NEWS:

Addio a Paolo Pagani, titolare della trattoria ‘Da Vito’ amata da Guccini e Dalla

Paolo Pagani scompare a 73 anni, la storica trattoria della Cirenaica fu fondata da suo padre nel 1948

Pubblicato:15-02-2022 16:03
Ultimo aggiornamento:15-02-2022 16:09

vito guccini dalla_trattoria vito bologna
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Confesercenti Bologna piange Paolo Pagani, titolare della storica trattoria ‘Da Vito’, scomparso oggi all’età di 73 anni, gli stessi dello storico ritrovo di musicisti e intellettuali in Cirenaica. “Nel porgere le condoglianze a tutta la famiglia di Paolo Pagani ricordiamo come Paolo ha rappresentato per decenni un punto di eccellenza sia per la cucina tradizionale bolognese, sia per la cultura sotto le Due Torri. Con il suo modo di fare e con il suo locale, Paolo Pagani aveva saputo unire due elementi del buon vivere, tipici della cultura petroniana”, è il messaggio di Massimo Zucchini e Loreno Rossi, presidente e direttore dell’associazione del commercio che annoverava la famiglia Pagani tra i suoi iscritti della prima ora. Un sodalizio che Confesercenti celebrò nel 2018 un premio di riconoscimento per i 70 anni ininterrotti di attività della trattoria.

LA TRATTORIA NACQUE NEL 1948, NEGLI ANNI ’70 RITROVO DI MUSICISTI E CANTAUTORI

“La Trattoria Da Vito è stata fondata nel 1948. Proprio come Confesercenti. E anch’io sono nato in quell’anno. Mio padre Vito abitava alla Cirenaica, dove è poi sorta la trattoria. Prima cuoca: Rosa Fenara, mia madre, che ben presto mollò il lavoro di sarta”, raccontò Pagani. La trattoria negli anni ’70 fu il ritrovo per molti musicisti e cantautori, Francesco Guccini e Lucio Dalla erano tra gli avventori più affezionati.

Nel 2020 Pagani era sceso in piazza con un folto gruppo di soci Confesercenti che, ricevuto dal Prefetto, protestava contro i ritardi nella distribuzione dei ristori ai pubblici esercizi, penalizzati dal prolungamento delle quarantene a causa della pandemia da Covid 19. “In 72 anni di attività della trattoria e dopo tre generazioni di lavoro, non mi aspettavo che mi dicessero che il nostro non è un lavoro indispensabile. Neanche durante la guerra succedeva una cosa simile, quando i miei nonni scappavano via sotto i bombardamenti perché il locale era vicino alla ferrovia”, disse.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it