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Covid, la variante brasiliana fa paura: solo 7 Paesi non si blindano

Stando ai dati dell'Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata), attualmente i cittadini brasiliani possono entrare liberamente in soli sette dei 234 Paesi monitorati

Pubblicato:15-04-2021 15:03
Ultimo aggiornamento:15-04-2021 15:03
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di Bianca Oliveira

SAN PAOLO – Con la sospensione dei voli provenienti dal Brasile disposta in settimana, la Francia si aggiunge alla lista dei 22 Stati che hanno adottato misure restrittive specifiche nei confronti dei viaggiatori del Paese sudamericano. L’obiettivo è quello di contenere la pandemia e in modo particolare la diffusione della variante cosiddetta P.1 del virus che provoca il Covid-19, originatasi per l’appunto in Brasile.

Stando ai dati dell’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata), attualmente i cittadini brasiliani possono entrare liberamente in soli sette dei 234 Paesi monitorati. Nella maggioranza dei casi è prevista una qualche forma di controllo, dalla quarantena obbligatoria fino al possesso di un test diagnostico risultato negativo al nuovo coronavirus. In Italia a esempio è proibito l’ingresso ai passeggeri che siano stati in Brasile entro 14 giorni prima dell’entrata nel Paese. A febbraio gli stessi residenti italiani che si trovavano nel Paese sudamericano hanno trovato difficoltà a fare ritorno a casa. Circa 1.500 persone hanno trascorso settimane aspettando il via libera ai voli da parte del ministero della Salute italiano.


A fronte della difficoltà dimostrata nelle ultime settimane dal Brasile nel tenere sotto controllo la pandemia, anche i Paesi vicini hanno aumentato i requisiti richiesti per far entrare i cittadini stranieri. Argentina, Perù e Cile hanno iniziato a richiedere agli autotrasportotari un test molecolare negativo al virus per autorizzare l’ingresso alle loro frontiere. La richiesta ha provocato critiche da parte del settore, in relazione a un possibile impatto sui commerci.
La principale argomentazione da parte dei lavoratori del comparto è anche che le distanze delle rotte internazionali che passano per Argentina, Cile e Perù spesso comportano viaggi che superano il lasso di tempo indicato per la validità dei test, che è di 72 ore.
A prescindere dall’impatto commerciale, comunque, le misure si giustificano con il timore che le varianti aggravino la crisi sanitaria dei Paesi, sovraccaricando i sistemi sanitari e portando quindi a un aumento nel numero dei decessi.

BRAZILIANS FACE BORDER CLOSURES

By Bianca Oliveira

SAO PAULO – With the suspension of flights from Brazil, this Tuesday (13), France is included in the list of 22 countries that have adopted specific restrictive measures for Brazilian travelers, with the aim of containing the pandemic and in particular the spread of the P.1 variant, of Brazilian origin.

According to the International Air Transport Association (IATA), Brazilians can now freely enter only 7 countries out of the 234 monitored. In the others, there is some kind of control, such as mandatory quarantine or presentation of a negative test for Covid-19.

In Italy, for example, the entry of passengers who have been in Brazil in the 14 days prior to arrival in the European country is prohibited. In February, even Italian residents struggled to return home, and about 1,500 people spent weeks waiting for flights to be cleared by the Italian Ministry of Health.

In view of the uncontrolled pandemic in Brazil in recent weeks, neighboring countries have also increased the requirements for foreigners to enter. Argentina, Peru and Chile started to demand that truckers who carry cargoes present a negative RT-PCR test to enter their respective territories. The requirement sparked criticism from transporters for possible impacts on trade.

The main argument of the sector is that the distances of the international routes that pass through Argentina, Chile and Peru result in trips that exceed the validity period required for the exams, of 72 hours.

Despite the impacts, the measures are justified by the fear that the variants will aggravate the health crisis, overburden health systems and increase the number of deaths.

BRASILEIROS ENFRENTAM FECHAMENTO DE FRONTEIRAS

Por Bianca Oliveira

SAO PAULO – Com a suspensão de voos provenientes do Brasil nesta terça-feira (13), a França integra a lista dos 22 países que adotaram medidas restritivas específicas para os viajantes brasileiros, como objetivo de conter a pandemia e em especial a disseminação da variante P.1, de origem brasileira.

De acordo com a Associação Internacional de Transporte Aéreo (IATA), atualmente os brasileiros podem entrar livremente em apenas 7 países dos 234 monitorados. Nos demais, há algum tipo de controle, como quarentena obrigatória ou apresentação de teste negativo para Covid-19.

Na Itália, por exemplo, a entrada de passageiros que tenham estado no Brasil nos 14 dias anteriores à chegada no país europeu está proibida. Em fevereiro, mesmo os residentes italianos tiveram dificuldades em voltar para casa e, cerca de 1.500 pessoas, passaram semanas aguardando a liberação de voos pelo Ministério da Saúde Italiano.

Diante do descontrole da pandemia no Brasil nas últimas semanas, os países vizinhos aumentaram também os requisitos para entrada de estrangeiros. Argentina, Peru e Chile passaram a exigir que caminhoneiros que levam cargas apresentem um teste negativo RT-PCR para entrar em seus respectivos territórios. A exigência gerou críticas de transportadores por possíveis impactos no comércio.

O principal argumento do setor é que as distâncias das rotas internacionais que passam por Argentina, Chile e Peru resultam em viagens que ultrapassam o prazo de validade exigido para os exames, de 72 horas.

Apesar dos impactos, as medidas se justificam pelo temor de que as variantes agravem a crise sanitária, sobrecarregando sistemas de saúde e elevando o número de mortes.

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