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Nel mondo 815 milioni di persone soffrono la fame

Sempre di più a causa delle guerre e dei cambiamenti climatici

Pubblicato:15-09-2017 10:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:41

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ROMA –  Dopo una costante diminuzione da oltre un decennio, la fame nel mondo è di nuovo in aumento, colpendo nel 2016 circa 815 milioni di persone, vale a dire l’11% della popolazione mondiale, afferma la nuova edizione del rapporto annuale delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare e la nutrizione nel mondo pubblicato oggi.

Inoltre molteplici forme di malnutrizione minacciano la salute di milioni di persone in tutto il mondo. L’aumento – 38 milioni di persone in più rispetto all’anno scorso – è dovuto in gran parte alla proliferazione di conflitti violenti e agli shock legati al clima, secondo ‘The State of Food Security and Nutrition in the World 2017’ (‘Lo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo). Circa 155 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni sono sotto sviluppati (troppo bassi per la loro età), mentre 52 milioni soffrono di deperimento cronico, che significa che il loro peso non è adeguato rispetto alla loro altezza. Circa 41 milioni di bambini sono invece in sovrappeso. Preoccupano inoltre, secondo il rapporto, l’anemia delle donne e l’obesità degli adulti.

LE CAUSE

Queste tendenze sono una conseguenza non solo dei conflitti e del cambiamento climatico, ma anche dei grandi mutamenti nelle abitudini alimentari e dei rallentamenti economici.


Il rapporto è la prima valutazione globale dell’Onu sulla sicurezza alimentare e sulla nutrizione rilasciata dopo l’adozione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, che mira a porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 come priorità politica a livello internazionale. Esso identifica i conflitti – sempre più aggravati dal cambiamento climatico – come uno dei fattori chiave dietro il riacutizzarsi della fame e di molte forme di malnutrizione.

“Nel corso degli ultimi dieci anni i conflitti sono aumentati drasticamente e sono diventati più complessi e di difficile risoluzione”, hanno dichiarato nella loro prefazione comune al rapporto i responsabili delle agenzie Onu che lo hanno curato (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), il Programma alimentare mondiale (Wfp) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). E hanno fatto notare come alcune delle più alte percentuali di bambini che soffrono la fame e la malnutrizione sono concentrate in zone di conflitto.

“Questo è un campanello d’allarme che non possiamo permetterci di ignorare: non porremo fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione entro il 2030 se non affrontiamo tutti i fattori che minano la sicurezza alimentare e la nutrizione”, hanno affermato. “A tal fine assicurare società pacifiche e inclusive è una condizione necessaria“.

Agli inizi del 2017, per diversi mesi, la carestia ha colpito alcune parti del Sud Sudan e c’è il rischio concreto che possa riapparire nel paese e in altre zone colpite da conflitti, soprattutto nel nordest della Nigeria, in Somalia e nello Yemen, hanno fatto notare. Anche regioni più pacifiche, ma colpite da siccità o da inondazioni legate in parte al fenomeno meteorologico di El Nino, così come dal rallentamento economico globale, hanno visto deteriorarsi la sicurezza alimentare e la nutrizione.

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