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Scuola, Giannelli: “Troppa responsabilità presidi, cambiare norme penali”

L'associazione dei presidi chiede che il preside non sia più imputabile una volta attuato il protocollo di sicurezza

Pubblicato:15-09-2020 09:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:53
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ROMA – “I presidi si lamentano per un carico di responsabilità che non ha paragoni nella storia della scuola. Per questo stiamo chiedendo con forza di rivedere la questione della responsabilità penale sui datori di lavoro”. Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, è intervenuto nella trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’, condotta dal fondatore dell’Università Niccolò Cusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).

“Abbiamo avuto un riscontro da parte del governo- ha continuato- perché nella conversione in legge del Dl liquidità è stata introdotta una norma che interpreta in senso più restrittivo, come da noi voluto, la responsabilità civile del datore di lavoro che ha degli effetti di natura penale, però l’aspetto penale non è stato toccato. Ora stiamo collaborando col ministero per lavorare ad una modifica del profilo penale che consenta di affrontare con più tranquillità questo lavoro. Noi chiediamo che venga modificato il codice per stabilire che quando viene attuato il protocollo di sicurezza, uno a quel punto ha assolto ai suoi obblighi e non gli si può chiedere di più. Anche i docenti ovviamente hanno la loro fetta di responsabilità perché sono a stretto contatto con gli studenti. Spesso i docenti sono un po’ avanti con l’età e in alcuni casi rientrano nella categoria dei lavoratori fragili. Su questo sono state date indicazioni su come gestire queste situazioni”.

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Sulla riapertura delle scuole. “Ho carpito sicuramente più entusiasmo che preoccupazione- ha affermato Giannelli-. Ieri è stato un giorno bellissimo perché è ricominciata la scuola in presenza e ci godiamo questo, il fatto che le cose sono andate bene e che tutto abbia funzionato. Diciamo che in mezzo ai problemi che già c’erano, non si sono creati problemi nuovi”.

Infine, la questione banchi. “L’enfasi mediatica c’è sempre- ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi- tutta questa vicenda è stata caratterizzata da una sovraesposizione mediatica che onestamente io ho trovato eccessiva. Noi abbiamo solo voluto mettere in luce le criticità del sistema che è nostro dovere segnalare. Per quanto riguarda i banchi monoposto, ne sono stati ordinati 2 milioni e 400mila. Nelle scuole in cui non sono stati ancora consegnati, che sono la maggior parte, il problema del distanziamento si pone. Allora ci sono almeno due soluzioni dettate dalla creatività, la prima è togliere i banchi, distanziando le sedie di almeno un metro l’una dall’altra. E’ una soluzione un po’ scomoda che può andare se dopo qualche giorno arriveranno i banchi nuovi. L’altra soluzione è la disposizione cubana, per cui si prende un banco doppio e si mette un alunno sul lato lungo ad un estremo e un altro alunno sul lato corto all’altro estremo. Questo aumenta un po’ la distanza tra loro”. “Penso sia stato giusto acquistare banchi nuovi- ha concluso- perché tantissimi banchi nelle scuole sono davvero vetusti”.

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