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AstraZeneca, Pani (Sifo): “Indagare su decessi, ma serve affidarsi alla scienza”

"Non esiste rischio zero, ogni medicinale può dare eventi avversi"

Pubblicato:15-03-2021 10:15
Ultimo aggiornamento:15-03-2021 10:38

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ROMA – “Teoricamente ogni vaccino covid in commercio potrebbe causare rari fenomeni tromboembolici, non solo AstraZeneca. Serve affidarsi alla scienza, indagare e fare verifiche nel caso di eventi avversi inattesi per gravità e numerosità, accertare nesso di causa e tempo”. A parlare è Marcello Pani, direttore della farmacia ospedaliera dell’Irccs Agostino Gemelli di Roma e segretario nazionale Sifo, la Società italiana di farmacia ospedaliera.
Interpellato dalla Dire, Pani spiega cosa può fare un ente regolatorio e quali sono i controlli in casi come quello di AstraZeneca, il vaccino anglo-svedese il cui lotto ABV2856 è stato sequestrato in Italia dai Nas per conto dell’Aifa dopo alcuni casi di morti sospette, e un altro lotto, ABV5811, è stato ritirato dalla Regione Piemonte dopo un altro decesso. Numerosi i Paesi, Ue ed extra Ue, che hanno sospeso la vaccinazione: anche l’Irlanda tra questi nelle ultime ore, dopo che aveva raccomandato il vaccino agli over 70.

Professor Pani, per tutti i farmaci esiste un processo di farmacovigilanza, che è stato applicato ovviamente anche ai vaccini. Come funziona?

‘Il meccanismo con il quale avviene il monitoraggio degli eventi avversi è uguale per tutti i farmaci ma è maggiormente attenzionato per il vaccino Covid perché per questi è stata istituita in Aifa una speciale commissione per monitorare eventuali eventi avversi. Tutti i farmaci nel periodo pre-autorizzativo vengono testati per verificare efficacia e sicurezza, controllati sugli eventi avversi, nessun farmaco è privo di effetti collaterali. Tanto che nelle schede tecniche vengono riportati sia gli eventi avversi prevedibili e quelli rari, perché si sono già manifestati nella fase pre-clinica, quando un farmaco viene testato prima di essere messo in commercio. Tutto questo è stato fatto anche per il vaccino Covid e nella successiva fase di farmacovigilanza, dopo l’autorizzazione in commercio: spetta quindi ai medici, ai farmacisti e ai pazienti segnalare le eventuali reazioni avverse e trasmetterle ad Aifa. Queste segnalazioni spontanee vengono inserite in un database nazionale e chi fa il monitoraggio si accorge subito se ci sono segnalazioni su un farmaco che, per numerosità e/o gravità, possono esulare dalle statistiche. In questo caso scattano degli alert, che comportano poi un eventuale ritiro del farmaco. Il ritiro può scattare quindi se l’effetto inatteso è significativo. Questo viene fatto ovviamente anche in funzione di uno specifico lotto di produzione, quindi quello chiamato in causa non è il vaccino in quanto tale ma lo specifico lotto, come il caso di AstraZeneca, di cui infatti è stato sequestrato un lotto sospetto. Se il problema riguarda più lotti abbiamo a che fare con un problema grave sul farmaco. Nel caso del vaccino Covid di AstraZeneca parliamo di centinaia di migliaia, milioni di dosi prodotte, e il lotto può riguardare diverse regioni, città e Paesi europei. Il sistema di monitoraggio fa sì che ci sia una tracciabilità del farmaco, in questo caso del vaccino, con il quale si riesce a risalire dove e a chi è stato consegnato, persino alle generalità del paziente a cui è stato somministrato”.

– Nel caso di AstraZeneca erano noti i fenomeni trombotici?


“L’indagine è ancora in corso, se ne sta occupando Ema raccogliendo i dati e indagando se c’è un nesso di causa-effetto. Aifa è in contatto con Ema sulla valutazione complessiva anche negli altri Paesi. Negli studi pre-clinici di AstraZeneca si erano già evidenziati alcuni eventi avversi, come normalmente accade anche per altri farmaci, si tratta di capire se questi eventi rientrino nelle statistiche. I casi trombotici o tromboembolici, è bene ricordarlo, rientrano tra le reazioni avverse anche di molti altri farmaci”.

– Come si stabilisce il nesso di causa ed effetto in casi come questi?

Quando la causa è identificata in relazione a un determinato lotto e non generalizzata, il problema risiede nel lotto di produzione e non nel farmaco o nel vaccino. Se invece la percentuale in cui si manifestano gli eventi avversi è superiore a quanto previsto nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, e si rileva a prescindere da uno specifico lotto, allora abbiamo un problema serio che riguarda il vaccino in quanto tale. Quando l’Ente Regolatorio – AIFA – sospetta problemi su uno specifico lotto di un farmaco sospende in genere il suo utilizzo su tutto il territorio nazionale e avvia un’indagine per identificare se qualcosa è andato storto, se ci sono state anomalie nel processo produttivo. Per ogni lotto di farmaco o vaccino l’Azienda Farmaceutica predispone e conserva una corposa documentazione che attesta nei minimi dettagli tutte le varie fasi che caratterizzano la produzione effettuata nello specifico sito produttivo”.

