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Un’emicrania così forte da pensare al suicidio. Ne parla il San Raffaele

"Le cause- dichiara il Prof. Piero Barbanti, Direttore Centro Cefalee Irccs San Raffaele Pisana- vanno identificate nella presenza in questi soggetti di elevato stress, depressione, pessima qualità del sonno e disabilità sociale e lavorativa. Ma anche nel fatto che si tratta di malattie che 'non si vedono' e spesso non sono capite o credute"

Pubblicato:15-10-2015 08:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:38

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mal di testaCi sono patologie che causano dolori talmente intensi da far desiderare chi ne è affetto di non voler più vivere: un “male da morire” così forte, da non essere un semplice modo di dire ma un’insostenibile condizione psico-fisica, tra l’altro scientificamente provata. Chi soffre di emicrania è a rischio suicidio. È la sconcertante evidenza emersa recentemente dallo studio “Suicide risk in patients with migraine and comorbid fibromyalgia” (Liu HY, Fuh JL, Lin YY, Chen WT, Wang SJ. Neurology) pubblicato ad agosto sulla prestigiosa rivista “Neurology”, organo dell’American Academy of Neurology. Secondo gli studiosi di Taiwan infatti la tendenza al suicidio sarebbe molto più elevata nei soggetti emicranici: ben 1 soggetto su 9, equivalente all’11% degli emicranici cronici, ha infatti tentato almeno una volta il suicidio nella propria vita. Tale inclinazione appare ancora più preoccupante nei pazienti colpiti, oltre che da mal di testa, anche dalla cosiddetta “fibromialgia”, una condizione caratterizzata da dolori muscoloscheletrici diffusi, insonnia e depressione, la cui concomitanza con percentuale che balza al 17.6% (cioè 1 su 6).

Terza malattia più diffusa del genere umano, l’emicrania è una malattia a tutti gli effetti invalidante al punto tale che come detto nei casi più disperati può causare istinti suicidi. “Le cause- dichiara il Prof. Piero Barbanti, Direttore Centro Cefalee Irccs San Raffaele Pisana- vanno identificate nella presenza in questi soggetti di elevato stress, depressione, pessima qualità del sonno e disabilità sociale e lavorativa. Ma anche nel fatto che si tratta di malattie che ‘non si vedono’ e spesso non sono capite o credute“. Cosa consigliare allora ai pazienti cronici più esasperati? Il consiglio dell’esperto è di rivolgersi ad un medico con competenza specifica perché “le cure esistono- garantisce Barbanti- sono numerose ed in alcuni casi rivoluzionarie. Ad esempio l’uso nella prevenzione dell’emicrania di anticorpi monoclonali anti-Cgrp, anticorpi intelligenti che bloccano una sostanza- Cgrp- cruciale per la malattia. Una sorta di vaccino contro il dolore. I dati sembrano promettenti”.

Il San Raffaele Pisana sarà uno dei primi centri al mondo a iniziare nel prossimo febbraio una sperimentazione clinica con tali anticorpi che sulla base dei dati preliminari appaiono efficaci, sicuri, tollerati e semplici da usare (una iniezione sottocutanea al mese per alcuni mesi). “Ma il secondo passo spetta alle istituzioni, il dolore, così come stabilito dalle legge 38, deve essere riconosciuto, studiato e sempre curato. Questa bella speranza è ancora oggi spesso pesantemente disattesa”, conclude Barbanti.


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