NEWS:

Welfare, rapporto sullo Stato Sociale 2017: “In atto una stagnazione secolare”

Presentato il rapporto annuale sullo Stato sociale 2017

Pubblicato:15-05-2017 12:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:13

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp


ROMA – Peggioramento della distribuzione del reddito e instabilità dei proventi da lavoro e delle politiche di consolidamento fiscale. Ridotta dinamica della produttività, invecchiamento demografico e frammentazione territoriale dei sistemi produttivi. E ancora: aumento dei segnali di indebolimento della globalizzazione, maggiore difficolta’ alla circolazione delle persone, minore propensione e disponibilità al coordinamento economico, sociale e politico internazionale, con una previsione ad un ritorno delle politiche protezionistiche. E’ quanto emerge dal Rapporto sullo Stato sociale 2017, a cura di Roberto Pizzuti, presentato a La Sapienza di Roma.

Le questioni generali affrontate nel testo di quest’anno riguardano la natura della ‘grande recessione’ iniziata nel 2007. In particolare, iniziano a prendere forma le connessioni con l’ipotesi che sia in atto una “stagnazione secolare”. Sullo sfondo, la tendenza alla riduzione della dinamica della produttività e le proposte di decentramento contrattuale dei salari. Infine, i ruoli che possono essere affidati all’intervento pubblico e al Welfare State per superare la crisi.


Sono le politiche sociali dell’Unione Europea, secondo il rapporto, che continuano a riflettere l’inadeguatezza della complessiva visione economico-sociale che ha guidato la sua costruzione. Le politiche di bilancio restrittive e particolarmente vincolanti danneggiano le economie nazionali gia’ deboli. La carenza di politiche industriali frena l’ammodernamento delle strutture produttive e la riduzione delle disomogeneità geografiche esistenti.

Il nostro Paese ha risentito particolarmente delle modalità controproducenti della costruzione europea e della ‘grande recessione’. Secondo il rapporto, infatti, i loro effetti si sono sovrapposti e mescolati con le cause di un proprio specifico declino operante da un quarto di secolo.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it