Palermo, nella notte del Festino il monito di Lorefice contro droga e mafia

Dal carro di Santa Rosalia

Pubblicato:15-07-2024 12:29
Ultimo aggiornamento:15-07-2024 19:26
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arcivescovo Lorefice
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PALERMO – Duro monito dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, contro la droga. Lorefice ha scelto la notte del Festino, con oltre 350mila tra palermitani e turisti per le strade del Cassaro a celebrare Santa Rosalia, patrona del capoluogo siciliano, per scagliare la sua invettiva contro gli stupefacenti.

“LA DROGA NUOVA PESTE”

“A chi vogliamo lasciare la nostra cittĂ , i nostri quartieri, le nostre case, le nostre strade?”, si è chiesto Lorefice dal carro della ‘Santuzza’. “A questa nuova peste che, sotto i nostri occhi, camuffata di normalitĂ  e di ineluttabilitĂ , sta contagiando i nostri giovani, cioè i nostri figli e nipoti, a Ballarò come al Cep, a Bagheria come a Termini imerese? Questa tremenda peste entra nelle nostre case, nelle nostre scuole, nei luoghi di ritrovo dei giovani, nei luoghi di divertimento e dello sport. Ci invade sotto i nostri occhi. Si diffonde come cosa ordinaria il consumo di crack e di altre droghe come il fentanyl, aggiunto all’eroina. Neonati ricoverati per overdose. Giovani piegati o stramazzati a terra. Esaltati, o depressi”.

“SALVIAMO I NOSTRI FIGLI”

L’arcivescovo di Palermo ha poi segnalato come in cittĂ  “si abbassa anche l’etĂ  dei consumatori di droga”. “La prima dose si consuma anche a dieci anni – ancora Lorefice -. Penso a Ballarò e alle sue stradine, dove vediamo ragazzini e giovani distesi sui marciapiedi con lo sguardo perso, con gli occhi dello sballo da crack. Ragazze costrette a vendere i loro corpi per racimolare il prezzo di una dose. Non sono figli di altri, sono i nostri figli e ne siamo responsabili. Giovani, bambini, adescati per farli diventare dipendenti. Schiavi. Manipolabili. Consumatori”.

MONITO CONTRO LA MAFIA

E ancora: “A chi vogliamo lasciare la nostra cittĂ ? Al crimine, alla violenza, all’indifferenza, ai disumanizzati e disumanizzanti e perversi uomini e donne della mafia, oppure a un ritrovato senso comunitario della vita, alle istituzioni dello Stato deputate a rendere umana la cittĂ , a promuovere il bene di tutti, la giustizia e la pace?”. La mafia resta uno dei principali ‘mali’ di Palermo: “L’organizzazione mafiosa sta tentando di ritrovare nuove risorse attraverso il rinnovato impegno nel campo del traffico di stupefacenti – ha avvertito Lorefice -. Gridiamo forte nel Festino di Rosalia il nostro desiderio di riscatto dalla mafia. A viso aperto. A cielo aperto. No alla mafia. Sì ai nostri figli”. Poi un messaggio proprio agli uomini di Cosa nostra: “Convertitevi anche voi mafiosi. Rosalia non sarĂ  mai con voi. Vi rinnega. SarĂ  sempre dalla parte delle vittime. Paolo Borsellino, Pino Puglisi e tutti i martiri della giustizia e della fede ci hanno aperto gli occhi e il cammino del riscatto dalla vostra stupida tracotanza”.

MESSAGGIO ALLA POLITICA

E infine un monito anche alla classe politica: “Ai politici, agli amministratori della cittĂ  e della Regione, al presidente dell’Assemblea regionale e al presidente della Regione, agli assessorati competenti (Istruzione, SanitĂ  e Famiglia) alla commissione Bilancio, chiediamo con forza e determinazione che si adoperino concretamente e celermente ad approvare il disegno di legge, nato dalla strada, da incontri fecondi di amore alla cittĂ , a Ballarò, per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche. Decreto che io stesso ho consegnato l’anno scorso a luglio, insieme con le diverse realtĂ  civili, ecclesiali e universitarie, che lo hanno stilato. Liberiamo insieme carissimi, carissime, forti della presenza di Rosalia, ancora oggi tra noi, Palermo e le nostre cittĂ  dalla nuova peste che sta imperversano tra i nostri figli e nipoti. Liberiamoli insieme. Con te Rosalia si rinnova la speranza che sarĂ  possibile. Prega per noi Santuzza nostra”.

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