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Riforma dei parchi, Realacci: “In aula alla Camera il 27 marzo”

La commissione Ambiente della Camera ha definito la legge di riforma dei Parchi

Pubblicato:15-03-2017 16:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:01

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Ermete Realacci

ROMA – La commissione Ambiente della Camera ha varato, dopo un approfondito esame, “la legge di riforma dei Parchi, di cui è relatore il collega Borghi. L’approdo in Aula è previsto il 27 marzo. Nel passaggio in commissione sono stati rafforzati l’impianto originario della legge 394/91 e il ruolo delle Aree protette anche rispetto al testo varato al Senato”. Così Ermete Realacci, presidente della commissione, sul via libera in Commissione della proposta di legge 4144 di riforma delle Aree protette. “Tra i punti qualificanti c’è la reintroduzione del piano triennale, uno strumento di programmazione nazionale per tutto il sistema, con priorità nei finanziamenti per le aree protette regionali e marine- spiega Realacci- Per garantire maggiore trasparenza arrivano la selezione pubblica per la nomina dei direttori dei Parchi Nazionali e requisiti più rigorosi per la scelta dei presidenti. È inoltre previsto che il ministero dell’Ambiente emani linee guida per la nomina dei direttori delle Aree Marine Protette. Entrano nei consigli direttivi degli enti parco nazionali un rappresentate delle associazioni scientifiche e uno degli agricoltori o dei pescatori per orientare le attività economiche locali verso la sostenibilità, che così si affiancano a quello delle associazioni ambientaliste”. E “per la prima volta negli organi direttivi deve essere ‘tenuta in considerazione la rappresentanza di genere’, visto che nei 23 Parchi nazionali oggi solo un presidente e due direttori sono donne e su ben 230 membri dei consigli direttivi solo 14 sono donne, appena il 6%”, aggiunge.

 

Con la legge 394/91, la legge sui parchi, “si individuano anche modalità per la tutela della biodiversità e per la gestione della fauna maggiormente rispondenti alla direttive comunitarie, prevedendo un importante ruolo di valutazione da parte dell’Ispra- prosegue Realacci-.- Viene introdotto il divieto di trivellazioni nei parchi e nelle aree contigue. Proibita nei parchi anche la pratica dell’eliski, mentre dovranno essere disciplinate dal regolamento dell’ente il sorvolo di velivoli e droni e le esercitazioni militari. Su tutto il territorio nazionale è inoltre vietato l’allevamento di cinghiali al fine del ripopolamento”.


Una delle novità “più rilevanti confermate dall’esame della Commissione riguarda i piani dei Parchi Nazionali che vengono sottoposti a Valutazione ambientale strategica, facendo entrare così nel procedimento i ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali rispetto al testo originale della legge 394/91 che prevedeva la sola approvazione della Regione- prosegue Realacci-. I parchi avranno inoltre la facoltà di concedere a pagamento il proprio marchio, ad esempio per i prodotti tipici locali che soddisfino anche i requisiti qualità e di sostenibilità ambientale, e di disporre dei beni demaniali. Gli Enti gestori delle aree protette sono inclusi nell’elenco dei soggetti beneficiari del 5×1000. Per promuovere la sinergia operativa tra Comitato nazionale delle aree protette, Comitato paritetico per la biodiversità e Comitato per il Capitale naturale e per far conoscere attività effettuate e risultati conseguiti il ministro dell’Ambiente convoca entro il gennaio 2019 e successivamente ogni tre anni la Conferenza nazionale La Natura dell’Italia. L’obiettivo della riforma è rendere i Pachi protagonisti dello sviluppo del Paese coniugando la tutela e la valorizzazione del territorio e delle biodiversità con la buona economia”.

di Roberto Antonini, giornalista professionista

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