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Report del Consiglio Grande e Generale del 15 giugno – mattina

In mattinata il Consiglio Grande e Generale procede con la ratifica di 3 Decreti

Pubblicato:15-06-2022 19:53
Ultimo aggiornamento:16-06-2022 14:57

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In mattinata il Consiglio Grande e Generale procede con la ratifica di 3 Decreti: il decreto delegato n.77 Misure straordinarie per il contenimento dei costi delle utenze”, il n. 86 “Mobilità del personale del Settore Pubblico Allargato e copertura dei profili di ruolo”, infine il n. 88, “Riconoscimento giuridico dell’Ordine degli Infermieri e Infermieri Pediatrici della Repubblica di San Marino”.

In particolare, il primo provvedimento esaminato dall’Aula, il n.77, occupa larga parte dei lavori. Il Sds per le Finanze, Marco Gatti, spiega come il decreto nasca con “l’intenzione di introdurre alcune misure straordinarie per contenere i costi delle utenze che purtroppo sono in crescente fluttuazione”, anche a causa del conflitto in Ucraina. Da una lato si prevede la dilazione delle utenze, dall’altro una decurtazione del 25% dell’importo fatturato in bolletta per i servizi di fornitura e distribuzione di gas naturale ed energia elettrica a famiglie e imprese in difficoltà. L’Aula è concorde sulla necessità dell’intervento, ma dibatte in particolare sulle modalità di individuazione dei beneficiari. Tra i requisiti di accesso, in un primo tempo, nel decreto è inserito anche l’aver richiesto aiuti alla Caritas: una disposizione molto criticata, in primis dall’opposizione, ma anche da qualche consigliere di maggioranza, perché si ritiene inopportuno delegare all’associazione la ‘certificazione’ dello stato di necessità dei cittadini, piuttosto che agli uffici pubblici preposti. Parimenti, Libera solleva il problema dell’esclusione dal beneficio di coloro che si trovano già in difficoltà per i pagamenti pregressi di tributi e bollette e presenta emendamenti che intervengono su questi aspetti, tra cui quello che propone l’introduzione dell’Icee quale strumento di valutazione della capacità reddituale.

Nel corso dell’esame dell’articolato, il Governo va incontro ad alcune richieste dell’opposizione. Il Sds Gatti si dice contrario all’accoglimento dell’emendamento sull’Icee: così com’è “non garantisce equità nel calcolo nel peso tra reddito e patrimonio- spiega- ma un Gruppo di lavoro sta analizzando l’introduzione di uno strumento di questo tipo che riteniamo comunque assolutamente utile e legato all’Igr per cui è in corso un aggiornamento di riforma”. Ad ogni modo, per evitare l’esclusione di un numero significativo di nuclei familiari, il governo riformula un emendamento e propone di aprire alla richiesta di misure straordinarie a chi concorda un piano di rientro dei mancati pagamenti, senza indicazioni temporali. Inoltre elimina il riferimento, tra i requisiti, alla richiesta di aiuti alla Caritas. Vengono anche accolti alcuni emendamenti di Libera ritenuti coerenti a quest’ultima modifica del governo e uno proposto da Rete volto a dare supporto all’Aass nel rilevamento dei requisiti attraverso l’attivazione di un coordinamento con l’ufficio tributario. Il decreto viene infine approvato.


Il decreto n. 86Mobilità del personale del Settore Pubblico Allargato e copertura dei profili di ruolo”- come spiega il Sds per gli Affari interni, Elena Tonnini- disciplina la gerarchia fra dipendenti del settore pubblico allargato, la mobilità del personale , le modalità di copertura temporanea e la formazione e rincoversione professionale. Sono diversi gli emendamenti presentati da Rf e Libera, poi respinti. Infine nel dibattito al decreto n. 88, “Riconoscimento giuridico dell’Ordine degli Infermieri e Infermieri Pediatrici della Repubblica di San Marino”, Maria Katia Savoretti di Rf chiede di evitare la creazione di differenze tra le professioni sanitarie: “Perchè piuttosto non prevedere un unico ordine per tutte- propone- e inserire all’interno albi per ciascuna professione?”. Alberto Giordano Spagni Reffi di Rete replica che nell’ambito sanitario le categorie hanno tante valenze diverse: “E’ difficile equiparare un infermiere a un fisioterasta o ad uno psicologo, per esempio”. Per il Sds per la Sanità Ciavatta l’istituzione di ordine “ rappresenta un dovere nei confronti della professione infermieristica- sottolinea- sono 18 anni che attendono per un vizio di forma della legge istitutiva che non si è potuto risolvere”. Intanto “si deve riconoscere a una categoria numerosa un allineamento all’inquadramento esistente fuori confine- chiarisce- senza non è possibile accedere a corsi di perfezionamento”. Il Segretario infine assicura: “Siamo al lavoro anche per l’istituzione di Albo speciale per altre categorie- spiega- Qui, con 350 professionisti, ci sono le condizioni per istituire un Ordine, mentre una serie di professionisti non i hanno numeri e allora dobbiamo fare un Albo speciale”. Con la ratifica del decreto n. 88 si conclude la seduta della mattina. I lavori riprenderanno nel pomeriggio con l’esame dell’ultimo decreto rimasto all’ordine del giorno.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina.