Cosa può essere andato storto nel processo produttivo del lotto ABV2856, sequestrato dai Nas per Aifa, e che in Italia è stato somministrato a 170mila persone?

“Qualsiasi passaggio può potenzialmente determinare anomalie, ma le procedure sono rigorosissime. Nel campo della produzione dei vaccini nei bioreattori, le sofisticate tempistiche che accompagnano le varie miscelazioni delle materie prime sono talmente rigorose che qualsiasi anche minima variazione può determinare un problema. Qualsiasi passaggio, minimi scostamenti dei parametri monitorati possono creare problemi, se vengono correttamente rilevati la produzione viene stoppata e scartata dall’Azienda Farmaceutica. I controlli come detto sono tanti e rigorosi e costituiscono parte integrante della documentazione che accompagna ogni processo produttivo di un lotto di un farmaco. Se gli accurati controlli effettuati dall’Ente Regolatorio danno esito negativo, il lotto temporaneamente sospeso viene tolto dalla quarantena e ne viene rimosso il divieto di utilizzo”.

Secondo Pani, direttore della farmacia ospedaliera dell’IRCCS Agostino Gemelli di Roma e segretario nazionale Sifo, la società italiana di farmacia ospedaliera, ‘“è molto complesso stabilire il nesso di causalità ma l’ente regolatorio tutela la salute del paziente, impedendo che il lotto sia utilizzato e impiega anche diverse settimane per fare verifiche e controlli sui campioni del farmaco o del vaccino e sul processo produttivo per capire se ci siano state situazioni ‘fuori-range’ che sono sfuggite ai controlli previsti. Se non sono individuate le problematiche, il lotto viene dissequestrato. Questi problemi sono possibili, sono capitati ad alcuni farmaci, meno ai vaccini. Ricordiamo comunque il caso di un vaccino antinfluenzale del 2014 che creò gravi eventi avversi e morti sospette: vennero ritirati cautelativamente da AIFA due lotti, poi riabilitati successivamente. È recente un caso di un disinfettante, in cui è stato ritirato un intero lotto, la causa era la materia prima contaminata e questa materia prima era stata fornita da un altro produttore. I provvedimenti dell’ente regolatorio, in questo caso Aifa, possono arrivare fino al ritiro dal commercio del prodotto, questo accade quando viene accertato un problema molto grave che riguarda un evento avverso non previsto o molto grave con frequenza non prevista’.

– Quali altre azioni può fare l’ente?
Anche sospendere o chiudere il sito produttivo. I siti sono periodicamente verificati e controllati dagli enti regolatori, c’è un’azione preventiva e non solo a posteriori quando c’è un problema. L’ente regolatorio può comunque graduare l’intervento nei confronti dell’azienda, sulla base della gravità del problema riscontrato. I meccanismi di controllo sui rispettivi siti di produzione esistono e vengono fatti dagli Enti Regolatori nei vari Paesi, vale naturalmente la reciprocity o mutuo riconoscimento: l’ente regolatorio verifica lo stabilimento di produzione operante nel territorio di competenza, ad esempio AIFA verifica gli stabilimenti produttivi italiani di farmaci destinati all’esportazione in altri Paesi”.

– Stanno facendo bene i Paesi che bloccano l’intera somministrazione del vaccino AstraZeneca?
Secondo me sì solo se limitata al lotto sospetto, in attesa che queste indagini vengano approfondite. Il meccanismo di sospensione in Europa è lo stesso per tutti. Con le informazioni disponibili sarebbe assurdo bloccare la somministrazione di tutto il vaccino e l’effetto sarebbe devastante sull’opinione pubblica e sulla campagna vaccinale. È, necessario fare il percorso previsto per queste situazioni, affidandosi al rigore scientifico. Alzare eccessiva enfasi può essere controproducente. Se l’evento avverso avesse riguardato un altro farmaco la notizia non sarebbe comparsa sui media, è un atteggiamento sbagliato. C’è poi una percezione distorta sul farmaco in generale, si pensa che il farmaco ‘fa solo bene e restituisce salute’ ma non è corretto, per quanto la percezione sia diffusa. È un mondo dei sogni, dove non si accettano gli effetti collaterali che pure ci sono anche utilizzando i farmaci più semplici. La scienza ci insegna che nessun farmaco ha zero effetti collaterali”.

– Prima ha parlato di effetti avversi anche per altri vaccini.
“Certo, ci sono anche per gli altri vaccini. Gli approfondimenti che stanno facendo adesso su AstraZeneca aiutano a capire se sono anomalie o casi che possono riguardare eventi avversi già noti. I casi più frequenti e conosciuti di reazioni avverse nei vaccini riguardano i vaccini antinfluenzali. Non abbiamo mai avuto una campagna vaccinale di questa portata, con un rapporto di soggetti vaccinati più alto di qualsiasi altra somministrazione vaccinale, a cui chiaramente può corrispondere una numerosità di eventi avversi maggiore. Il vaccino Covid ha eventi avversi, già comunicati nella scheda tecnica, se non accettiamo questo dato non sfrutteremo il beneficio dato dal vaccino Covid. Se gli eventi comparsi rientrano nei tipi e nei valori previsti nella scheda tecnica ce ne dovremmo fare una ragione, non ci si può muovere diversamente”.

– Il problema che si è presentato con AstraZeneca può essere ricondotto ad errori nella somministrazione?
“Questo francamente mi sentirei di escluderlo”.

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