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Algeria, Toumi: “Così i giovani disegnano il nostro volto nuovo”

Samir Toumi, scrittore e ingegnere algerino, sorride mentre parla, attraverso la metafora del viso perduto, tema chiave del suo nuovo romanzo, delle manifestazioni che ancora oggi stanno rivelando al mondo la nuova faccia dell'Algeria.

Pubblicato:15-03-2019 16:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:14
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NAPOLI – “Non so se lo abbia mai perso ma direi che, con gli eventi di oggi, l’Algeria si sta costruendo un nuovo volto. E sara’ un bel volto, spero”. Samir Toumi, scrittore e ingegnere algerino, sorride mentre parla, attraverso la metafora del viso perduto, tema chiave del suo nuovo romanzo, delle manifestazioni che ancora oggi stanno rivelando al mondo la nuova faccia dell’Algeria.

“Giovane, connessa con il mondo, desiderosa di cambiamento” la definisce lo stesso autore, classe 1968, parlando all’agenzia ‘Dire’ nel locale della libreria Tamu di Napoli. Qui, ieri, il tour del romanziere per presentare l’edizione italiana del suo ‘Lo Specchio Vuoto’ (Mesogea, 2018) e’ stato inaugurato da un partecipato dialogo con lo storico Marcello Anselmo e lo psicanalista Sarantis Thanopulos.

“Volevo parlare della maniera in cui la mia generazione non ha saputo posizionarsi rispetto a quella precedente, che ha creato l’Algeria indipendente, ha liberato il Paese e vinto contro il colonizzatore” – dice Toumi – e di un ambiente sociale preciso, questa classe sociale o ‘democratura’ che si e’ formata molto poco dopo l’indipendenza ed e’ stata formata da quelli che noi algerini chiamiamo i ‘mujahedin che ce l’hanno fatta’, che hanno ottenuto ruoli di responsabilita’”.


Nel romanzo, le vicende del protagonista, narrate in prima persona, partono dal momento in cui scopre una singolare patologia psichiatrica, la “sindrome da cancellazione”: guardandosi allo specchio, non vede il suo riflesso. Al centro dell’intreccio il rapporto con il padre defunto, un glorioso mujahed venerato dal suo ambiente per le gesta compiute durante la guerra di liberazione, ma la cui identita’ e’ totalmente appiattita sul suo personaggio rivoluzionario.

“La nuova generazione e’ spaventosa, come mi piacerebbe farne parte” e’ la citazione di Oscar Wilde che introduce il libro: “Mi fa molto piacere parlare di questa frase: quando il libro e’ uscito in francese (nel 2016, ndr) in pochi mi hanno chiesto di questa citazione: ora in molti me ne parlano, e credo sia legato agli eventi” afferma Toumi, tradendo con gli occhi la “e maiuscola” degli “evenements”.

“Volevo affermare che la generazione che avrebbe potuto scrivere un nuovo capitolo della storia d’Algeria era quella dei nostri figli: la prima pagina e’ stata quella dei nostri genitori, la nostra narrazione, il nostro ‘romanzo nazionale’ parlano solo di loro. La mia generazione non esiste, non abbiamo ripreso il testimone, perche’ eravamo sotto l’ombra divorante di questo successo, di questa gloria… Oggi i nostri ragazzi sono, loro si’, invece, piu’ lontani da quest’ombra, hanno la forza di affrancarsi da questa storia e crearsene una nuova”.

Cancellazione, perdita d’identita’, soffocamento dell'”individualita’, con la ‘i’ minuscola”, sotto il peso di “una ‘storia’ con la ‘s’ maiuscola”: il romanzo di Toumi percorre questi temi con un ritmo accattivante e cinematografico, raccontando, attraverso le contraddizioni e i vuoti di memoria del protagonista, quelli di tutta una classe sociale.

“Il problema dei borghesi o neo-borghesi, che spesso hanno anche una leggittimita’ rivoluzionaria, ma sono totalmente scollegati dal resto della societa’, e’ che sono una minoranza, ma non capiscono che la maggioranza delle persone non gli assomiglia – spiega lo scrittore – considerano, pure essendo una minoranza, di essere la ‘normalita”. È una classe sociale che conosco bene, da cui provengo, e partendo da qui volevo mostrare tutti questi meccanismi, tutti i compromessi di una classe che adora il suo Paese ma non ci vive, che venera il mito della liberazione ma manda i propri figli alle scuole francesi e che oggi trova il nostro popolo magnifico, mentre fino a ieri lo disprezzava e gli dava addosso”.

Oggi ad Algeri una nuova mobilitazione nazionale e’ stata convocata per chiedere le dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika. “Il sistema cerchera’ di provocare violenze, ma e’ proprio per questo che i manifestanti si stanno dimostrando impeccabili nella gestione delle piazze, che puliscono le strade dopo ogni marcia” sottolinea Toumi.

“Ci sono tanti rischi in campo, ma la macchina e’ partita, e credo che sia la cosa piu’ importante. In Algeria nell’ultima decade ci sono state circa 10mila manifestazioni all’anno su specifiche vertenze, ma quello che e’ cambiato ora e’ che tutti sono accumunati da uno stesso slogan, ragazze in minigonna accanto a ‘barbuti’. E quello che ha unito molti e’ stato vedere un alto numero di morti in mare mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo, nei pochi mesi precedenti al movimento: tra loro c’erano donne, bambini, giovani istruiti della classe media.

Credo che questo abbia spinto molti a dire basta, non vogliamo lasciare il Paese per salire su una barca, vogliamo avere prospettive qui. Per quanto riguarda il futuro, esistono tanti rischi ma credo, davanti a un movimento popolare come questo, che bisogna esserne felici, anche se questo significa saper ammettere a noi stessi che non sappiamo esattamente dove portera’”.

‘Lo specchio vuoto’, tra i finalisti del premio per la letteratura araba nel 2017, sara’ presentato stasera al Book pride di Milano, in corso alla Fabbrica del Vapore, e sabato a Roma, presso la libreria Griot.

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