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Omicidio Cerciello Rega, il collega Varriale in aula: “Ci qualificammo come Carabinieri, niente pistola per praticità”

Parla in aula Andrea Varriale, il carabiniere che era di pattuglia in borghese insieme al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega la notte in cui quest'ultimo fu ucciso a coltellate

Pubblicato:15-07-2020 11:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:38

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ROMA – “Ci avviciniamo ai due e tiriamo fuori il tesserino dicendo che eravamo Carabinieri”. A riferirlo in aula, Andrea Varriale, il carabiniere che era di pattuglia in borghese insieme al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega la notte del 26 luglio scorso, poco prima che quest’ultimo venisse ucciso a coltellate. Varriale è testimone nel processo che vede imputati Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth.

“Dopo esserci qualificati ho riposto in tasca il tesserino. Mario ha fatto la stessa cosa. Abbiamo fatto quello che facciamo sempre. Loro non avevano nulla in mano. Noi andavamo ad identificare due persone. I due ci hanno immediatamente aggrediti- ha detto Varriale davanti ai giudici della Prima corte d’Assise- Io fui preso al petto da Natale e rotolammo in terra. Allo stesso tempo sentivo Cerciello che urlava ‘fermati, carabinieri’ e aveva una tono di voce provato”.

Il militare ha poi raccontato le fasi dell’aggressione. “Tutto è durato pochi secondi. Io lascio andare il mio aggressore perché preoccupato per le urla di Mario. Alzo la testa e vedo lui in piedi che mi dice ‘mi hanno accoltellato’ per poi crollare a terra. Mi sono quindi tolto la maglietta e ho provato a tamponare la ferita, ma il sangue usciva a fiotti. Ho chiamato subito la Centrale per chiedere una ambulanza”.


Poco dopo è stato fatto ascoltare in aula l’audio della chiamata ai soccorsi fatta da Varriale subito dopo il ferimento di Cerciello. Durante l’ascolto, il suocero di Mario Cerciello Rega ha accusato un malore e l’udienza è stata sospesa.

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“NON AVEVAMO ARMA PER PRATICITÀ”

“Dovevamo avere la pistola ma per praticità e perché dobbiamo mimetizzarci l’arma è più un problema, non mi è mai capitato di doverla usare nei servizi nella zona della movida” prosegue Andrea Varriale spiegando il motivo per cui erano sprovvisti della pistola d’ordinanza.

“La Beretta pesa oltre un chilo ed è lunga 25 centimetri. Io ero vestito con una polo- ha detto Varriale- dei jeans e le scarpe da ginnastica. Il nostro obiettivo, quando facciamo quel tipo di servizio, è confonderci tra la gente e mimetizzarci. La zona di competenza era quella che va da Ponte Sisto, Campo de’ Fiori e piazza Trilussa, il turno era dalla mezzanotte alle sei di mattina. Giravamo a piedi perché i controlli sull’attività di spaccio non si possono fare in auto”.

Il processo è stato aggiornato dopo il malore che ha colto, durante l’udienza, il suocero di Cerciello, trasportato in ambulanza in ospedale per accertamenti.

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