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VIDEO | Coronavirus, oltre 30mila mascherine in 10 giorni: l’impegno di Dual Sanitaly

SPECIALE DONNE AL COMANDO | Intervista a Franca Audisio, presidente Ceo della Dual Sanitaly, già presidente dell'Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda (Aidda)

Pubblicato:15-04-2020 15:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:08

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https://youtu.be/9HxKjMKKdm4

ROMA – Tra le 30 e le 40mila mascherine immesse nel mercato in circa dieci giorni, distribuite in aziende e farmacie. È l’impegno della Dual Sanitaly Spa, l’azienda di articoli sanitari attiva dal 1949 a Moncalieri, in provincia di Torino, che ha risposto all’appello dell’Unione Industriale del capoluogo piemontese e ha riconvertito parte della sua produzione per coprire la richiesta impellente di questi presidi medici ormai necessari per la nostra quotidianita’ in epidemia da coronavirus.

“Abbiamo verificato la disponibilita’ in azienda, abbiamo detto si’ e, finita questa fornitura eccezionale, abbiamo continuato e stiamo continuando a produrle, c’e’ un gruppo che lavora su quello- spiega all’agenzia di stampa Dire Franca Audisio, presidente Ceo della Dual Sanitaly, gia’ presidente dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda (Aidda)- Produciamo mascherine di tessuto monouso e di un altro tipo, che si puo’ usare per dieci volte, lavandola e stirandola. Purtroppo aspettiamo delle certificazioni che non arrivano“. Si’ perche’, per ora, i presidi in uscita dalle linee di produzione dello stabilimento di Moncalieri “vanno bene per chi esce a far la spesa, chi e’ in casa, chi lavora”, non per “chi va in un ospedale, a contatto con i malati”. 


Le certificazioni servono proprio per cominciare a produrre mascherine per gli ospedali, visto che la Sanitaly ha intenzione “di aumentare la produzione nel tempo”. L’ostacolo, come spesso accade, per Audisio e’ “la burocrazia, che ci frena”. Come per gli aiuti destinati alle piccole e medie imprese. “Stamattina sentivo alla radio che qualcuno e’ andato a chiedere i 25mila euro che dovrebbero essere dati dalle banche, garantiti dallo Stato, e non e’ cosi’ facile. Le banche non sono ancora pronte, i sistemi informatici non sono ancora cosi’ aggiornati”. E le perdite si fanno sentire. “Abbiamo avuto perdite di fatturato nel mese di marzo, un calo piuttosto importante, perche’ le vendite si sono fermate o quasi. Ora stiamo verificando per quantificarle- racconta l’imprenditrice- Noi vendiamo alle farmacie, che sono aperte, e poi a sanitarie e ortopedie, che invece sono chiuse”. A pesare e’ il fatto che e’ ferma “l’informazione medica”, oltre alla rete di “agenti venditori che girano l’Italia”. L’azienda, pero’, non si e’ mai fermata “perche’ e’ nella filiera della sanita’”. In cassa integrazione sono “circa in 25”, per lo piu’ “informatori medici. Chi ha potuto essere spostato a casa e’ in smart working“, sono “rimasti in azienda circa 30 lavoratori”, addetti alla produzione. “Da subito, appena e’ arrivata la disposizione del decreto ministeriale- fa sapere la Ceo di Dual Sanitaly- c’e’ stata la sanificazione, la distribuzione di tutti i prodotti per le tastiere, per i video, delle mascherine e dei guanti ai lavoratori, la distanza di sicurezza, la possibilita’ di lavorare da casa. Costi che si aggiungono, ma che non sarebbe pensabile non fare”. 

Per Audisio, riprendersi dalla crisi economica che stiamo vivendo “sara’ difficile e lungo. Avremmo bisogno che ci fosse meno burocrazia- dice- ma penso anche che questo shock a cui siamo stati sottoposti, sulla trasmissione dati e sui sistemi informatici ci abbia costretto ad accelerare la nostra formazione, di cui avevamo bisogno”. E nel futuro, per l’imprenditrice occorre continuare a guardare ai talenti delle donne, in tutti i settori. “Io sono stata presidente di Aidda, prima del Piemonte e poi presidente nazionale per due mandati, ho avuto molte soddisfazioni e molti riconoscimenti e ho cercato di trasmettere in tutti i luoghi in cui ero coinvolta l’evidenza che le donne hanno delle caratteristiche lavorative, di sensibilita’, garbo, intuizione, di intelligenza che sono pari a quelle degli uomini. Abbiamo gia’ fatto molta strada, perche’ negli ultimi 20-30 anni c’e’ stato molto cambiamento nel mondo del lavoro, pero’ bisogna continuare”. 

Coltivando la speranza che anche l’Italia possa avere “un presidente della Repubblica o del Consiglio donna” e sostenendo le donne che si fanno strada nel mondo dell’imprenditoria, a partire dalle loro competenze, “come Licia Mattioli, che mi auguro possa arrivare alla presidenza di Confindustria”.

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