NEWS:

VIDEO | Berton (Ucbm Roma): “Premiati da Isakos per miglior studio su patologia femoro-rotulea”

Intervista a Alessandra Berton, ortopedico presso il Policlinico Universitario Campus Bio-medico di Roma

Pubblicato:15-07-2019 10:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:31

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

https://youtu.be/Jk93VYEaD_M

ROMA – Le malattie articolari sono molto diffuse tra la popolazione, più di quello che a volte si può immaginare. Va considerato da un lato l’invecchiamento di buona parte della popolazione italiana, dall’altro i fattori sbagliati legati allo stile di vita, come l’obesità, il diabete e la sedentarietà, che favoriscono l’insorgenza di infiammazioni. Per capire meglio quali sono queste patologie, in modo particolare la sindrome femoro-rotulea, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato Alessandra Berton, ortopedico presso il Policlinico Universitario Campus Bio-medico di Roma:

– Le patologie dell’articolazione sono diffuse, ma a volte si tende a sottovalutarle. Quando e’ bene rivolgersi a uno specialista?


“Quando la sintomatologia è costante e limita lo svolgimento delle normali attività quotidiane, oppure nel caso di traumi che provocano una tumefazione articolare, associata a dolore e limitazione funzionale. E’ bene rivolgersi al primo soccorso e, se necessario, proseguire gli accertamenti con lo specialista”.

– Quali sono le nuove frontiere dell’ortopedia?

“L’ortopedia è una branca antica della medicina, ma è in continua evoluzione. Infatti il campo ortopedico spazia dalla meccanica alle scienze biologiche e le nuove frontiere riguardano tanto le terapie infiltrative, con fattori di crescita e cellule staminali, quanto le innovazioni nel campo delle tecniche chirurgiche e nell’impiego di materiali sempre più sofisticati. L’obiettivo naturalmente è quello di migliorare sempre di più i risultati e la qualità della vita dei pazienti”.

– Che ruolo svolge la riabilitazione nel post-operatorio?

La riabilitazione è fondamentale tanto quanto l’intervento chirurgico poiché permette al paziente di recuperare la sua condizione preesistente o in alcuni casi di migliorarla. Dunque la riabilitazione assolve a un ruolo fondamentale di cui noi ortopedici non possiamo fare a meno”.

– Lei è stata premiata per uno studio su ginocchio-rotula, ce ne vuole parlare?

“Ho ottenuto questo riconoscimento per uno studio sulla patologia femoro-rotulea, nello specifico sul caso in cui questa porzione diventa instabile, ovvero quando la rotula si lussa ed esce dalla sua normale sede. Lo studio è stato guidato dal professor Giuseppe Umile Longo e supervisionato dal professor Vincenzo Denaro, e l’ho svolto insieme al collega Giuseppe Salvatore nei laboratori di biomeccanica dell’Università di Harvard. Questo studio ci ha permesso, mediante una metodica ingegneristica che generalmente viene utilizzata per analizzare i palazzi quando vengono sottoposti a stress come i terremoti, di valutare le forze che agiscono sulle articolazioni e capire quale metodica d’intervento è meglio utilizzare in certi tipi di pazienti che tendono ad avere una lussazione di rotula recidivante. A conferire il premio è stata l’International Society of Arthroscopy, Knee Surgery and Orthopaedic Sports Medicine (Isakos) che ci ha premiati come migliore ricerca nell’ambito della patologia femoro-rotulea”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it