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Il futuro scende in piazza, chi lo rappresenterà?

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia Dire, per #DireOggi

Pubblicato:15-03-2019 16:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:14

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ROMA – Oggi decine e decine di migliaia di ragazzi e ragazze hanno invaso le piazze italiane. In difesa dell’ambiente, per salvare il nostro pianeta, la nostra casa comune dall’inquinamento. In una giornata difficile, per la tremenda strage avvenuta in due moschee di una città della Nuova Zelanda. 49 morti ammazzati da un gruppo terrorista di uomini bianchi, che rivendicando il loro credo nazifascista, hanno ucciso, fatto scempio di uomini e donne musulmane. Per loro il futuro è strage, morte.

Noi stiamo con i giovani che oggi in tutto il mondo hanno protestato per una vita migliore. Per un futuro di pace, dove ognuno possa vivere la propria esistenza senza guerre e scannamenti per il possesso di questa o quella cosa, di un corpo, di risorse altrui. Hanno sfilato e urlato, cantato e ballato. Non hanno voluto partiti e bandiere di partito.

La politica non li considera e loro non la vogliono. Come dargli torto? Guardiamo a quello che accade nelle stanze del Governo, dove Lega e M5S non passa ora che non litighino su qualsiasi cosa. Dove le misure che hanno messo in cantiere riguardano molti, ma non i giovani. Questa loro rabbia, questa voglia di cambiare e aggiustare il nostro mondo dovrà incontrare la politica. Tocca a loro spingere, pretendere, perché nasca una classe dirigente all’altezza di queste nuove sfide. Politici che non si azzuffano per il voto in più ma che si mettono a disposizione per cercare nuove e buone soluzioni condivise. Perché senza condivisione non ci sarà un mondo migliore.


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