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Costa: “Se c’è l’ok per gli Europei, allora pensiamo anche a riaprire altro”

"Perché non fare una riflessione anche su eventi sportivi che sono prima dell'11 giugno?", ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa

Pubblicato:15-04-2021 14:58
Ultimo aggiornamento:15-04-2021 14:58

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ROMA – Lo sport, gli Europei di calcio soprattutto, possono fare da apripista: dopo l’apertura ufficializzata per le gare di Roma del torneo continentale che inizia l’11 giugno, si può riflettere anche su altre aperture. È quanto emerso al tavolo tecnico ‘La Salute nello Sport’, fortemente voluto dal sottosegretario di Stato alla Salute, Andrea Costa. “Perché non fare una riflessione anche su eventi sportivi che sono prima dell’11 giugno?– ha detto Costa. Mi viene da pensare alla finale di Coppa Italia, con percentuali inferiori. Da 0 a 25%, in mezzo qualcosa ci sta. Se siamo convinti che è un principio corretto, ed è una strada per ridare fiducia, possiamo fare delle riflessioni che ci permettano di aprire ad altri eventi. Con presenze inferiori, con sicurezza. È uno sforzo che la politica deve fare. C’è l’ultima partita di campionato, anche su quella si può fare una riflessione. Ci sono gli Internazionali qui a Roma, dal 3 al 16 maggio, per esempio la finale. Se è passato un principio, se il Governo ha dato l’ok per gli Europei, si può pensare ad altri eventi”.

“Lo sport è importante, la politica ha davanti una grande sfida- ha detto ancora Costa- È l’occasione per riallacciare la fiducia con i cittadini. Nessuno nega che la pandemia è in corso. Ma siamo consapevoli che il piano vaccinale sta andando avanti. Bisogna tenere conto di quello che è lo scenario, che ogni giorno cambia. Devono essere dati segnali di apertura. Possiamo allentare la tensione nel paese. Ci sono condizioni per pianificare riaperture, con date certe, scadenze. Dobbiamo dire oggi che magari da giugno si può mettere in moto la macchina organizzativa. Per le palestre il ragionamento non è ultimo. Va di pari passo con le prime aperture. Studi dicono che palestre sono luoghi sicuri, come le scuole. Non ci sono focolai”.


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