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Intelligence Economica e Security Management, uscire dal tunnel con ‘Disruption’

È la ricetta emersa dagli Stati Generali dell’Intelligence Economica e del Security Management organizzati dal CeSIntES-Tor Vergata

Pubblicato:15-06-2021 17:35
Ultimo aggiornamento:15-06-2021 17:35
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ROMA – La sesta edizione degli “Stati Generali dell’Intelligence Economica e del Security Management” – https://www.cesintes.it/stati-generali-dellintelligence-economica-e-del-security-management/ -, organizzata e curata dal CeSIntES, Centro di Studi e Ricerche interdisciplinare del Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa “Mario Lucertini” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, per venerdì scorso, 11 giugno, aveva un obiettivo: indicare una possibile via di uscita dal tunnel in cui la pandemia ha confinato le aziende e l’intero Paese. Per farlo ha convocato nel convegno, che ha beneficiato della media partnership dell’agenzia di stampa DIRE, manager ed esperti di diversa estrazione per ragionare assieme su cosa si è fatto e cosa si deve fare, dal punto di visto economico, ma non solo.

La scelta operata ormai da sei anni dal Centro studi interpreta infatti chiave moderna l’attività di un organo consultivo che riuniva quelle che erano le “forze” economiche dello Stato, creando un appuntamento con cadenza annuale in cui coinvolgere e riunire le componenti del “sistema” italiano di intelligence economica e, sempre di più, quelle legate alla security. A differenza dell’assemblea storica d’oltralpe, l’oggetto della convocazione degli Stati Generali CeSIntES non vuole essere evidentemente una crisi profonda ed imminente, ma costituire piuttosto un momento costruttivo per far conoscere e analizzare scenari e fenomeni attuali, progetti ed iniziative in corso, e dibattere e confrontarsi su tematiche di interesse, opportunità e minacce che coinvolgono il Sistema Paese e le sue aziende. In questo caso, la pandemia. L’evento quest’anno è stato dedicato alla memoria di Bruno Pellero, stimato componente del Comitato Tecnico del Centro studi, noto nel settore in Italia e all’estero per la sua altissima competenza, in particolare nelle comunicazioni.

Disruption


Se è necessario ricercare, in primis, un equilibrio tra salute ed economia, resilienza – ma soprattutto “disruption” – è il concetto che ha trainato le diverse relazioni – la maggior parte a breve consultabili al link https://www.cesintes.it/stati-generali-dellintelligence-economica-e-del-security-management/ – un cambiamento repentino con nuovi e differenti, modi di fare, pensare, progettare. Lo ha introdotto Francesco Farina, direttore del CeSIntES, che tanto ha insistito sulla necessità di cogliere gli insegnamenti della crisi pandemica, per ripensare i criteri di progettazione e programmazione, “universalizzando” il concetto di by design nella costruzione di scenari e nella valutazione degli impatti e lavorando ad una vision di identificazione di sistema Paese. Un nuovo modo di creare nuovi contenuti sui quali costruire scatole e non creare nuove scatole su cui far convogliare vecchi e fallimentari contenuti.

Una crisi pandemica che per Gianluca Ansalone (Novartis Italia) ha portato gli Stati ad una competizione per la salute dei cittadini, la politica a contrapporsi alla scienza. Di qui la necessità di tornare e/o ripartire dal metodo scientifico, accettando i fallimenti che questo comporta, ma abituando le nuove generazioni che i risultati si ottengono con prove e atteggiamenti che a questo si rifanno.

Preoccupante poi la dipendenza da altri Paesi che la pandemia ha rivelato in ambito sanitario (l’Italia non è riuscita a produrre un suo vaccino), l’altrettanto nota dipendenza tecnologica (5G, Artificial Intelligence, robotica), l’impossibilità di controllare la security di progettazione tecnologica non fatta in casa, la preoccupante, in ottica di lungo periodo, dipendenza da materie prime (che non possediamo), rilevata anche da Angelo Spena (CeSIntES e docente Università Tor Vergata) , indispensabili per la costruzione delle catene del valore delle transizioni ecologiche e digitali tanto proclamate.

