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ROMA – Migliaia di insegnanti, operai, studenti e minatori sono scesi in strada in numerose località della Bolivia per protestare contro la gestione della pandemia di Covid-19 da parte del governo della presidente Jeanine Anez.
All’origine della mobilitazione, organizzata ieri dal sindacato della Central Obrera Boliviana (Cob), 13 richieste principali: tra queste il rifiuto del decreto per la ripartenza economica presentato dall’esecutivo e l’autorizzazione all’utilizzo del diossido di cloro come cura per il Covid-19.
Al centro delle proteste anche la questione della scuola. I manifestanti hanno chiesto l’abrogazione del decreto che disciplina la didattica a distanza durante l’emergenza e hanno chiesto le dimissioni del ministro dell’Istruzione, ritenuto “incapace” di gestire l’emergenza.
Le protesta, denominata dagli organizzatori “Gran Marcha por la Salud, la Educacion, la Estabilidad Laboral y la Vida”, si è svolta in modo pacifico in diversi centri del Paese, tra i quali la capitale La Paz e la città di Cochabamba, nel centro del Paese.
Continuano intanto i problemi per l’esecutivo guidato da Anez, succeduta all’ex presidente Evo Morales a novembre dopo una pronunciamento militare: sono saliti infatti a sette i ministri positivi al Covid-19. Ultimo in ordine di tempo il titolare agli Idrocarburi, Víctor Hugo Zamora.
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