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A Bologna Tper macina utili e stupisce: “4,6 milioni di dividendi a soci”

Al Comune di Bologna vanno 1,4 milioni di euro

Pubblicato:15-06-2017 14:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:25

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BOLOGNA – Nel 2012 Tper era nella bufera per un buco da quasi nove milioni di euro. Dopo cinque anni, l’azienda di trasporto pubblico con sede a Bologna, per la prima volta nella sua storia, si prepara a distribuire un dividendo tra i soci: in tutto 4,657 milioni di euro che andranno nelle tasche degli azionisti, circa 1,4 milioni solo per il Comune di Bologna (che dell’azienda detiene il 30,11%). Nel complesso l’utile netto della società di via Saliceto ammonta a 7,8 milioni di euro (15,4 il lordo) a fronte di ricavi per 257,2 milioni. Il margine operativo lordo si attesta a 31,6 milioni. Bene anche il bilancio consolidato di gruppo, che si chiude con lo stesso utile di 7,8 milioni.

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“Tutte le nostre controllate sono in equilibrio”, spiega la presidente Giuseppina Gualtieri, rivendicando il lavoro fatto negli ultimi anni, che ha portato l’azienda da un ‘profondo rosso’ a bilanci in utile. “In questo periodo è stato fatto un lavoro importante. La nascita di Tper e la fusione con Fer hanno portato a risultati positivi. Questa scelta ha pagato”, sottolinea Gualtieri. Tornando ai numeri, anche nel 2016 è proseguito l’aumento dei viaggiatori: 150 milioni con un incremento complessivo dell’1,66% (+1,59% sui bus, +3,49% sui treni), che si somma alla crescita dell’11,09% degli ultimi tre anni. I ricavi dalla vendita dei biglietti sono aumentati del 3,9%: in crescita gli abbonamenti annuali (più di 81.000) e quelli mensili (oltre 623.000). Bus e convogli ferroviari hanno percorso 50 milioni di chilometri, uno e mezzo al secondo. Va avanti anche l’attuazione del piano degli investimenti 2016-2019 da 294 milioni di euro. “Questi numeri dimostrano che le aziende pubbliche, anche a livello locale, sono in grado di fare impresa”, rivendica la presidente.


In questi anni Tper ha messo in servizio 26 nuovi elettrotreni e 32 dei 49 nuovi filobus Crealis (a Bologna, dove all’inizio del 2018 dovrebbe riuscire a partire il nuovo sistema di accostamento alle banchine sulle linea del filobus). Sono i 68 bus compresi nella maxi-gara regionale bandita da Tper nel 2016 come capofila di tutte le aziende emiliano-romagnole. Tper dà lavoro a 2.500 persone (oltre 2700 a livello consolidato di gruppo). Dall’inizio del prossimo anno potrebbe invece diventare sanzionabile l’obliterazione obbligatoria del biglietto ogni qual volta si sale sul bus. Nel 2016 l’azienda ha assunto 97 dipendenti nell’ambito del processo di riorganizzazione e di sviluppo: 91 a tempo indeterminato, 1 a tempo determinato e cinque con contratto di apprendistato. Nel corso dell’anno è stata svolta attività di formazione per oltre 37.000 ore complessive.

Tper è la più grande azienda di trasporti pubblici dell’Emilia-Romagna: i suoi soci sono la Regione (con il 46,13% delle quote), il Comune di Bologna (30,11%), la Città metropolitana di Bologna (18,79%), l’Act di Reggio Emilia (3,06%), la Provincia di Ferrara (1,01%), il Comune di Ferrara (0,65%). Completano la compagine societaria Ravenna Holding Spa e le Province di Mantova, Modena, Parma, Reggio Emilia e Rimini con lo 0,04% delle quote ciascuna. La società bolognese è nata per essere il perno attorno al quale costruire un’azienda unica di trasporti regionale. “E’ materia dei soci. Tper è nata per questo ma quello che accadrà dipende dalle scelte politiche, anche se il sistema sta già operando con aggregazioni e collaborazioni, come in alcune gare per l’acquisto di mezzi e tecnologie”, conclude Gualtieri.

di Vania Vorcelli, giornalista professionista

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