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Quando la voce è donna, parla Divertito portavoce del ministro Cingolani

DireDonne intervista le portavoci e uffici stampa del nuovo Esecutivo

Pubblicato:15-03-2021 14:02
Ultimo aggiornamento:15-03-2021 15:01

stefania divertito
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ROMA – “Sono nata in un luogo molto inquinato, da qui la mia passione per le tematiche ambientali, tradotta poi nel lavoro di giornalista”. Stefania Divertito, 45 anni, racconta all’Agenzia Dire il suo ‘viaggio’ nel mondo della comunicazione, fino al suo ultimo incarico di portavoce e capo ufficio stampa del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Laureata in Scienze Politiche e da più di vent’anni giornalista, redattrice e responsabile delle pagine di ‘Metro’, e poi con l’inchiesta sull’uranio impoverito, vincitrice del premio ‘Cronista dell’anno nel 2004’. Autrice di numerosi libri, il primo ‘Amianto, storia di un serial killer’, ha poi collaborato con l’Espresso, Left, Il Fatto, e Vanity Fair. Un denso curriculum che le permette ad un certo punto di essere contattata dai 5 Stelle all’opposizione del Governo Renzi.
“Arriva l’inaspettato e ho iniziato a lavorare attivamente nelle commissioni parlamentari, preparando dossier e contribuendo all’osservazione di tematiche ambientali che richiedevano maggiore approfondimento. Così nasce una fitta collaborazione accresciuta dalle relazioni con lobby, gruppi di pressione, associazioni del mio precedente lavoro sul campo. Ho potuto organizzare eventi sui territori, il più rilevante quello a Porto Torres sul reddito energetico e poi ancora le diverse iniziative legate alle vicende degli inceneritori in tutt’Italia”. Quindi, precisa Divertito, “un’azione comunicativa sia conservativa a tutela dell’esistente, che impositiva nella risoluzione dei problemi. Così con il Movimento 5 Stelle ho potuto contribuire attivamente nella costruzione del programma elettorale, da lì è stato naturale proseguire con la nomina di portavoce del ministro Costa nel 2018 con il governo Conte“.

Un passaggio doveroso da cronista esperta a capo ufficio stampa di un ministero quindi, da ‘una comunicazione d’attivista’ a quella istituzionale. “Certamente per me una vera e propria rivoluzione copernicana considerando anche il passaggio dei 5 Stelle da forza di opposizione a forza di governo. Una costante ricerca dei punti di ricaduta tra il desiderato e il reale in una mediazione continua verso un compromesso mai a ribasso”. “Il caso Ilva con il nuovo contratto e piano industriale ha rappresentato poi il primo momento di grande difficoltà politica e comunicativa- ricorda Divertito alla Dire- trovarmi improvvisamente dall’altra parte della barricata, dove ho sentito la difficoltà di passaggio da giornalista impegnata a portavoce istituzionale; per me complicato d’accettare, non si poteva fare quello che si doveva. Il ministro difatti si è trovato un contratto già sottoscritto, da qui parte la trattativa e ricerca di un compromesso: riconosco che si sono ottenute parecchie cose sul fronte della tutela ambientale e territoriale. Quindi illustrare la situazione al meglio spiegando con chiarezza lo stato dell’arte. Abbiamo cercato sempre la trasparenza rispetto all’azione di Governo, raccontando con precisione quello che si stava facendo”. Poi arriva la pandemia e la tematica ambientale passa sullo sfondo ma comunque, “abbiamo lavorato sull’uso consapevole delle mascherine insieme alla Guardia Costiera con la campagna di sensibilizzazione e il supporto di Enrico Brignano. Un’azione comunicativa interna al Governo e alle istituzioni per utilizzo delle mascherine lavabili e l’importanza di quelle di comunità/cotone”.

E poi con l’emergere della ipotetica connessione inquinamento-covid l’apertura di un nuovo fronte “una mappatura geografica, abbiamo iniziato a collaborare con Ispra e diversi istituti internazionali contribuendo attivamente nel percorso di studio e ricerca scientifica”. Nel flusso costante di informazioni nel mezzo di una pandemia il portavoce, “assume sempre più una sua centralità e autonomia, una professione che ormai è stata sdoganata- spiega Divertito- molto più evidente rispetto a prima. I cittadini sanno che esiste e sanno chi è. Dal punto di vista del ruolo, c’è una maggiore assunzione di responsabilità della mansione pubblica. Il portavoce è uscito dall’ombra. All’estero è piuttosto abituale che parlino al posto del premier, con responsabilità empatia e grande intuizione”.


Sul come valorizzare la comunicazione del ministro Cingolani in questa ‘nuova’ e tecnica compagine governativa, aggiunge la portavoce: “Ci stiamo conoscendo mi sento più capo ufficio stampa che portavoce al momento e non credevo di essere riconfermata. In questa fase- continua- lui non vuole avere il classico ‘portavoce’, ci stiamo confrontando, sto entrando nei dossier. Ho intuito una continuità sul sistema valoriale e temi legati alla biodiversità, ma l’approccio con il precedente appare molto differente. Ad esempio non avrà profilo social, pertanto si sta delineando una comunicazione asciutta e istituzionale in linea con il governo, piuttosto ‘blindato’. Nessuna intervista al momento”.

Donne in maggioranza nella squadra dei portavoce del governo, “Si e mi sembra positivo- commenta la portavoce di Cingolani- La comunicazione è come uno spartito, devi sentire la melodia che si sta creando, saper aspettare i tempi giusti e soprattutto sviluppare una grande capacità d’ascolto. I tempi sono fondamentali come le armonie”. In sintesi, “quello del portavoce è secondo me è un ruolo femminile. È molto positivo che ci siano diverse professioniste all’interno di questo Governo. Credo in alcune caratteristiche propriamente femminili per la buona riuscita del mestiere come attenzione alle sfumature e la sensibilità. Quanto affermo chiaramente può diventare luogo comune o verità. Saper gestire nel modo giusto la tensione, rimanere calmi e trovare soluzioni costruttive quando ci sono momenti caotici, legati alla politica”. Tuttavia, ad oggi conclude la portavoce del ministro Cingolani “se fai questo lavoro, non vieni guardata come un uomo e positivamente. Io non ho famiglia e non ho figli, mi sono chiesta molte volte come avrei fatto se li avessi avuti. Il problema c’è: se una donna è impegnata, 24 ore su 24 ore ancora socialmente purtroppo non viene vista bene, per un uomo non è così”.

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