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Giustizia, centro minorile, in 5 anni ingressi dimezzati

ROMA - "In Campania il numero dei ragazzi che viene

Pubblicato:15-07-2016 15:16
Ultimo aggiornamento:15-07-2016 15:16

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napoliROMA – “In Campania il numero dei ragazzi che viene arrestato e coinvolto in attività malavitosa sta scendendo da diversi anni“. Ad affermarlo all’Agenzia Dire è Giuseppe Centomani, dirigente del Centro giustizia minorile della Campania, secondo cui: “i ragazzi che venivano portati al Centro fino a 5 anni fa erano tra i 3 e i 400 all’anno, adesso siamo sui 150”. Secondo il responsabile del Centro e criminologo, però, “gli adolescenti implicati in situazioni di delinquenza sono sempre di meno, ma quelli che restano hanno situazioni più complesse”. Rispetto ai fenomeni di criminalità tra i giovanissimi definiti dai media, anche recentemente, come “baby camorristi”, Centomani commenta: “cerchiamo di leggerne le gesta come gesta di adolescenti, perché se li etichettiamo già come camorristi diamo loro una condanna definitiva, se li riconosciamo come ragazzi possiamo ragionare insieme a partire dai loro gravi errori e cercare delle soluzioni”.

Centomani definisce i ragazzi che delinquono a Napoli come “camorristi da strapazzo”. “Utilizzano i metodi- dice- ma non il sapere camorristico adulto e storico, che richiede strategia, attività di rete” e “attrae meno attenzione possibile”. E lo fanno per “soddisfare due esigenze che, secondo gli psicologi classici, sono proprie di tutti gli adolescenti: identificarsi e differenziarsi”. “Quando fai la ‘stesa’, per esempio, ti vedono tutti: hai le credenziali per andare in galera, non per fare attività criminale seria. Si tratta di una modalità molto infantile. Non lo dico in senso riduttivo: bambini e ragazzi sono capaci di cose terribili, perché agiscono senza comprendere fino in fondo il disvalore e la gravità delle cose che fanno”.

“Con le loro azioni- conclude- questi adolescenti non fanno che ottenere un effetto molteplice: si mettono contro ragazzi della loro stessa età, contro i camorristi storici e poi ovviamente anche contro le forze dello stato. Mentre l’azione camorristica classica ha un avversario sul versante interno e uno sul versante esterno, loro hanno una proliferazione di nemici. Questi giovani, quindi, finiscono per andare in galera o essere ammazzati, a volte da ragazzi come loro, altre dagli adulti, perché danno fastidio, creano attenzione intorno al mondo della camorra ‘vera’”.


di Giulia Beatrice Filpi

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