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VIDEO | Tav, a Firenze la talpa scalda i motori. Salvini: “Lavori finiti entro cinque anni”

Il tbm, ribattezzato Iris comincerà a grattare il sottosuolo cittadino verso metà giugno. Nardella: "Libererà i binari in superficie"

Pubblicato:15-05-2023 16:36
Ultimo aggiornamento:15-05-2023 16:37
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FIRENZE – Il cantiere per il nodo Tav di Firenze si rimette in moto. In via Circondaria, per la stazione sotterranea Belfiore (o Foster). E a Campo di Marte, dove la talpa, in fase di collaudo, oggi è stata benedetta e accesa per alcuni secondi. Il via gliel’ha dato il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, tornato a Firenze per la riattivazione dell’opera. La talpa, ribattezzata Iris e non più Monnalisa dopo le tribolazioni del passato, non scaverà da subito: i tecnici, dopo questa prima fase di ‘rodaggio’, immaginano di cominciare a grattare il sottosuolo cittadino verso metà giugno, tra un mesetto. Giorno più, giorno meno, però, stavolta sono tutti concordi: “È la volta buona”, dice con loro anche il sindaco, Dario Nardella. Cinque anni e l’opera sarà ultimata, assicura subito dopo il vicepremier e leader della Lega.

IN PROGRAMMA DUE GALLERIE PARALLELE

La talpa, si spiega da Ferrovie, scaverà a circa 20 metri di profondità due gallerie parallele da circa 7 chilometri l’una, una per ogni senso di marcia, collegate tra loro attraverso un bypass di sicurezza ogni 500 metri. E per “ottimizzare le fasi di lavoro e contenere i tempi”, le gallerie saranno realizzate con due frese all’opera anche se “scaveranno con modalità e tempistiche tali da non essere operative in contemporanea”. Quella già posizionata a Campo di Marte, Iris, è un Tbm (tunnel boring machine) pesante 1.500 tonnellate, con un diametro di scavo di 9,4 metri. E, stando alle previsioni, procederà con un andatura media di circa 10, 12 metri al giorno.

Per le operazioni, si spiega da Fs, “sono state intraprese iniziative utili a contenere le emissioni, elaborando progetti e predisponendo lavorazioni ecosostenibili che potranno giovarsi di attrezzature e mezzi d’opera ‘green’, con motori ibridi e, in alcuni casi, elettrici”. Proprio per questo, “le terre provenienti dagli scavi”, quelle di gallerie e stazione, “verranno trasportate in treno e riutilizzate per la riqualificazione e valorizzazione paesaggistica del’ex cava di lignite di Santa Barbara”, a Cavriglia (Arezzo), di proprietà dell’Enel.


Oltre al tunnel, riprendono smalto anche i lavori sulla stazione Belfiore realizzata a una profondità di 25 metri rispetto alla sede stradale. L’opera sarà interconnessa con la stazione di Santa Maria Novella e con l’area urbana “grazie a diverse modalità di trasporto: il nuovo people-mover, la linea 2 del sistema tramviario e i bus urbani, opportunamente potenziati. Mentre la nuova fermata ferroviaria Circondaria, raggiungibile con un percorso pedonale, consentirà la connessione con la rete regionale”. Sui cantieri, quindi, è previsto che “lavorino a regime circa 400 persone al giorno”, con “il cantiere della fresa che sarà operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7”. Rfi “è il committente dell’opera, mentre a Italferr è stata assegnata la direzione dei lavori, per un investimento complessivo di circa 2,7 miliardi”.

TAV. SALVINI ASSICURA: A FIRENZE LAVORI FINITI IN CINQUE ANNI

Tra la conferenza dei servizi di metà anni ’90 e l’avvio dei lavori del 2007, l’operazione Tav Firenze “l’abbiamo maturata”. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ‘benedice’ il riavvio dei lavori dei cantieri dell’alta velocità (doppio tunnel e stazione Foster), con una battuta. Lo fa prendendo la parola nel cantiere di Campo di Marte, prima di schiacciare il bottone allestito per il riavvio delle lavorazioni, ripetendo più volte un concetto: “Oggi siamo qui a riavviare la macchina e siamo sicuri che in 5 anni l’opera sarà compiuta. Sono sicuro che i tempi saranno assolutamente rispettati”, assicura.
La giornata odierna, prosegue ancora, “è la dimostrazione che nulla è impossibile: passare sette chilometri sotto Firenze si può fare”. Anche perché, spiega allargando il discorso su scala nazionale, “con Rfi abbiamo 24 miliardi dal Pnrr. Li spenderemo e lo faremo bene: già sono stati assegnati 13 miliardi, di cui 6,5 nel 2023″.

Tornando ai lavori del nodo fiorentino, il vicepremier e leader della Lega osserva: “Separare le linee è fondamentale, sia per i passeggeri che le merci”. Tuttavia, avverte, “l’80% dell’utenza usa i treni regionali e fa il pendolare; è fondamentale guadagnare un quarto d’ora” sulla linea Milano-Roma, “ma i pendolari dovranno avere certezze sulla loro vita quotidiana”.

TAV. CON TUNNEL NARDELLA DISEGNA METROPOLITANA DI SUPERFICIE

Il sottoattraversamento Tav “libererà i binari in superficie” e grazie a questo “potremo realizzare un vero e proprio sistema ferroviario metropolitano” di superficie a Firenze. Lo scenario lo definisce il sindaco Dario Nardella, che nel giorno in cui le Ferrovie e il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, rilanciano i cantieri dell’alta velocità, disegna la cartina e le fermate di questa ‘infrastruttura’. “Penso- spiega- a tutte le stazioni che abbiamo: da Rovezzano fino a Sesto Fiorentino, passando per le Cure, Santa Maria Novella, Campo di Marte. Peraltro, con Fs abbiamo un progetto per realizzare nuove stazioni: la stazione Guidoni, molto importante, e noi riteniamo si debba fare anche la stazione Circondaria”. Per quel che riguarda, invece, la stazione Foster, Nardella torna a rilanciare l’hub intermodale dove convergeranno “bus turistici, così da non ingolfare la città. E poi ci arriveranno i bus urbani ed extraurbani, che si scambieranno con la tranvia”. Sul people mover che collegherà la Foster con la stazione di Santa Maria Novella “Salvini ci ha rassicurato sul fatto che si dovrà fare”.

Esulta anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: l’opera rappresenta “una svolta per la Toscana, per Firenze e per tutto il Paese. Finalmente ci siamo. La talpa che per 6,3 chilometri entrerà nel ventre di Firenze è partita. E scavando a 20 metri di profondità, realizzerà il cosiddetto passante ferroviario dove passeranno i treni ad alta velocità e dove ci si potrà fermare e ripartire in sei minuti”, contro i 14 che oggi impiegano i convogli veloci. “Sarà il modo con cui Firenze ritorna a pieno titolo nel contesto dell’alta velocità”.

Sarà un vantaggio per il sistema nazionale, ma l’opera migliorerà “l’utilizzo della rete di superficie, il cosiddetto laccio ferroviario che diventerà davvero a servizio della città. Uno stimolo all’uso del trasporto pubblico e che, soprattutto, agevolerà la puntualità dei treni regionali a vantaggio dei pendolari. Un disegno che maturava da tempo e che finalmente oggi è nella realtà”, conclude Giani.

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