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Giornate Fai di Primavera, nelle Marche porte aperte per 75 tesori nascosti

Tra le aperture anche il passaggio a livello della ferrovia Metaurense, l'eremo di San Marco ad Ascoli Piceno, Villa Mucchi a Morrovalle e il centro storico di Ponzano

Pubblicato:15-03-2018 14:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:38
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ANCONA – Saranno 75 i ‘tesori’ marchigiani nascosti che apriranno il 24-25 marzo in occasione delle giornate Fai di primavera. L’iniziativa è stata presentata oggi al museo Archeologico nazionale delle Marche.

“La Regione Marche dà grande merito al forte impegno del Fai, insieme ai tantissimi volontari, per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale- spiega l’assessore regionale alla Cultura Moreno Pieroni-. Anche nella fase di emergenza del terremoto, in cui le Marche sono state colpite nel 67% del loro territorio, è stato assicurato un grande impegno da parte del Fai per il recupero e la promozione del sistema culturale. Sono sicuro che da un’economia culturale possa ripartire anche l’economia sociale e lo sviluppo dei territori colpiti”.

Saranno 3.600 nelle Marche gli ‘apprendisti ciceroni’ (giovani studenti che illustreranno aspetti storici e artistici dei monumenti), 600 i volontari che seguiranno gli aspetti organizzativi coordinati dalle cinque delegazioni Fai presenti in regione.


 

“Un altro punto da sottolineare è la capacità di coinvolgimento dei giovani per un’educazione al senso di appartenenza del bene culturale, per la ricerca propositiva sul patrimonio storico e la divulgazione della nostra identità culturale- continua Pieroni-. Insomma, assicurando una costante vicinanza della Regione alle proposte, il ringraziamento al Fai per il fermento che sa sempre coagulare attorno alla Cultura, perché diventa un valore aggiunto anche per il Turismo”.

Tra le 75 aperture anche il passaggio a livello della ferrovia Metaurense (chilometro 76 + 863) che unisce Fano ad Urbino, l’eremo di San Marco ad Ascoli Piceno, Villa Mucchi a Morrovalle, l’ex ospedale psichiatrico di Ancona e il centro storico e il museo della cultura popolare di Ponzano.

“Abbiamo cercato anche questo anno di produrre valore: i beni non testimoniano solo la loro bellezza, trattengono spesso un racconto fattosi muto negli anni perché le generazioni che li hanno prodotti sono passate e dunque spesso il loro uso non è più quello per cui sono stati pensati e costruiti- dichiara la presidente Fai Marche Alessandra Stipa-. Ecco la scelta di una tratta ferroviaria storica, con la speranza che possa essere riutilizzata, dell’Anfiteatro romano di Ancona con la speranza che si possa aprirlo stabilmente e dell’Eremo di San Marco di Ascoli Piceno auspicando che amministrazione locale lo consideri un valore aggiunto”.

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