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Di Battista come Colao, parlano tanto ma nessuno se li fila

L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:15-06-2020 14:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:29

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«Mi attaccano perché sono contro il conflitto di interessi… io vado dritto» urla Alessandro Di Battista, che dopo l’uscita di ieri in tv ha fatto il pieno… di critiche. Anche sui vari social, al fondo, arriva una sorta di ‘vaffa’ trasversale dai simpatizzanti del M5S filo-destra e filo-sinistra che non gli perdonano di aver preferito farsi i viaggi suoi, sparire in giro per il mondo, mentre gli altri sputavano sangue per tenere il M5S al Governo del Paese. «E oggi arriva fresco fresco e vuol comandare» dice un ‘grillino’, «spiega cosa dobbiamo fare, dà le pagelle… E va dritto, contro un muro». Troverà consensi? «Poca roba a livello parlamentare» spiega un altro pentastellato, mentre un Dem sottolinea: «Ma con Di Battista dove vanno? A casa? Non mi sembra che ci sia questa voglia». Ma si può consolare. Anche il supermanager Colao, che per mesi ha guidato la mega task force di esperti che doveva metter giù il programma per l’Italia futura, oggi agli Stati Generali non ha riscosso nemmeno un applauso, solo un formale ringraziamento da parte del Presidente del Consiglio. Ma come? Tutto quel malloppo e nessun chiarimento, qualche domanda? «Niente- risponde una persona presente agli Stati Generali che ha seguito l’intervento- ha parlato una mezz’oretta, nessuno ha chiesto niente, niente applausi, alla fine si è alzato ed è ripartito… per Londra».

Il presidente del Consiglio, spiegano fonti Dem e del M5S, «oggi è più forte che mai». La campana Dem: «Il Pd non è affatto preoccupato di un eventuale partito Conte, anzi, insieme si riuscirebbe a battere la destra di Salvini. Bisogna vedere se il M5S regge o salta in aria, chiaro che se ci sarà una scissione questa potrebbe colpire il Governo… ma non penso che sia questa l’intenzione della stragrande maggioranza dei ‘grillini’, che vogliono durare fino alla fine». La campana del M5S: «Il Pd, visto il sondaggio sul gradimento del presidente Conte, è avvisato, deve fare attenzione ai suoi giochetti. Perché se qualcuno pensa di sostituirlo con un esponente Dem, dovrà fare i conti col partito di Conte, e allora saranno guai, perché Conte a quel punto si prenderà il 35%». Sarà il premier a “prendere” la guida del M5S? Nessuno si sbilancia, il presidente del Consiglio ha molti nemici, anche dentro al Governo. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, lo ha attaccato più volte, e nel M5S è voce comune che pure Di Maio lo vive come un ostacolo alla sua ripresa del comando. Finché tutti litigano Conte può star tranquillo, è quando “stai sereno” che ti fregano.


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