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Pagliarulo (Anpi): “Subiamo assalto mediatico senza precedenti. Giusto chiedere inchiesta indipendente su Bucha”

Il presidente dell'Associazione nazionale partigiani italiani presenta le prossime celebrazioni per il 25 Aprile e torna sulle polemiche per le sue dichiarazioni a proposito della guerra in Ucraina

Pubblicato:15-04-2022 15:59
Ultimo aggiornamento:16-04-2022 14:49

presidente gianfranco pagliarulo anpi
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ROMA – “Questo sarà un 25 Aprile di memoria per la Liberazione e d’impegno per la pace. Non sarà solo un giorno di festa quest’anno, per quanto è possibile festeggiare in questo momento, ma sarà stimolo verso tutti per il ritorno della politica come composizione dei conflitti. Anpi non è mai stata equidistante, siamo da parte degli aggrediti contro gli aggressori, come abbiamo detto subito”. Così il presidente dell’Associazione nazionale partigiani italiani, Gianfranco Pagliarulo, durante la conferenza stampa sulle prossime celebrazioni per la Liberazione, questa mattina nella sede nazionale a Roma.

“Oggi vediamo una fase nuova, sempre più tragica, con violenza crescente e una tensione internazionale a un livello sconosciuto dal dopoguerra – ha aggiunto Pagliarulo – Anpi si è detta contraria all’invio di armi in Ucraina, come all’aumento del budget per la difesa, perché sono scelte che hanno contribuito all’escalation a cui stiamo assistendo. È urgente un tavolo di trattative, invece succede il contrario, con il prolungarsi delle ostilità e il riarmo indiscriminato che aumenta le tensioni internazionali. Assistiamo a un riarmo generalizzato come prima delle Guerre Mondiali. Come si fa a non vedere che si sta creando una reazione a catena apocalittica? Bisogna lavorare per l’unità fra tutte le forze di pace e antifasciste del nostro Paese per cercare la via del negoziato. Le differenze sulle singole posizioni non possono impedire questo percorso”.

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In particolare, per quanto riguarda la diversità di vedute con il Partito democratico, Pagliarulo ha dichiarato: “Il Pd, senza dubbio, cerca la pace. Seppur con posizioni diverse, dice le stesse cose. Lasciamo perdere gli isterismi sui social, la posta in gioco è molto più grande di queste miserie: dobbiamo trovare l’unità per far cessare la guerra”.

Rispetto alle tante polemiche delle ultime settimane sulle prese di posizione dell’Anpi, Pagliarulo ha parlato di “una serie di attacchi di violenza e volgarità stupefacenti“. Per il presidente dell’Associazione partigiani, “Anpi sta subendo un assalto mediatico senza precedenti. E la cosa grottesca è che coincide con una situazione opposta all’interno, di estrema coesione. Stiamo ricevendo degli attacchi violenti, estranei alla cultura liberal democratica di cui molti di questi critici si credono promotori”.

LA POLEMICA SULLA BANDIERA “UNGHERESE” NEL MANIFESTO

Rispetto alla polemica sulla presenza di bandiere tricolore orizzontali sul manifesto del 25 Aprile, Pagliarulo ha parlato con ironia di “simpatico folclore“. “Qualsiasi persona metta una bandiera alla finestra non si mette a fare un comizio per deciderne la posizione – ha notato – Trovo scandaloso insinuare che ci sarebbe un qualche impensabile messaggio di vicinanza per Orban. Su questo argomento chiudo con due parole: siamo seri”.

Ho scoperto a mia insaputa di essere putiniano – ha aggiunto Pagliarulo con sarcasmo – è un sintomo dell’imbarbarimento del dibattito pubblico. Oggi rilanciamo una proposta di dialogo, sapendo che la guerra tra i tanti disastri che produce, divide”.

