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Honduras, Vijil (Cespad): “Estradizione dell’ex presidente conferma le accuse”

L'intervista all'analista si svolge poche ore dopo che Hernandez ha annunciato con un audio pubblicato sui social di "essere pronto" a consegnarsi di sua sponte alle autorità

Pubblicato:15-02-2022 19:09
Ultimo aggiornamento:15-02-2022 19:09
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ROMA – La richiesta di arresto ed estradizione verso gli Stati Uniti dell’ex presidente Juan Orlando Hernandez “non fa altro che confermare quello che i movimenti della società civile denunciano da almeno 12 anni rispetto ai legami tra l’ex governo e il narcotraffico”. A parlare è Lucia Vijil, analista del Centro de estudio para la democracia (Cespad), organizzazione della società civile honduregna che si impegna a rappresentare le istanze di comunità rurali e native, minoranze, giovani e donne. L’intervista con l’agenzia Dire si svolge poche ore dopo che Hernandez ha annunciato tramite un audio pubblicato sui social media di “essere pronto” a consegnarsi di sua sponte alle autorità, nonostante al momento non sia stato spiccato alcun ordine di cattura ai suo danni.

Ieri, l’ambasciata di Washington nel Paese ha fatto partire una richiesta di arresto ed estradizione verso gli Usa dell’ex capo dello Stato, in carica fino al mese scorso e al potere per due mandati dal 2014, nell’ambito di un processo per traffico di droga internazionale in corso presso una corte di New York, come confermato dal ministero della Giustizia di Tegugigalpa, che ha reso noto di aver già trasmesso il caso alla Corte suprema.

Ad accusare Hernandez di aver partecipato a operazioni di traffico di droga e a sostenere di aver finanziato le sue campagne elettorali tra il 2010 e il 2017 sarebbero alcuni ex capi dei cartelli della droga honduregni attualmente collaboratori di giustizia negli Usa, come Devis Leonel Rivera Maradiaga, ex leader del gruppo dei ‘Los Cachiros’. In carcere negli Usa c’è già il fratello dell’ex presidente, Tony Hernandez, condannato all’ergastolo sempre per reati connessi al commercio di droga lo scorso marzo. “Tutto questo conferma quello che noi diciamo da 12 anni” ribadisce Vijil in riferimento all’anno in cui Hernandez è diventato presidente del Congresso nazionale. “Oltre agli attivisti è stata anche la Mision de Apoyo contra la Corrupcion y la Impunidad en Honduras (Maccih) a evidenziare in modo inequivocabile che la maggior parte degli episodi di corruzione che coinvolgevano il governo avevano a che vedere con l’acquisto e il commercio di droga e con i proventi che questa attività illegali producevano”. Il riferimento dell’analista è a un ente di cooperazione nato nel 2015 e sciolto dall’allora governo Hernandez nel 2019, nato dopo una mobilitazione popolare e maturato nell’ambito di un accordo tra il governo dell’Honduras, l’Organizzazione degli Stati americani (Oas) e il governo degli Stati Uniti.


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