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Droga a scuola e minori, lo psicologo: “Con bocciatura rischiamo di perderli”

ROMA - "Il problema delle sostanze

Pubblicato:15-05-2016 16:15
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:43

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bianchi di castelbianco

ROMA – “Il problema delle sostanze stupefacenti nelle scuole italiane è diffusissimo tra i ragazzi e noi siamo sempre in ritardo e mai risolutivi. Se pensiamo di bocciare gli adolescenti per motivi extrascolastici rischiamo solo di perderli“. Lo dice Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva, commentando a Uno Mattina la decisione del consiglio d’istituto di una scuola media di Giussano (Monza e Brianza) di non ammettere all’esame di terza due ragazzi sorpresi a scambiarsi una dose di marijuana in classe. “Non trasformiamo gli adolescenti in vittime o in eroi. Il loro lavoro è andare a scuola e studiare. Se trasgrediscono devono essere puniti– prosegue lo psicoterapeuta-, sarebbe utile far fare loro tre mesi di servizi sociali, mentre con questa decisione trascorreranno tutta l’estate in santa pace e poi ricominceranno la terza media”.

droga (700 x 419)La scuola mette sullo stesso piano chi spaccia e chi acquista? “È un problema di tipo educativo- ricorda Castelbianco- e in Italia abbiamo molti presidi in gamba, anche se non tutti lo sono”. Lo spaccio fuori scuola, “con un potenziale di 1.000 ragazzi e 1.000 paghette settimanali da potersi prendere, è un mercato enorme. Un mercato di questa entità non si ferma semplicemente parlandone- ribadisce-, non conosciamo nemmeno le innumerevoli tipologie di droghe che vengono spacciate. Noi restiamo sempre stupiti da quello che accade. Prendiamone atto- ripete Castelbianco- e cerchiamo in quanto adulti di essere più educativi”.


bianchiSembrano a rischio anche gli alunni delle elementari, quelli di 10-11 anni. “Dobbiamo fare in modo che tutte le scuole possano affrontare il problema dello spaccio di droga adottando delle modalità d’intervento sane e identiche, che possano essere seguite da tutti i presidi, sia quelli bravi che meno bravi”. Per Castelbianco – che conosce bene la realtà delle scuole avendo realizzato sportelli d’ascolto e supporto psicologico in moltissimi istituti comprensivi italiani – il criterio da seguire è chiaro: “Occorre un accordo certo tra i genitori e la scuola, che ormai è l’ultimo punto educativo rimasto nella società. Per questo motivo l’istituzione scolastica va rafforzata- chiosa lo psicologo- e l’accordo con le famiglie deve puntare a raggiungere una linea di condotta univoca“.

Lo psicoterapeuta dell’età evolutiva conclude: “Fornire una modalità d’intervento identica a tutte le scuole, che sollevi dalla paura genitori e docenti, è importante. Così come lo è il ricorrere ai servizi sociali. Non si tratta di tollerare le trasgressioni dei giovani, ma fare in modo che il ragazzo qualunque cosa faccia lo ricorderà poi per tuta la sua vita. Gli adolescenti devono sentire gli adulti compatti, non che li tollerino, ma che li dissuadano dalle trasgressioni attraverso comportamenti adeguati”.

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