Comma n. 9 Ratifica Decreto-Legge e Decreti Delegati:

Decreto delegato n.77 “Misure straordinarie per il contenimento dei costi delle utenze”

Marco Gatti, Sds per le Finanze

Questo decreto nasce con l’intenzione di introdurre alcune misure straordinarie per contenere i costi delle utenze che purtroppo sono in crescente fluttuazione. Si stanno registrando, per quanto sta succedendo in Ucraina, fluttuazioni sul gas che influenzano anche i costi dell’energia elettrica. Gli interventi che il governo ha proposto con questo decreto delegato vanno in due direzioni: per i soggetti più deboli si dà sostegno per andare ad abbassare il costo e si dà possibilità- ai privati e alle imprese- di poter dilazionare i pagamenti nel tempo, questo a verificarsi di determinate condizioni, perché va ricercato un intervento equilibrato.

Nicola Renzi, Rf

Questo decreto si può leggere anche insieme ad un altro decreto, quello sui carburanti, e francamente questo tocca ancora di più le situazioni di bisogno. E per noi sarebbe molto importnate fare distinzione tra povertà assoluta e relativa. Chi ha avuto esperienza di Capitano Reggente si è reso conto delle necessità delle famiglie e dei singoli della Repubblica di San Marino, necessità spesso dettate non dalla povertà estrema- mancanza di cibo e cose fondamentali per vivere- ha impattato fortemente il non poter più mantenere uno stile di vita, pur già modesto, corroso dalla crisi e quindi ha portato addirittura alla difficoltà di non riuscire a pagare le utenze, che è il mantenimento minimo di uno status e possibiltià di potersi mantenere in una casa già magari gravata da un mutuo. Il pagamento delle utenze o della rata assicurativa sono diventati per sempre più persone uno scoglio insormontabile. Si tratta quindi di decidere interventi che segnano una modalità di vedere la società. Vogliamo basarci su una vera e propria equità, garantedo uno status minimo di possibiltà di vita, non creando squilibri, o vogliamo inervenire in altri modi? Se vogliamo riuscire a fare questa valutazione è necessario arrivare effettivamente a un indicatore del reddito. Non è più rinviabile. Noi non abbiama portato a termie l’Icee ma abbiamo fatto un lavoro di studio enorme e confenzionato un progetto di legge.
Questa difficoltà di capire chi possano essere gli effettivi fruitori dei benefici dello Stato si capisce nel momento in cui anche in questo decreto vengono citate sussidiaramente entità associative come la Caritas. Lo Stato non ha da solo gli strumeti per misurare chi sono coloro che hanno necessità di aiuti, ma prende come parametro chi si rivolge alla Caritas per chiedere determinati beni per il proprio sostentamento. Sono realtà assolutamente meritorie, ma dal punto di vista dello Stato significa abdicare alle sue prerogative.

Maria Luisa Berti, Npr

Nel momento in cui ci si trova in situazioni di emergenza, è vero che compito del legislatore è anche quello di fare analisi sotto il profilo sociale per valutare i migliori interventi. Ma dovere del legislatore è anche quello di intervenire in situazioni di emergenza e sicuramente ora lo siamo. E c’è bisogno di risposte alle problematiche connesse alle utenze, sia per famiglie che per gli operatori economici. E’ un decreto che va a recepire le loro esigenze e deve essere recepito con favore, poi ci saranno tutti i momenti per gli approfondimento di carattere triburario e sociale, ma siamo già in ritardo su questi fronti. Questo è dunque un provvedimento da condividere e sostenere che risponde alle esigenze di una crisi che si ripercuote su famiglie e operatori economici e dà loro delle risposte. Noi per la Repubblica lo sosterremo.

