esprimono una valutazione insufficiente. Invece 83 persone su 100 danno un giudizio positivo per la chiarezza e la completezza delle informazioni ricevute da parte dei medici, con solo 6 insufficienze su 100. Numeri importanti, che ci onorano, in qualità di realtà lombarda coinvolta nell’indagine”. Uno dei dati più significativi è la combinazione virtuosa tra i servizi erogati dalla sanità lombarda e il valore aggiunto delle associazioni che supportano una certa percentuale di pazienti che ad esse si rivolgono per un aiuto psicologico o per un primo orientamento lungo il percorso di cura. Sono il 27% i pazienti o i loro familiari che hanno ricevuto un aiuto psicologico nell’affrontare la situazione di malattia, e il grado di soddisfazione per questo servizio è molto elevato.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it