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Carceri, a Cagliari le detenute imparano a fare le parrucchiere

Sette donne parteciperanno al progetto promosso dall'associazione Sdr e sostenuto dalla Fondazione Sardegna. Previste otto lezioni per conoscere le tecniche di base.

Pubblicato:15-09-2022 18:37
Ultimo aggiornamento:15-09-2022 18:37
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CAGLIARI- Shampoo, bigodini e tinture, phon e piastre, per riscattarsi e regalarsi un’altra opportunità. Sette detenute della sezione femminile della casa circondariale “Ettore Scalas” di Cagliari potranno seguire un corso professionale di parruccheria per apprendere le basi di una professione che potrà offrire loro, una volta terminato di scontare la pena, di svolgere un’attività lavorativa. È l’obiettivo del progetto “Un carcere di genere. Un genere di carcere”, ideato e promosso dall’associazione ‘Socialismo diritti riforme’. L’ iniziativa si avvale del sostegno della Fondazione di Sardegna e della collaborazione della direzione e dell’area educativa e della sicurezza dell’istituto.
Il programma, curato da Francesca Piccioni, titolare di “Hair school” di Quartu Sant’Elena, prevede un primo modulo formativo, articolato in otto lezioni ciascuna di quattro ore, per un totale di 32 ore, per conoscere le tecniche di base. Ciascuna detenuta riceverà il materiale necessario per imparare la professione, il tutto seguendo scrupolose norme igieniche.

Caligaris: “Nostro progetto vuole essere stimolo per altre iniziative”


“Il titolo che abbiamo scelto per questa iniziativa- spiega Maria Grazia Caligaris, socia fondatrice di Sdr- allude al carcere che vorremmo, cioè un penitenziario da cui si esce avendo acquisito una professionalità spendibile nel mercato, e al fatto che le donne detenute purtroppo incontrano oggettive difficoltà ad accedere alla formazione. Il nostro però vuole essere anche uno stimolo per altre analoghe iniziative da parte di enti e associazioni”.
Per questo, sottolinea l’ex consigliera regionale, “siamo particolarmente grati alla Fondazione di Sardegna, che ha creduto in questa iniziativa con un finanziamento di 5.000 euro, alla Direzione del carcere e all’Area educativa e della sicurezza per il sostegno e la disponibilità. L’auspicio è che si possa al più presto continuare il percorso siano al raggiungimento di una formazione completa”.



Si tratta di un progetto, evidenzia il direttore dell’istituto, Marco Porcu, “che non poteva lasciarci indifferenti, proprio perché risponde a quelle che sono le principali finalità della reclusione. Apprendere un mestiere significa usare utilmente il tempo della detenzione e poter rientrare nella società arricchiti di un’esperienza, trovando anche una migliore collocazione sociale. Per le donne questo è ancora più importante perché il saper fare le rende sicuramente più autonome e meno esposte al rischio di ricatti”.
Nella sua essenzialità, il programma, ribadisce Francesca Piccioni, “copre tutte le fasi iniziali e più importanti della professione. Fare la parrucchiera oggi richiede molte competenze che vanno dalla scelta dei prodotti alla cura del cliente fino alla gestione contabile. Sono però fondamentali saper trattare il capello e nutrire la passione per il mestiere. Il corso avrà soprattutto questa finalità: suscitare interesse e amore per un’attività che offre grandi soddisfazioni a chi la coltiva con umiltà e pazienza”.

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