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Elezioni in Turchia, il giornalista Tahincioglu: “Attenti, Erdogan ce la può fare”

L'intervista a Gokcer Tahincioglu, romanziere e giornalista che non fa sconti, responsabile ad Ankara dei servizi del quotidiano liberale T24

Pubblicato:15-05-2023 12:41
Ultimo aggiornamento:15-05-2023 17:59

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ROMA – Recep Tayyip Erdogan ce la può fare. E in parte ce l’ha già fatta, a guardare i risultati delle elezioni parlamentari. Parola di Gokcer Tahincioglu, romanziere e giornalista che non fa sconti, responsabile ad Ankara dei servizi del quotidiano liberale T24. Un’analisi, la sua, condivisa con l’agenzia Dire mentre i risultati del voto di ieri continuano a essere aggiornati. “Il ballottaggio è probabile”, premette Tahincioglu, ma con il presidente molto vicino al 50 per cento delle preferenze e il conteggio ancora in corso non è detta l’ultima parola.

(Foto dal profilo Twitter di Gokcer Tahincioglu)

IL PRESIDENTE E IL SUO PARTITO

C’è poi quello che già si sa. “Per capire cosa accade oggi in Turchia bisogna concentrarsi specificamente su Erdogan” sottolinea il giornalista. “Il partito del presidente è calato di sette punti rispetto al voto del 2018 ma lui ha vinto lo stesso perché, anche se come è probabile si andrà al ballottaggio, la sua alleanza ha conquistato 322 seggi su 600 in parlamento”.

UN ROMANZO “KIRAZ AGACI” PER I DIRITTI DELLE COMUNITA’ CURDE

E attenzione: Tahincioglu non è un sostenitore del presidente. Per dire: il suo romanzo ‘Kiraz Agaci’, in italiano ‘L’albero delle ciliegie’, tra le pagine i diritti della minoranza curda, è stato vietato in un carcere dell’Anatolia orientale con l’accusa di “propaganda terrorista”. Il ragionamento dello scrittore sul voto continua, toccando anche quello presidenziale. “Qui il capo dello Stato ha ottenuto finora 27 milioni dei voti complessivi, un milione in più rispetto alle scorse elezioni” calcola Tahincioglu. “E ci è riuscito nonostante la crisi economica, le accuse di corruzione e le vittime e i danni provocati dal terremoto, ricevendo il 14 per cento di preferenze in più del suo partito”.


L’ALLEANZA DELL’OPPOSIZIONE E CIO’ CHE NON HA FUNZIONATO

La tesi del giornalista, allora, è che il tentativo dell’opposizione guidata dal candidato presidente Kemal Kilicdaroglu di formare un’alleanza più ampia non ha dato i risultati sperati. “Ha perso in Parlamento”, dice Tahincioglu, “e rischia di perdere energia prima del secondo turno”. All’origine del risultato della coalizione di Kilicdaroglu, fermo al 44 per cento a fronte del 49 di Erdogan, ci sarebbe lo scarso contributo portato al Partito repubblicano popolare (Chp) dalle forze minori. “Al contrario”, commenta Tahincioglu, “il capo dello Stato è riuscito a collaborare al meglio con i partiti della destra più radicale”. Sullo sfondo un clima più generale, segnato dalle proprietà e dai condizionamenti subiti dai media. “Erdogan e il suo partito Akp”, annota il giornalista, “utilizzano tutti i mezzi a disposizione dello Stato e controllano la maggior parte dei mezzi di informazione”.

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