Così come altrettanto forte il ritardo nelle attività di ricerca e sviluppo descritto da Fabiola Massa (CeSIntES e docente Università Tor Vergata nel mostrare i trend di crescita nelle registrazioni di brevetti e marchi padroneggiati dall’area asiatica e che certamente non vedono protagonisti gli Italiani.

Disruptionsignifica anche cogliere l’occasione delle ripartenza per pensare a nuovi equilibri di genere, ovvero a equilibri che oggi non ci sono: Barbara Martini (docente Università Tor Vergata) ha messo in luce come non si possa non considerare l’impatto che sull’economia, e sul PIL in particolare, ha la mancata occupazione femminile, che impone invece l’alimentazione di un circolo virtuoso tra aziende, università, e consapevolezza da parte delle donne, a stretto giro incentivato da una premialità per quelle aziende che si doteranno di una “certificazione di genere”.

Cosa serve?

Serve una strategia di Paese, serve saper concentrare e valorizzare le risorse sulle ricerche finalizzate ad anticipare e costruire innovazione, serve monitorare le politiche pubbliche per accertarci che raggiungano gli obbiettivi prefissati (si veda, ad esempio, l’inflazione da superbonus che rischia di bruciare il beneficio atteso dalla politica di rilancio e incentivazione proposta.)

Serve, come ribadito da Massimo Giannini, coordinatore CeSIntES, focalizzare gli Investimenti (PNRR in particolare) su quei settori strategici per l’economia italiana, a partire dall’hospitality e ristorazione, in grado di moltiplicarne gli effetti e trasferirne indirettamente i benefici su altri settori dell’economia. Cogliere l’occasione dei parametri europei ormai saltati per creare debito sì, ma in grado di produrre benefici, di ripagarsi senza configurarsi come mero trasferimento sulle generazioni future. Investire puntando a una logica di moltiplicatore interno, evitando che le catene del valore si sbilancino all’esterno, e quel beneficio atteso anche in termini di future entrate per lo Stato si concretizzi.

La pandemia ha accentuato crisi economiche e finanziarie esistenti, rendendo ancora più appetibili tante aziende, marchi, iniziative “made in Italy”, all’investitore straniero, a prescindere dai suoi obbiettivi predatori, speculativi, o semplicemente alla ricerca di partnerships o miglioramento dei propri business. Bernardo Argiolas (Presidenza del Consiglio dei Ministri) ha quindi evidenziato l’evoluzione del principale strumento che il Paese possiede per tutelare il proprio tessuto imprenditoriale, il golden power, in continua evoluzione nelle attività ad alta densità tecnologica, nelle comunicazioni, fino all’alimentare e nella trasversalità, considerando le catene del valore che caratterizzano determinate aziende, tecnologie finite, e produzioni.

Sicurezza, innanzitutto

La Security era l’altro cardine degli Stati Generali appena conclusi: è la funzione che in azienda più è stata in grado di rispondere alla pandemia e più ha vissuto e sta vivendo i cambi di paradigma generati, in particolare sull’organizzazione del lavoro. Massimo Marrocco (CeSIntES e AIPROS), Giuseppe Accardi (CeSIntES e COOPSERVICE), Pierluigi Pelargonio (CeSIntES e SKY) , Francesco Ceccarelli (ENEL) hanno in tal senso evidenziato approcci simili per settori diversi di appartenenza, per una funzione che sempre più si deve innovare e si sta innovando, cogliendo anche le opportunità offerte dagli investimenti in innovazione tecnologica (Accardi), per essere sempre pronta ad affrontare nuove sfide, superare gli shock economici come quello attuale, e puntare, come evidenziato da Ceccarelli, sulla centralità delle persone come fattore indispensabile per arrivare agli obbiettivi preposti.

