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Sardegna, Johnny ‘lo zingaro’ arrestato dalla Polizia

Il noto malvivente era evaso dal carcere di Sassari lo scorso 6 settembre

Pubblicato:15-09-2020 07:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:53
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ROMA – E’ finita la fuga di Giuseppe Mastini, noto come Johnny lo Zingaro. Evaso dal carcere di Sassari il 6 settembre, Mastini è stato rintracciato e arrestato questa mattina dalla Polizia in Sardegna, in un casale in una zona rurale della provincia di Sassari. Alla cattura hanno partecipato gli uomini del servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della Squadra mobile di Sassari. 

Noto esponente della malavita romana negli anni ’70, Mastini, chiamato ‘lo zingaro’ per le sue origini Sinti, è stato condannato per tre omicidi, un sequestro di persona ed oltre 25 rapine. Quello concluso questa mattina era il suo settimo tentativo di evasione.

ARRESTO JOHNNY LO ZINGARO, ES POLIZIA: “CAMBIARE SISTEMA PERMESSI”

“Ai colleghi delle squadre mobili di Sassari e Cagliari, a quelli del Servizio centrale operativo di Roma per la Polizia di Stato e a quelli del Nucleo investigativo centrale di Roma della Polizia penitenziaria vanno le nostre piu’ vive congratulazioni per essere riusciti, lavorando in perfetta sinergia, ad individuare e catturare in un casolare isolato nelle campagne sassaresi, il pericoloso latitante che, tra le numerose altre clamorose imprese criminali nel 1987, durante una delle precedenti evasioni, aveva assassinato a sangue freddo l’agente della Polizia di Stato Michele Giraldi e ferito gravemente il collega Mauro Petrangeli, entrambi del Commissariato X Tuscolano”. Cosi’ Vincenzo Chianese, Segretario generale di ES Polizia,


“Questa ennesima evasione del medesimo pericoloso criminale- prosegue- e’ una delle moltissime prove tangibili del fatto che l’attuale sistema che regola la concessione dei permessi premio ai detenuti non funziona come dovrebbe e va assolutamente cambiato, cosi’ come devono cambiare le regole interne alle carceri dove, complici anche un sovraffollamento indegno di un Paese civile e gli organici del personale drammaticamente carenti, si moltiplicano le quotidiane e talvolta feroci aggressioni ai poliziotti penitenziari: ci auguriamo che questo appello non rimanga inascoltato, come i precedenti”.

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