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Whirlpool, Patuanelli: “Incontro non positivo, dall’azienda nessuna apertura”

Il ministro parla di "atteggiamenti predatori non accettabili". Il Governo "farà scelte unilaterali, se l'azienda non cambia"

Pubblicato:15-10-2019 08:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:49

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ROMA – “Un incontro non positivo, dall’azienda non c’è stata nessuna apertura”. Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli riferisce dell’incontro a Palazzo Chigi con la Whirlpool.

L’azienda, osserva il ministro, “continua a proporre una cessione di ramo di azienda verso l’ignoto. Mi pare surreale sedersi al tavolo con il presidente del Consiglio con la stesa posizione di tre settimane fa al Mise”. Ora, “siccome è una crisi industriale che deve essere trattata dal governo decideremo assieme al governo decideremo nelle prossime ore e giorni i passi”. Continua Patuanelli: “Se il problema è il prodotto che ha difficoltà di mercato il governo propone di cambiare tipo di prodotto, fascia di gamma, su questo c’è la massima disponibilità del governo a dare il massimo supporto possibile all’azienda”. Il ministro osserva che “ci sono molti strumenti che il governo può mettere in campo per una riconversione di prodotto non di azienda, per noi è fondamentale un impegno diretto di Whirlpool”. Questa, conclude, è una vicenda “esemplificativa di situazioni che non vogliamo che si ripetano con atteggiamenti predatori non accettabili“.

“Se la Whirlpool continua ad avere un atteggiamento unilaterale anche il governo farà le sue scelte unilaterali“, ha poi aggiunto.


I LAVORATORI DI NAPOLI BLOCCANO L’AUTOSTRADA

Appreso l’esito negativo dell’incontro a palazzo Chigi, i lavoratori della Whirlpool di via Argine a Napoli sono usciti dallo stabilimento e, forzato il blocco della polizia, hanno bloccato l’autostrada.

“AVANTI CON LA CESSIONE DALL’1 NOVEMBRE”

Whirlpool EMEA “prende atto con grande rammarico della mancata disponibilità da parte del Governo a discutere il progetto di riconversione del sito. Tale progetto, come più volte sottolineato, rappresenterebbe l’unica soluzione in grado di garantire la salvaguardia occupazionale e la sostenibilità nel lungo periodo dello stabilimento di Napoli”. E’ quanto si legge in una nota aziendale dopo l’incontro odierno a Palazzo Chigi, durante il quale la società “ha ripercorso le opzioni alternative alla riconversione, non sostenibili nel medio-lungo termine. Vista l’impossibilità di una discussione sul merito del progetto di riconversione e i mesi di incontri che non hanno portato ad alcun progresso nella negoziazione, l’azienda, come comunicato durante la riunione a Palazzo Chigi, si trova costretta a procedere alla cessazione dell’attività produttiva, con decorrenza 1 novembre 2019”. E ancora: “Nonostante ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, lo stabilimento di Napoli non è più sostenibile per via di una crisi strutturale. Il sito opera infatti al di sotto del 30% della capacità di produzione installata a causa del drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale e di congiunture macroeconomiche sfavorevoli, condizioni non previste né in alcun modo prevedibili al momento della sottoscrizione del Piano Industriale del 25 ottobre 2018. La disponibilità confermata oggi dal Governo e quella inclusa nel decreto per la risoluzione delle crisi aziendali sono misure non risolutive e che non possono incidere né sulla profittabilità del sito di Napoli nel lungo periodo, né sulla competitività di Whirlpool nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa)”. Infine, “Whirlpool EMEA tiene a ribadire la strategicità dell’Italia, dove sono impiegate circa 5.500 persone e dove l’Azienda ha realizzato investimenti significativi nel corso degli anni, arrivando a costruire la più forte presenza produttiva del settore. In questo contesto, Whirlpool EMEA confida nella continua collaborazione con il Governo italiano per supportare la propria forte presenza nel Paese e per garantire che gli investimenti rendano i propri impianti competitivi per il mercato globale”.

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