Di Lucio Valentini e Chiara Barison
TORINO – Il Salone del libro di Torino, che si terrà dal 14 al 18 ottobre, avrà lo stesso pubblico degli anni precedenti anche con le limitazioni dovute al Covid: l’organizzazione ha infatti aumentato gli spazi per garantire la stessa capienza degli anni precedenti. Il problema logistico è stato risolto così: “Non sarà un salone dimezzato, come sarebbe stato normale. Questo è stato possibile allargando gli spazi, aumentando le sale”, ha annunciato il direttore del Salone del libro di Torino Nicola Lagioia.
“Inanzitutto ci siamo presi la responsabilità di farlo, un salone, e non avendolo potuto fare a maggio l’abbiamo spostato a ottobre“, premette Lagioia, “è stato complicato” organizzare il Salone “con Green Pass e mascherine. Abbiamo allargato i corridoi del Lingotto e non era dovuto, era un consiglio che abbiamo accolto senza essere costretti a farlo”.
Il secondo problema è stato il programma: “Pensavamo a un Salone prevalentemente italiano, con le frontiere mezze aperte e mezze chiuse e le norme che cambiavano ogni settimana”. Con la discesa dei contagi a maggio, “negli ultimi tre mesi abbiamo lavorato molto e autori come Chimamanda Ngozi Adichie, Michel Houellebecq, Alan Pauls dall’Argentina, André Aciman dagli Stati Uniti hanno cominciato a darci conferme: alcune arrivate negli ultimi giorni”.
“La parola sogno e la parola responsabilità vanno insieme: grazie a una, l’altro diventa possibile”, ha aggiunto Lagioia.
“Grazie a un bando sarà possibile allestire un palco, sarà un tendone, fuori dal salone dove ci sarà la parte performativa: concerti, stand up comedy, reading, e si chiamerà SalTo Live“, ha aggiunto il direttore del Salone del libro di Torino Nicola Lagioia.
Il bando in questione è ‘Scena Unita- per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo’ finanziato da un fondo gestito dalla bergamasca Fondazione Cesvi. Una assoluta novità del Salone e che ha l’obiettivo di lanciare un messaggio di solidarietà al settore dello spettacolo, uno dei più colpiti a causa delle chiusure imposte dal virus.
Verrà allestita un’area esterna di fronte all’Oval del Lingotto che ospiterà musicisti, cantanti, attori e comici, tra cui la comica romana Michela Giraud, la presentatrice radiofonica Ema Stokholma, il gruppo musicale ‘Extraliscio’ e la giornalista di Internazionale Annalisa Camilli.
Il direttore del Salone del libro di Torino Nicola Lagioia mette poi l’accento sulla rilevanza culturale dell’evento che si terrà dal 14 al 18 ottobre: “Per cinque giorni a Torino ci saranno alcune delle menti più brillanti del mondo. Questo dà, non soltanto a Torino e al Piemonte, ma all’Italia una centralità come è stato con Venezia qualche giorno fa: sono istituzioni fondamentali, non tutti i paesi hanno un Salone come quello di Torino e un Festival come quello di Venezia”. E’ questo il motivo culturale per cui il Salone del libro di Torino “vale la pena”.
C’è poi un motivo economico: “Il Salone ha una ricaduta enorme sul territorio. Secondo un’indagine dell’Università di Torino di qualche anno fa, a fronte di un costo di 3-4 milioni di euro la ricaduta sul territorio era di 10 milioni, tra alberghi, taxi e ristoranti. Dopo il Covid il territorio ha bisogno di rilanciarsi”.
Il direttore Lagioia mette l’accento anche sul tema sociale: “Questa è la regione di Adriano Olivetti. Il Salone raduna e crea intorno a sé una comunità, quello che ci è mancato di più durante il Covid. Al Salone la comunità dei libri si ritrova insieme”.
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