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L’annuncio di Landini: non voglio fare un nuovo partito

"Il sindacato non deve essere un partito e io non

Pubblicato:15-03-2015 14:21
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:11

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maurizio landini“Il sindacato non deve essere un partito e io non voglio fare un partito e non voglio uscire dal sindacato”. E’ quanto ha annunciato Maurizio Landini, leader dlela Fiom, ospite del programma ‘In mezz’ora’ su Raitre.

“Io non sto dentro il perimetro che vuole qualcun altro perchè io e lavoratori il paese lo vogliamo cambiare piu’ di Renzi- ha spiegato Landini- invece non è sempre detto che in politica anche i partiti della sinistra difendano gli interessi di chi lavora. Se vuoi rappresentare chi lavora non devi guardare in faccia nessuno, devi parlare con lui”.

Ma un dialogo tra Pd e ‘Coalizione sociale’ sarà possibile? Landini risponde: “Dipende da chi dirigerà il Pd e cosa diventerà, chi vuole rappresentare. Nella mia testa c’è invece la nuova coalizione sociale che non è solo con quelli che c’erano ieri. Va allargata, e oggi il punto è costruire un progetto di cambiamento del Paese di mobilitazione e di azione ad ogni livello, un progetto dove il lavoro sia centrale e sulla base di quel progetto dialogare con tutti”.


Il segretario della Fiom è poi tornato a criticare Renzi. “La sua forza- ha detto- e’ frutto anche degli errori e delle cose non fatte dai sindacati e non da quello che stra facendo. Per la prima  volta dal dopoguerra a oggi, per legge, stanno cancellando i diritti e modificando i rapporti di forza. Confindustria e una parte consistente degli imprenditori, con Renzi, stanno operando per cancellare ogni vincolo sociale e stanno cancellando i diritti”.

Infine l’annuncio: “per quanto riguarda le battaglie a difesa dei lavoratori, da ultimo quella contro il jobs act, con la Cgil siamo stati insieme e abbiamo intenzione di stare assieme. Abbiamo intenzione di creare un nuovo Statuto dei lavoratori e lo faremo raccogliendo le firme per un ddl di iniziativa popolare coinvolgendo anche gli iscritti, decideremo anche per un referendum abrogativo del jobs act”.

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