Guerrino Zanotti, Libera

La situazione internazionale mette a dura propva la fascia di popolazione già in difficoltà per una crisi che dura da tanti anni, aggravata anche da Pandemia. C’è la necessità dunque di provvedimenti che vanno ad incidere anche in modo chirurgico su situazioni che presentano condizioni economiche in difficoltà. Ci sono diversi motivi perché riteniamo non si sia raggiunto l’obiettivo con questo decreto, il primo perché requisito primario per giungere alla rateizzazione o allo sgravio del 25% delle utenze sia quello di farsi trovare in regola con il pagamento di tributi, contributi e bollette, o avere un piano di rientro regolarmente pagato e versato. Se c’è una famiglia in difficoltà, aggravata dalla situazione contingente, lo sarà perché in questi anni ha perso potere di acquisto, il lavoro, ha finito gli ammortizzatori sociali..mi chiedo come potrebbe essere in regola quella famiglia o singolo già in difficoltà a pagare utenze e tributi precedenti. Così come formulato il decreto è assolutamente inefficace e non coglie la situazione di effettivo bisogno. Bisognerà trovare altra modalità di individuazione dei beneficiari. Di qui la necessità di introdurre lo strumento principe per andare individuare nuclei familieri e singoli che hanno necessità di sostegno dello Stato. E lo abbiamo già, se non vi piace cambiatelo, ma è ora di introdurre uno strumento che misuri la capacità reddituale dei nuclei familiari. C’è già la norma e il supporto informatico per applicarlo, non si comprende perchè non vogliate assolutamente introdurlo, forse non vi interessa andare a fare misure di equità, vi ostinate a usare criteri che non vanno a individuare correttamente le persone maggiormente bisognose. Che venga poi usata la Caritas come fonte di informazione per verificare la fase istruttoria delle pratiche per l’accesso ai benefici è assolutamente sbagliato. E’ pregevole quello che la Caritas sta facendo, ma non si può usare quella come fonte di informazione, vi siete chiesti se vi sia rispetto delle norme della privacy, per esempio?

Manuel Ciavatta, Pdcs

E’ chiaro lo Stato voglia dare supporto a situazioni più rilevanti. Come lo Stato può muoversi in queste circostanze? Quando nel 2014 è stato fatto il Fondo straodinario di solidarietà è iniziato un percorso, non tanto per dire che lo Stato da solo non ce la fa, ma perché ci sono associazioni a stretto contatto con le persone che superano le dinamiche burocratiche tipiche dello Stato. Nel 2014 lo abbiamo fatto- e c’era anche lei Zanotti al governo, lo abbiamo fatto insieme- secondo il principio della sussidiarietà. A volte le persone poi non si rivolgono allo Stato ma preferiscono la Caritas, che poi ha le sue modalità di valutazione e rappresenta un osservatorio attendibile per individuare le situazioni di maggior bisogno.

Denise Bronzetti, Gruppo misto

La questione va riposizionata, consigliere Ciavatta. Enti privati, pur riconosciuti, finché subentrano per fornire informazioni sui soggetti bisognosi è un conto, quando però sono chiamati a certificare, nei confronti dello Stato, delle situazioni patrimoniali, c’è qualcosa che non fila. Non possono essere enti privati a certificare situazioni di soggetti a cui vengono elargiti contributi da parte delle istituzioni. E’ un problema normativo che rischia di aprire a soggetti privati ed esterni che potrebbero un domani essere inseriti in altre norme. E’ lo Stato che certifica rispetto i suoi cittadini, chiariamo il concetto.

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete

Assistiamo in questi anni a un diminuzione economica esponenziale da parte di famiglie e imprese, lesive per l’economia e il consumo, e questo deceto viene in parziale soccorso. Sicuramente qualcosa farà, ma il riconoscere quale sia il target cui certi posticipi possono essere assegnati, può rappresentare una difficoltà. Come Stato abbiamo difficoltà a raccogliere dati. Ho visto gli emendamente di Libera in cui si parla di Icee, che purtroppo ha difficoltà nell’essere attuato, è vero che c’è un decreto della precedente legislatura, ma lo definisce e non lo attua. C’è un problema a San Marino da un lato legato al fatto che ci basiamo su strumenti antichi, dall’altro che gli uffici hanno difficoltà a raccogliere dati, e con facilità le persone sammarinesi possono avere beni al di fuori del territorio sammarinese e i dati vanno incrociati. Dobbiamo lavorare per dotarci di uno strumento efficace di raccolta dati economici, il più efficace possibile, e poi capire come ripartire risorse nel Paese. In questi anni i ristori della pandemia e queste misure hanno datola massima dimostrazione: sarebbe più facile usare questi strumenti con un vero e proprio metodo di ripartizione. Anche a me vedere che si demanda alla Caritas il rilevamento della situazione di indigenza pare molto forte. E se in questo momento è l’unico elemento che possiamo trovare, lo accetto, per aiutare chi ha bisogno. Ma vedere che come Stato ci ‘ appaltiamo’ alla Caritas, è indice che non riusciamo a usare dati che raccogliamo, ed è abbastanza incredibile. E mi chiedo la Caritas quali strumrnti tecnici abbia per fare questi controlli, mentre noi abbiamo uffici preposti. Se questi hanno problemi nel recupero dati e nella loro trasmissione dovremmo andare in loro soccorso. Il mio movimento sostiene il decreto perché ritiene sia necessario andare a sostenere famiglie e imprese in questo momento. Però è anche evidente che sia l’ennesima avvisaglia che ci deve far pensare che come Stato abbiamo necessità di dotarci di strumenti in grado di rilevare effettivamente la forza ecomica de nostri cittadini. E serve da un lato per la questione di riscossione dei tributi e dall’altro per ridistribuire equamente le risorse del sistema assistenziale, tra chi ha di più e chi meno.

