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VIDEO | Coronavirus, a Palermo tra i librai c’è chi resta chiuso

"Si va in libreria per sfogliare, curiosare e confrontarsi con altri lettori", spiega Cinzia Orabona, titolare e anima dell'enoteca letteraria 'Prospero'

Pubblicato:15-04-2020 12:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:08

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PALERMO – “Che senso ha aprire? Non vedo code davanti alle librerie e, soprattutto, in questo momento non penso di potere tutelare i miei clienti”. Cinzia Orabona, titolare e anima di ‘Prospero’, enoteca letteraria molto conosciuta a Palermo, è perentoria. La riapertura delle librerie concessa dal governo nazionale, dopo settimane di lockdown, non la convince, soprattutto per le modalità con cui è avvenuta: lei altri 150 librai di catena e indipendenti hanno sottoscritto una lettera per esporre tutte le criticità.
“Come si disinfettano i libri? Una libreria non è soltanto un posto in cui entrare, prendere e andare via – racconta alla Dire -. Chi entra in libreria non lo fa come chi entra in un supermercato per un determinato marchio di pasta. Si va in libreria per sfogliare, curiosare e confrontarsi con altri lettori”. Da qui la decisione di lasciare chiusa la vendita ‘face to face’ al pubblico e proseguire online: “I miei libri arrivano a chi li desidera – dice -. Li consegno a casa personalmente a Palermo e li spedisco a chi è fuori città. ‘Prospero’ è un luogo diverso anche dalle librerie tradizionali, è un luogo d’incontro, dove una comunità di lettori e di persone viene non solo per acquistare un libro ma per un reading, una presentazione o per bere un calice di vino. Non apro adesso perché non ha senso, significherebbe cambiare completamente la formula del locale”. E così avanti con il web, che in tempi di coronavirus aiuta “a sopravvivere e a pagare le bollette”: spedizioni gratuite per i clienti e il 5% degli importi devoluto in beneficenza alla Protezione civile.
“Lo faccio per pagare le bollette e per il piacere di continuare a fare questo lavoro – racconta -. Ho creato dei box, ciascuno con quattro libri, sulla base di tematiche specifiche. Le consegne in città le faccio direttamente io e il pagamento avviene tramite bonifico, nessun contatto di denaro e tutto in piena sicurezza”.
Nelle parole di chi tenta di sopravvivere alla crisi generata dall’emergenza Covid-19, però, anche una critica sulle misure di sostegno alle imprese: “Non so chi avrà la forza di riaprire e rialzare la saracinesca alla fine di questa pandemia. Nella mia attività, quando potrà riaprire anche come caffetteria ed enoteca, si dovrà mantenere il distanziamento sociale. Siamo con l’acqua alla gola. Ho consultato il sito relativo al fondo di garanzia. Nonostante abbia in tasca una laurea e un master mi è sembrato tutto molto complicato, ho avuto difficoltà a capire cosa c’era scritto. In questo momento la pubblica amministrazione non è per niente semplice, ma complicata, e credo che chi ha un grado di istruzione più basso avrà serie difficoltà a comprendere. In questo modo – conclude – non si agevola ma si ostacola. Noi stiamo provando a sopravvivere e a ‘galleggiare’, ma è molto complicato”.
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