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Ucraina, attacchi a Kiev e a convoglio profughi a Hostomel. Missione Ue nella capitale

I premier di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca, in veste di "rappresentanti del Consiglio europeo", incontreranno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Pubblicato:15-03-2022 10:43
Ultimo aggiornamento:16-03-2022 08:27
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VOLODYMYR_ZELENSKY
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Di Alessio Pisanò e Alessandra Fabbretti

ROMA – Almeno due persone hanno perso la vita nell’incendio divampato in due edifici di Kiev, all’alba di oggi. Lo riferisce il Servizio per le emergenze nazionali della capitale ucraina, riferendo di due forti esplosioni registrate in città intorno alle 5 del mattino ora locale di cui vengono accusate le forze armate russe. È in questo contesto di violenze incessanti che giungono oggi a Kiev i primi ministri di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia – rispettivamente Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa in veste di “rappresentanti del Consiglio europeo”. Scopo della missione, come si apprende da una nota della presidenza polacca, l’incontro col presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro Denys Smihal al fine di “confermare l’inequivocabile sostegno dell’intera Unione Europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina e presentare un ampio pacchetto di sostegno allo Stato e alla società ucraini“.

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La missione giunge nel giorno in cui, come ha annunciato il presidente Zelensky, dovrebbero riprendere i negoziati tra i delegati di Russia e Ucraina, dopo che il quarto appuntamento di ieri è stato rinviato ancora senza risultati. Il nodo secondo Kiev è il raggiungimento di un cessate il fuoco e garanzie di sicurezza per i corridoi umanitari che, stando a quanto denunciano le autorità, restano un bersaglio degli attacchi russi. Stamani, stando alla stampa ucraina, la polizia di Hostomel, non lontano dalla capitale, ha dichiarato che i militari russi hanno aperto il fuoco contro un convoglio di quattro pullman con a bordo i civili che le autorità stavano evacuando dalla città. Dieci pullman erano già partiti. Una donna ha perso la vita e altre quattro persone sono rimaste ferite.

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Come riporta l’agenzia Tass la controparte russa, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ieri ha ribadito che “le operazioni militari speciali in Ucraina” lanciate da Mosca il 24 febbraio scorso “proseguono come pianificato” e che “l’obiettivo sarà portato a termine nei tempi previsti e pienamente”. Il Cremlino ribadisce che l’intervento si è reso necessario per sostenere l’indipendenza delle due autoproclamate repubbliche, per “denazificare” il paese. Forte di questa motivazione, stamani, il ministro della Difesa Igor Konashenkov ha confermato che le forze russe “hanno preso il controllo di una base militare dei nazionalisti ucraini e di mercenari stranieri” nei pressi di Guta-Mezhigorskaya, a nord di Kiev, e che sono state sequestrate “molte armi” che ora “verranno consegnate alle milizie popolari delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk”. Ritenendo l’offensiva un’invasione, l’Unione europea in mattinata ha definito un quarto pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia i cui dettagli saranno resi noti in giornata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue.

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BIDEN VOLERÀ A BRUXELLES PER IL VERTICE UE

Il Presidente degli Stati uniti, Joe Biden, parteciperà in presenza al vertice dell’Unione Europea a Bruxelles previsto per il 24 e 25 marzo sulla crisi ucraina. La notizia è stata confermata da fonti diplomatiche europee ed americane.

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CINA: “CRISI DOVUTA ALLE CONTRADDIZIONI DELLA SICUREZZA EUROPEA

La Cina “non è parte della crisi”, non vuole essere colpita da sanzioni e considera il conflitto in corso in Ucraina “il risultato dell’accumularsi e dell’intensificarsi negli anni di contraddizioni sulla sicurezza europea“: così il ministro degli Esteri della Repubblica popolare, Wang Yi. Le dichiarazioni, pubblicate oggi da media nazionali, sono state rese durante un colloquio telefonico con l’omologo spagnolo Jose Manuel Albares.