“QUELLA UCRAINA È RESISTENZA, MA DIVERSA DALLA NOSTRA”

Tornando alle dichiarazioni delle scorse settimane sulla guerra in Ucraina, Pagliarulo ha precisato la sua posizione: “Pensiamo sia giusto chiamare quella ucraina una lotta di resistenza, come è scritto nella Carta delle Nazioni Unite. Ma è sbagliato identificare la resistenza ucraina con quella italiana. Ovunque uno Stato ne attacchi un altro va appoggiata la sua resistenza, ma quella italiana è emersa in un contesto totalmente diverso”.

C’è stata la resistenza anche in Iraq e in Libia, ahimè, contro la Nato, ma ognuna è diversa. Quando affrontiamo questi temi bisogna cogliere le affinità, ma anche differenze – ha aggiunto Pagliarulo – la resistenza ucraina è nata subito dopo l’invasione e riceve armamenti da un numero ampio di Stati che non sono in guerra contro la Russia. In Italia nasce l’8 settembre ’43 fino al 25 aprile ’45, quando l’Italia era già in guerra da tre anni. Gli Alleati erano in guerra contro la Germania e l’Italia fascista, per cui forniscono armi alla Resistenza italiana e lei si muove per chiudere la guerra al più presto, cacciare i nazisti e costruire la pace. Già questa è una differenza abissale che spiega anche perché siamo contrari all’invio di armi all’Ucraina. Gli Alleati erano in guerra contro la Germania, invece l’Italia non è in guerra contro la Russia. Dobbiamo impedire che l’invio di armi ci avvicini alla linea rossa”.

“GIUSTO CHIEDERE INCHIESTA INDIPENDENTE SU BUCHA”

In particolare, a far discutere era stata la richiesta di una indagine indipendente dopo le notizie provenienti dalla città ucraina di Bucha. Pagliarulo ha spiegato: “In tanti hanno stigmatizzato la nostra posizione su Bucha, allora voglio dire parole chiare. È stata una strage orrenda, che dà la misura della drammatica fase che sta attraversando la guerra. Sul massacro di Bucha penso con quasi certezza che siano stati i russi. Ciò non toglie che è ragionevole pretendere una commissione d’inchiesta indipendente, come sta iniziando a fare il tribunale dell’Aia”.

Per questa richiesta sacrosanta siamo stati definiti putiniani – ha ricordato Pagliarulo – Riteniamo che sia stato un eccidio, ma sulle responsabilità bisogna stare attenti. Bisogna spogliarsi del manicheismo, prendere distanza e consultare più fonti possibili. Non possiamo dare risposte semplici a questioni complesse. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres, e perfino il Pentagono, hanno detto di non poter ancora accertare le dinamiche. Bisogna stare attenti che il dibattito pubblico non diventi una caccia alle streghe. Non dobbiamo farci prendere dalla propaganda di guerra, perché se comincia la propaganda, poi inizia anche la guerra”.

“POLEMICHE CON COMUNITÀ EBRAICA? SCRIVERÒ A DUREGHELLO”

“Manderò una lettera a Dureghello per chiederle un incontro e vedremo se ci sarà, noi come sempre abbiamo le braccia aperte a tutti e in particolare alla comunità ebraica. Non capiamo perché Dureghello abbia stigmatizzato la nostra posizione su Bucha, ma noi lavoriamo sempre per il dialogo”. Così il presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo, durante la conferenza stampa sulle prossime celebrazioni per la Liberazione, in risposta a una domanda sulle recenti critiche mosse dalla presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, su alcune prese di posizione dell’Anpi rispetto alla guerra in Ucraina.

POSSIBILE QUERELA A GRAMELLINI

La chiusura sulle polemiche che hanno investito l’Anpi è dedicata ai possibili strascichi giudiziari. “Sulla querela a Gramellini faremo una riunione per decidere al termine di questa conferenza stampa”, ha risposto il presidente nazionale Pagliarulo a una domanda sulla reazione dell’Anpi alle pesanti accuse di filo-putinismo mosse dal giornalista del Corriere della Sera. “Intanto vi comunico che abbiamo querelato ‘Il Tempo’ per il titolo ‘I partigiani dell’Anpi abbracciano Vladimir Putin: legittime le bombe sull’Ucraina’”, ha ricordato.

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