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BOLOGNA – C’è Emma che vuole fare l’illustratrice di libri per bambini. O l’attrice. E c’è Edoardo che invece vorrebbe diventare maestro. Non troppo severo, però. O magari l’astronauta, o forse l’inventore di una macchina del tempo. E poi ci sono Omaima, Sefora, Ahmed e tutti gli altri. Bambini di nove-dieci anni, quasi tutti di origine straniera, che si sono messi alla prova nel concorso letterario “Space kids – in viaggio verso la parità di genere”, organizzato da Aics Bologna. I piccoli alunni si sono cimentati con un tema o un racconto breve, dando libero sfogo alla loro creatività e mettendo nero su bianco sogni, sentimenti e aspirazioni, con un occhio di riguardo alla parità di genere. In quarta e quinta elementare non è sempre facile esprimersi, ma loro ci sono riusciti benissimo. E domani mattina, alla palestra Atc di via Saliceto 1, gli autori dei temi migliori ricevaranno un premio. Il concorso ha riguardato gli alunni di due classi: la quarta B della scuola elementare Don Minzoni (quartiere San Donato) e la quinta F della Federzoni (quartiere Navile). Si tratta di due classi ad altissima percentuale di stranieri. Eppure, dicono gli organizzatori, anche i temi della parità di genere, non sempre di facile approccio nelle diverse realtà culturali, sono stati capiti e sviluppati. Con “buona grammatica, attinenza al tema e creatività”. Il concorso rientra in un più ampio progetto dell’Aics Bologna, ovvero “Mafald – officina contro i pregiudizi e per i diritti di genere”, che ha ricevuto il contributo della Regione Emilia-Romagna per la finalità di contrasto alle discriminazioni e alla violenza di genere. Oltre che a battere gli stereotipi di genere, l’obiettivo del progetto è anche promuovere una migliore condizione socio-economica delle donne a partire dall’approccio al mondo del lavoro.
Dando un’occhiata ai temi realizzati, si notano spunti interessanti dal punto di vista del superamento degli stereotipi legati al ruolo uomo-donna. Perchè ad esempio c’è un maschio, Edoardo, che aspira candidamente a fare il maestro (mestiere prettamente femminile) dal momento che “gli piacciono o i bambini”. Vorrebbe insegnare “storia, matematica e italiano” alle elementari, ma spera di finire “in una classe di bambini non troppo agitati”. Ha già le idee chiare anche su disciplina e punizioni: “Io farò giocare i miei alunni, però solo se loro faranno i compiti e si comporteranno bene, inoltre io sarò (forse) un maestro che non metterà molte note ma solo quando ce ne sarà un bisogno particolare”. Edoardo, però, è un po’ indeciso. Perchè oltre al maestro gli piacerebbe anche “inventare la macchina del tempo per rivedere le cose brutte che in passato abbiamo fatto e correggerle”, oppure “vivere a Roma e viaggiare in tutto il mondo”. Infine, si tiene aperta anche la possibilità dell’astronauta, “per esplorare pianeti conosciuti e sconosciuti per trovare nuove forme di vita”. Emma, invece, che è di origine cinese, ha le idee più chiare. Da grande vuole fare l’illustratrice perchè “disegnare è un modo di parlare senza usare la voce“. Le piacciono di più i libri per bambini, perchè “i disegni non sono realistici” e a lei vengono meglio. “L’arte”, però, dice, le piace tutta: dal cinema alle fotografie, dal teatro (ci va da quando era piccola) alla musica (“per capirla bisogna usare l’udito e il cuore”). Se il suo sogno è fare l’illustratrice, come secondo mestiere Emma sceglierebbe l’attrice, vista la sua passione per il teatro. Perché nella recitazione ci si esprime “attraverso i movimenti e le parole” e perchè le trasmette “tranquillità e gioia”.
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