“La Cina non è parte della crisi e ancora meno vuole essere colpita da sanzioni” ha detto Wang. Il ministro ha aggiunto che la Cina ha “il diritto di salvaguardare i propri diritti e interessi legittimi”. Nei giorni scorsi, il governo della Repubblica popolare ha smentito indiscrezioni di stampa circa richieste di aiuto militare che a Pechino sarebbero giunte dalla Russia. Il tema potrebbe essere stato toccato ieri durante un incontro a Roma tra il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e il direttore della Commissione centrale della Cina per gli Affari esteri, Yang Jiechi. Secondo il ministero degli Esteri di Pechino, il colloquio è stato “franco, approfondito e costruttivo”. Ieri Yang avrebbe però anche accusato il governo americano di non rispettare l’impegno ad astenersi dal sostenere l’indipendenza di Taiwan e avrebbe definito questa linea “molto pericolosa”.

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NATO: “PIANO CON OLTRE 40.000 EFFETTIVI A EST”

“Abbiamo già attivato il nostro piano di difesa e ora ci sono più di 40.000 effettivi schierati ad est e aumenteremo anche la nostra difesa aerea. Un attacco a un solo Paese alleato riceverà risposta da tutta l’Alleanza. L’invasione russa dell’Ucraina ha creato un nuovo scenario di sicurezza sul continente europeo e noi dobbiamo essere pronti ad affrontare questa situazione“. Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a una conferenza stampa organizzata alla vigilia della riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza Atlantica prevista per domani.

“Stiamo considerando più misure di protezione per quanto riguarda lo schieramento navale e la cybersecurity“, ha annunciato ancora il segretario dell’Alleanza Atlantica. “Domani i ministri inizieranno un’importante discussione per decidere delle misure concrete per la nostra difesa su tutti i fronti“, ha aggiunto Stoltenberg.

Gli alleati Nato, ha proseguito il segretario generale, “continueranno a sostenere l’Ucraina con aiuti umanitari ed equipaggiamenti militari inclusi armi anticarro e carburante“.

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STOLTENBERG: “MONITORIAMO RUSSIA SU ARMI CHIMICHE”

“Qualunque uso delle armi chimiche sarebbe una violazione della legge internazionale ed esortiamo la Russia e non usare armi chimiche. Stiamo vedendo che la Russia ha facilitato l’uso di queste armi in Siria e ogni loro uso sarebbe inaccettabile, rimaniamo vigili nell’osservare ogni possibile pretesto per un uso si queste armi”. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, lo ha detto oggi in riferimento all’operazione militare russa in corso in Ucraina. L’occasione è stata una conferenza stampa organizzata alla vigilia della riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza Atlantica, prevista per domani.

La Russia sta cercando in continuazione delle scuse per l’uso della forza e ora stanno accusando l’Europa e l’Ucraina della produzione di armi chimiche” ha aggiunto Stoltenberg. “Il presidente Biden ha già messo in chiaro che la Russia pagherà grandi conseguenze ma non posso ora dire se ci sarà una risposta militare della Nato nel caso vengano utilizzate di armi chimiche”.

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“Prenderemo in considerazione anche importanti aumenti dei nostri schieramenti aerei e navali; rafforzare la nostra difesa aerea e missilistica integrata e le nostre difese informatiche. Ora ci sono centinaia di migliaia di forze in allerta intensificata in tutta l’Alleanza: centomila soldati americani in Europa e circa 40.000 soldati sotto il comando diretto della Nato, per lo più nella parte orientale dell’Alleanza”. Lo ha detto il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg in merito all’invasione dell’Ucraina e allo stato attuale della fase di deterrenza rafforzata decisa dalla Nato. Domani si terrà l’incontro dei ministri della Difesa dell Nato.

“Gli alleati hanno anche fornito quantità significative di equipaggiamento critico, comprese armi anticarro e di difesa aerea, droni, munizioni e carburante, e anche equipaggiamento militare e assistenza finanziaria e umanitaria”, ha sottolineato.
“Gli Stati Uniti stanno attualmente schierando batterie Patriot in Polonia, e anche Germania e Paesi Bassi li stanno schierando in Slovacchia. Un attacco a un alleato avrà una risposta decisiva da parte dell’intera Alleanza“, ha rimarcato il Segretario Generale della Nato che ha messo in luce come “l’ invasione russa dell’Ucraina e la sua integrazione militare con la Bielorussia, creino una nuova realtà di sicurezza nel continente europeo”.

E ha concluso con un invito deciso: “Accolgo con favore che la Germania e altri alleati abbiano già annunciato che stanno intensificando gli investimenti e incoraggio tutti gli alleati a spendere almeno il 2% del Pil per la difesa“.

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