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BARI – È stata la protagonista di quanto avvenuto martedì a Putignano (Bari), dove in occasione del passaggio del Giro d’Italia, sarebbe stato imposto di rimuovere una bandiera della Palestina da un balcone, a raccontare la vicenda sui social. “Oggi – scrive su Facebook la donna, Sofia Mirizzi – la polizia è salita a casa nostra per chiederci di rimuovere la bandiera della Palestina esposta sul nostro balcone privato. Non stavamo disturbando nessuno. Non stavamo violando alcuna legge. Stavamo semplicemente esercitando il nostro diritto di espressione in uno spazio che ci appartiene. Ci è dato ad intendere che la bandiera doveva essere tolta perché il Giro d’Italia sarebbe passato proprio sotto casa nostra e la bandiera sarebbe stata inquadrata dalle telecamere nazionali”. “Ci chiediamo con preoccupazione: da quando – si legge nel post – esporre una bandiera che rappresenta un popolo e una causa umanitaria è diventato motivo di intervento delle forze dell’ordine? In quale momento il sostegno civile e pacifico a un popolo sotto occupazione è diventato un problema di ordine pubblico? Siamo profondamente indignati e allarmati”. “Questo episodio – scrive Mirizzi – non riguarda solo noi, ma chiunque creda nella libertà di espressione, nei diritti civili e nella possibilità di esprimere solidarietà. Chiediamo chiarezza, rispetto e il riconoscimento di un principio fondamentale in una democrazia: nessuno dovrebbe essere intimidito per aver espresso la propria solidarietà in modo pacifico e legittimo”.
“Siamo in tanti e tante, di fronte alla tragedia di Gaza, a sentire il bisogno morale di fare qualcosa. Ognuno fa quel che può per esprimere il proprio sdegno e manifestare la propria solidarietà. Ieri da Putignano, in provincia di Bari, ieri è passato il Giro d’Italia. Un’occasione per far inquadrare alle telecamere della Rai simboli e messaggi a cui teniamo. Martedì Sofia ha esposto dal balcone di casa una bandiera della Palestina, in solidarietà con le sofferenze patite dal popolo palestinese, massacrato dal governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu. Sofia e la sua famiglia si sono visti suonare alla porta un funzionario della Polizia, che ha chiesto loro di rimuovere la bandiera prima del passaggio della Carovana rosa. Un episodio inquietante e di enorme gravità, su cui presenteremo un’interrogazione parlamentare”. Lo denuncia Elisabetta Piccolotti di Avs. “Non è la prima volta: il 25 aprile ad Ascoli – prosegue la parlamentare rossoverde eletta in Puglia – uno striscione antifascista era stato fatto rimuovere alla fornaia che lo aveva esposto e questo episodio aveva fatto parlare non poco. Ci risiamo dunque: è possibile che in questo Paese non sia più consentito esporre una bandiera dal balcone se non è gradita al Governo? Che la svolta autoritaria fosse arrivata, lo avevamo capito dal Decreto Sicurezza. Che fossimo già a questo punto, non lo avremmo creduto neanche noi. Un clima che fa diventare eroici anche gesti normali come quelli di Sofia e della sua famiglia che ringraziamo- conclude Piccolotti- per aver esposto la bandiera e aver acconsentito a rendere pubblica questa storia allucinante. La speranza per il futuro sono loro”.
“Desta sconcerto apprendere quanto accaduto a Putignano, dove – secondo quanto riportato – una cittadina sarebbe stata costretta dalla polizia a rimuovere la bandiera della Palestina dal balcone di casa sua in occasione del passaggio del Giro d’Italia. Se la notizia venisse confermata, ci troveremmo di fronte a un gesto gravissimo che solleverebbe interrogativi inquietanti sullo stato della libertà di espressione nel nostro Paese”. Così gli esponenti M5s in commissione Cultura. “Saremmo di fronte a una censura arbitraria, inaccettabile in una democrazia matura. Il fatto che sia avvenuto in coincidenza con un evento sportivo, che dovrebbe unire e non dividere, renderebbe l’accaduto ancora più grave. Per queste ragioni – proseguono – rivolgiamo a Giorgia Meloni e al governo le stesse domande che ha posto pubblicamente Sofia Mirizzi, la protagonista di questo episodio assurdo: da quando esporre una bandiera che rappresenta un popolo e una causa umanitaria è diventato motivo d’intervento delle forze dell’ordine? In quale momento il sostegno civile e pacifico a un popolo sotto occupazione è diventato un problema di ordine pubblico? Rispondete”.
“Quanto accaduto a Putignano è un fatto molto serio. La richiesta, da parte delle forze dell’ordine, di rimuovere una bandiera palestinese da un’abitazione privata solleva interrogativi gravi sul rispetto delle libertà fondamentali garantite dalla nostra Costituzione”. Lo dichiara Domenico De Santis, segretario regionale del Partito democratico di Puglia, commentando la vicenda denunciata da una cittadina durante il passaggio del Giro d’Italia. “Esprimere solidarietà a un popolo oppresso – dice – attraverso un gesto pacifico come l’esposizione di una bandiera, rientra pienamente nei diritti riconosciuti ai cittadini da una democrazia liberale. Se si arriva al punto di considerare pericolosa una manifestazione non violenta di opinione, il rischio è quello di scivolare verso una preoccupante compressione dello spazio pubblico e del pluralismo politico. Ringrazio i deputati pugliesi del Partito Democratico per aver immediatamente presentato un’interrogazione parlamentare. È fondamentale che il governo chiarisca con trasparenza quanto accaduto e su quali basi si sia intervenuti. I cittadini hanno diritto di sapere”. “Il Partito democratico della Puglia – conclude De Santis – continuerà a difendere con fermezza i diritti di libertà e di espressione, a maggior ragione in una fase storica così delicata, in cui è fondamentale tenere alta la vigilanza democratica”.
“Considero una vicenda inaudita la rimozione di una bandiera palestinese da un balcone di un palazzo, come è avvenuto ieri a Putignano. Credo che siamo oltre ogni limite e per questo le esporremo dalle finestre della nostra sede nazionale in Corso Rinascimento a Roma. Lo annuncia Nicola Fratoianni di Avs parlando coni cronisti davanti a Montecitorio. “Anzi ci rivolgiamo a tutti i cittadini del nostro Paese, – prosegue il leader di SI – a coloro che sentono insopportabile quello che sta accadendo da mesi a Gaza contro bambini, donne e uomini: anche un piccolo gesto, una bandiera, esporre i colori dello Stato di Palestina da ogni balcone per testimoniare la nostra solidarietà a quelle popolazioni martoriate e a far sapere a chi ci governa, che a differenza di loro, non si è indifferenti davanti al genocidio in corso. Una bandiera palestinese, una sciarpa, i colori di quel popolo per dire che lo sdegno degli italiani non si ferma, – conclude Fratoianni – non siamo disposti al silenzio”.
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