Lavinia Montebove, la Garante dell’infanzia: “Inaccettabili i rinvii del processo”

Sette anni fa il grave incidente avvenuto in un asilo di Velletri che ha costretto la bimba a vivere in uno stato vegetativo. Il processo in secondo grado è bloccato per mancata notifica alla maestra imputata che avrebbe dovuto controllare la piccola

Pubblicato:15-02-2025 09:11
Ultimo aggiornamento:15-02-2025 16:28
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ROMA – “Dopo 7 anni dal grave incidente avvenuto in un asilo nido di Velletri che la costringe a vivere in stato vegetativo, la piccola Lavinia Montebove sembra non trovare pace neppure per quel che riguarda i tempi del processo che hanno visto condannate in primo grado la maestra che doveva controllarla e la giovane donna che l’ha investita nel parcheggio. Ho appreso infatti che il processo di secondo grado iniziato a dicembre scorso in Corte d’Appello a Roma subisce dei rinvii per un ‘difetto di notifica’ nei confronti della principale imputata. Errori nel reperire la maestra all’indirizzo da lei indicato che hanno portato già a dicembre ad un rinvio dell’udienza e che determineranno quasi sicuramente un ulteriore rinvio della nuova udienza calendarizzata il prossimo 27 febbraio”. Così un una nota Monica Sansoni, Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio.

LAVINIA COMPIE 8 ANNI

Ritengo inaccettabile questa situazione– dice Sansoni- È un dolore che si aggiunge al dolore, queste lungaggini determinano stress e sofferenza ulteriori soprattutto nei familiari. Ad oggi in questa drammatica vicenda c’è una sola vittima e stiamo parlando di Lavinia Montebove, che tra l’altro ha trascorso quasi tutto il mese di gennaio in terapia intensiva all’ospedale Bambino Gesù di Palidoro per una grave crisi respiratoria, con un ‘curriculum’ alle spalle di 20 ricoveri in 6 anni. Lavinia, che a 16 mesi era sanissima e che è stata dimenticata a gattonare da sola nel parcheggio dell’asilo, per essere poi travolta da una vettura, compirà 8 anni il prossimo 15 marzo. È tecnicamente in stato vegetativo di minima coscienza, è tetraplegica, ha un deficit gravissimo delle funzioni neurovisive, è tracheostomizzata nonché costretta all’uso di un dispositivo di ventilazione e ad alimentarsi tramite gastrostomia endoscopica percutanea, dipende in tutto e per tutto dai genitori che la assistono assieme agli infermieri domiciliari”.

“L’Ufficio del Garante- spiega- ha un solo, superiore interesse: quello del minore. A me interessa la giustizia vera, quella che troppo spesso non viene presa in considerazione a causa di burocrazia e cavilli. Con la Procura della Repubblica di Velletri, dove è iniziato questo processo, e col Tribunale della stessa cittadina ho sempre avuto un cordiale e franco rapporto. Un rapporto tra istituzioni che ci ha permesso anche di siglare importanti protocolli di intesa sulla fragilità minorile. Mi ero già appellata in passato al Tribunale di Velletri perché anche la sentenza di primo grado sembrava non arrivare mai. Per questo oggi rivolgo una accorata richiesta alla Corte di Appello di Roma affinché attenzioni questa vicenda e mi metterò personalmente in contatto col Presidente della stessa Corte per avere dei riscontri concreti. Giustizia per Lavinia, almeno questo lo dobbiamo a questa sfortunata bambina“, conclude la Garante.

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