Matteo Ciacci, Libera

Gli ultimi interventi racchiudono una considerazione centrale in questo decreto, non possiamo contestare l’intento nobile e necessario per addivenire a una problematica che c’è ed è sempre più frequente sul nostro teritorio. Prerogativa dello Stato è avere strumenti per supportare le famiglie in difficoltà e sua peculiarità è accedere alle informazioni direttamente, poi le associazioni – sicuramente meritorie. danno attività di supporto, ma è svilente sentirsi dire ancora oggi che non abbiamo dati e non si riesce ad accedere a informazioni. Anagrafe, Igr, catasto, registro delle società: i dati ci sono e dobbiamo portare a casa finalmente l’Icee, strumento equo, chiaro e preciso. E bisogna cercare di avere un approccio più laico e flessibile, non possiamo essere stringenti sui requisiti di accesso: crisi economica, pandemia, etc. sono tutte situazioni da tenere in considerazione per chi in questi mesi non è riscito a pagare bollette e imposte e bisogna allargare la platea di accesso perché non si aiutino solo poche persone. Presenteremo emendamenti in questo senso.

Iro Belluzzi, Libera (indipendente)

Non mi trovo minimamete d’accordo con l’inserimento della funzione di Caritas e l’essersi rivolto a Caritas quale presupposto er poter accedere a contributi. E’ un ente meritorio per l’attività che svolge, ringrazio per quanto svolto, ma chiedo alla maggioranza che riconduca allo Stato quanto è di sua pertinenza.

Marica Montemaggi, Libera

I cittadini in difficoltà si stanno rivolgendo a tanti istituti, non solo alla Caritas, ci sono anche Sums ed altre associaizoni. Dobbiamo piuttosto dare dignità ai cittadini, togliere l’assistenzialismo come concetto fondamentale, per questo insistiamo sull’Icee che a nostro avviso è l’unico strumento che è lì da anni, però nessuno vuole metterlo in pratica. Il percorso era andato avanti, a inizio legislatura ci è stato detto che in breve sarebbe stato applicato, ma dopo 3 anni di legislatura è chiaro che non c’è intenzione di applicarlo e così si continua a non dare dignità a situazioni di cui non c’è nulla di vergognarsi e preferiamo continuare con metodi del mero assistenzialismo.

Ferdinando Bindi, Rf

Povertà o indigenza hanno sempre portato con sé un senso di vergogna nel dichiararle. Oggi la società è cambiata e da quel che si può vedere le forme di povertà o indigenza sono figlie anche del cambiamento del costume, ci sono famiglie monoreddito, di single o senzai legami giudirici precedenti, situazioni che ci consentono di intervenire in modo diverso dall’assistenza di anni fa. Ciò detto, sulla questione Caritas o non Caritas il problema è altro. Ci sono associazioni di matrice religiose diverse, poi c’è Sums, la Croce rossa…che poi lo Stato collabori è una modalità su cui ci si può trovare d’accordo. Ma c’è un altro problema: L’Icee ci tocca farlo, è un indicatore che ci aiuta a configurare il tipo di intervento. Chi ha steso il testo di legge valuti come si può usare al meglio nel caso di effettivo bisogno.

Eva Guidi, Libera

Già ieri abbiamo discusso che ci troviamo in una situazione prospettica grave, c’è il covid dove si cerca di ripartire, dall’altro il caro energia che si riflette sulle bollette ed è il caso che stiamo affrontando, ma anche l’inflazione che corre e una minore capacità di acquisto e nello stesso tempo l’aumento dei prezzi alimentari e dei tassi di interesse. E’ chiaro che tutti gli Stati stanno intervenendo in questo senso con misure più o meno tarate su imprese e famiglie. E’ un decreto insufficente per noi. L’unica possibilità di fare un percorso serio è quello di andare a compiere una verifica puntuale e precisa sullo stato delle persone e con l’Icee è già possibile farlo per lo Stato. Ci risulta strano non riuscire a capire come mai non possa essere stato già considerato con gli interventi già messi in campo per il covid.

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