Il fattore umano al centro di diversi interventi, per come sta reagendo e si è comportato nelle diverse fasi della pandemia, come ha partecipato o reso vane le politiche ed i tentativi di mitigarne le conseguenze, come sta cambiando le abitudini, le nuove paure. Fabrizio Di Staso (ATAC) lo ha rilevato tra le esigenze di sicurezza che hanno dovuto aziendalmente garantire, alla luce di una irrazionalità naturale, alimentata dalla paura e dalla diffidenza, paure e nuove abitudini che si riflettono poi sulla mobilità sui servizi alla persona, sui servizi pubblici in genere.

Un fattore umano, o fattore sociale, che in assoluto ha subito le più forti conseguenze della pandemia, con Isabella Corradini (CeSIntES e Centro Ricerche Themis) a evidenziare le difficoltà generate dal lockdown, anche a causa di uno scarso supporto psicologico, vuoi per risorse disponibili, vuoi per mancata pianificazione, vuoi per mancata formazione al personale, danni con conseguenze non facilmente misurabili, come depressione, paure, cambio abitudini e atteggiamenti lavorativi, sociali e familiari: un fattore psicologico di cui necessariamente tener conto per le dovute misure da pianificare per il futuro.

Riflettendo sulla gestione generale della crisi pandemica, Luisa Franchina, CeSIntES e Partner Hermes Bay, ha ricordato il piano pandemico esistente (costruito con approccio militare e di difesa civile), sintetizzando metodologie, strumenti di difesa e strategia su cui l’Italia è ritenuta a livello internazionale un’eccellenza.

La comunicazione protagonista delle conclusioni, affidate all’esperto di comunicazione strategica Nicola Bonaccini (CeSIntES), che, impugnando la matita bicolore, rosso e blu, ha commentato le iniziative più e meno fortunate di comunicazione che hanno accompagnato la gestione pandemica, sottolineando, una volta di più, come sia determinante saper comunicare con precisi comportamenti, con le giuste fonti, messaggi, tempi, per supportare le decisioni e per ottenere l’aiuto indispensabile della popolazione. In una crisi pandemica e in ogni, possibile, futura crisi.

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L’intelligence economica si è universalmente affermata come attività al servizio delle decisioni strategiche, attraverso concetti, strumenti, metodologie, conoscenze e competenze sviluppate in diversi contesti, commerciali, istituzionali, accademici, operativi, scientifici e industriali. Come concetto, è strettamente correlato allo sviluppo e alla tutela della ricchezza di una nazione, espressione tanto delle risorse naturali di cui questa dispone, quanto dei suoi investimenti, dei suoi equilibri economici e finanziari, dell’attività di ricerca ed innovazione, della proprietà intellettuale, scientifica, artistica ed industriale.Si fonda sulla ricerca analisi ed elaborazione dell’”informazione” economico finanziaria finalizzata alle decisioni strategiche, individuali delle aziende (intelligence economica aziendale) e collettive di enti agenzie e amministrazioni pubbliche (intelligence economica istituzionale). Si esplicita attraverso un processo strategico che include ricerca, raccolta, sistematizzazione e analisi di dati ed informazioni, e si conclude con la decisione strategica finale.

Il Security Management si occupa di gestire la Security ovvero la Sicurezza aziendale, il che significa presidiare e tutelare il patrimonio dell’azienda, tangibile ed intangibile, fatto di proprietà, persone, know how, informazioni, dati, conoscenze, processi e sistemi. Tutela del patrimonio significa presidiare a 360 gradi i rischi e le minacce che incombono sull’attività operativa dell’azienda e sul contesto in cui questa opera e che la circonda. Presidiare i rischi implica conoscere le proprie vulnerabilità, anticipare accadimenti, ridurre la probabilità di eventi dannosi, limitarne l’impatto, garantire continuità operativa e resilienza. Ciò significa tutela dell’azienda per responsabilità oggettiva e soggettiva, compliance di norme volontarie e cogenti, tutela da qualsivoglia azione che possa comportare un danno con impatto economico sulla stessa. Il Manager della Security, a prescindere da complessità o dimensione aziendale, è la persona che ha il compito di governare una funzione così complessa e aleatoria, con formazione e aggiornamento continui, competenza, attitudine al risk management, conoscenza del business e delle policy aziendali, visione e percezione integrata con operatività trasversale nei processi.

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