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A Bologna sospesa bonifica Prati di Caprara, trovate mine e granate

E intanto anche l'Ascom dice 'no' al progetto della cittadella della moda

Pubblicato:15-06-2018 13:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16

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BOLOGNA – Alla fine le tante evocate mine c’erano davvero. La bonifica in corso ai Prati di Caprara di Bologna, nell’area dove il Comune realizzerà la nuova scuola da 520 posti, è stata sospesa proprio a causa del rinvenimento di alcuni residuati bellici. Si tratta di granate, mine antiuomo, bombe a mano e da mortaio, fucili da guerra e uno spezzone di bomba d’aereo, riferisce Palazzo D’Accursio in una nota.

I materiali esplosivi, ritrovati nel corso dei lavori di bonifica bellica realizzati da una ditta incaricata dall’Agenzia del Demanio, ora sono stati messi a disposizione delle autorità militari per l’accertamento, la distruzione e il ritiro. Secondo la normativa vigente, la bonifica bellica è stata sospesa in attesa dell’intervento delle autorità militari.

E IL COMITATO DUBITA

Ai Prati di Caprara spuntano dal terreno mine e granate durante la bonifica. Ma il comitato ‘Rigenerazione no speculazione’, da tempo in prima linea nella battaglia contro i progetti del Comune di Bologna sull’area, non lesina dubbi nell’apprendere sia del rinvenimento del materiale bellico sia della sospensione della bonifica in corso. “Mah, notizia un po’ bizzarra– commenta il comitato sulla propria pagina Facebook- mine antiuomo metri e metri sottoterra? Oppure le han trovate un mese fa e lo dicono oggi?”.


ANCHE ASCOM BOCCIA L’OUTLET: PRUDENZA

Anche l’Ascom di Bologna si mette di traverso sul progetto di ‘cittadella della moda’ ai Prati di Caprara. In una nota diffusa oggi e firmata dal vicepresidente Antonello di Pisa e dal numero uno di Federmoda, Marco Cremonini, l’associazione dei commercianti “esprime forte preoccupazione” per il progetto. E chiede a Comune, Città metropolitana e Regione uno studio di fattibilità “serio e approfondito in grado di valutare, anche attraverso specifici studi dedicati, l’impatto che un nuovo maxi insediamento della grande distribuzione a Prati di Caprara, con una previsione dimensionale superiore ai 40.000 metri quadrati, avrà sulle piccole imprese del commercio tradizionale”. Anche perchè, mette in guardia Ascom, “analisi realizzate per insediamenti simili tracciano un quadro alquanto critico, con conseguenze negative sul piano delle vendite per la rete commerciale di prossimità fino a 70 chilometri“.

La posizione dell’associazione di categoria, spiegano i vertici, “è e rimane quella di favorire uno sviluppo equilibrato tra le varie forme distributive, per assecondare le esigenze di vari tipi di consumatori. A Bologna, e in generale nel nostro territorio, la situazione pare tuttavia sfuggita di mano al Comune e alla Città metropolitana“.

Il maxi-outlet previsto ai Prati di Caprara, “qualora venisse confermato il progetto- sostengono Di Pisa e Cremonini- si inserirebbe in un quadro già di per sé complesso, segnato da un’endemica assenza di programmazione”. La stessa Ascom ha segnalato più volte “quanto è avvenuto negli ultimi anni con la realizzazione di numerosi progetti di medie strutture di vendita, in particolare alimentari, in zone della prima e seconda cintura della periferia cittadina”.

Tra l’altro, critica l’Ascom, “la mancanza di pianificazione commerciale è stata accompagnata anche da un’evidente carenza nel prevedere misure per l’innovazione delle piccole e medie imprese del commercio, se si esclude la parentesi del bando ‘Bologna Made’, peraltro dotato di risorse non certo sufficienti”. Per questo, Ascom chiede alle istituzioni di “aprire una riflessione seria e approfondita” sui Prati di Caprara, precisando anche di non voler “ostacolare il progetto di riqualificazione dello stadio, che è senz’altro un progetto strategico per la città. Ma ritiene che sia di fondamentale importanza mantenere un tessuto di piccole e medie imprese che svolge funzioni di commercio di vicinato e sociali in termini di servizio ad ampie fasce della popolazione”. Secondo Ascom, in particolare per quanto riguarda la valorizzazione delle periferie, “è chiaro che la qualificazione delle aree esterne ai viali non può più essere affidata esclusivamente alla realizzazione di grandi poli distributivi”. Piuttosto, sostengono i commercianti, “occorre fare uno sforzo di valorizzazione rivolto alle piazze e centralità di quartiere già esistenti, incrementando capacità di servizio e qualità del territorio” e puntando su “mercati rionali e addensamenti commerciali naturali”, in grado di “garantire servizio di vicinato e presidio di territori maggiormente esposti a fenomeni di degrado e criminalità”. In poche parole, Ascom “si attende prudenza da parte degli enti che dovranno autorizzare il nuovo insediamento, perché quella di Prati di Caprara è una questione che attiene principalmente al tessuto economico e sociale di un territorio che va preservato e che, se mantenuto e migliorato, rappresenta un vantaggio competitivo per la città in termini di qualità urbana, aggregazione e sicurezza”.

 

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